E’ finita a tarallucci e vino. Un trionfo degli anticorpi della politica siciliana, nessuno deputato escluso nella vicenda tanto sbandierata della nomina dei Direttori Generali delle Aspa siciliane.

Un alto Dirigente dell’Assessorato regionale alla Salute, anche ex parlamentare europeo, di recente agli onori della cronache per essere riuscito, pare, ad imbucare la figlia nel suo assessorato, ha sostenuto, da quando è aperto il dibattito sulle nomine del Commissari Asp, per poi essere tramutate in nomina di Direttore Generale, che, in Sicilia, tra le due figure non ci sia nessuna differenza. Inutile differenziazione.

Ma solo passaggi politici, scontati, chiacchiere inutili e poi tutti gli esponenti politici di maggioranza ed opposizione si inchinino al forte richiamo di aggirare gli ostacoli per non fare saltare gli equilibri sottorrenei.

Sappiamo tutti, quanto travaglio interiore ha avuto il Presidente della Regione Renato Schifani, per mettere assieme e nominare i 18 commissari delle Asp, in attesa che dopo una serie di passaggi in commissione, le nomine sarebbero state convertite in nomine di Direttore Generale. Per Dirigente regionale sopracitato, “tutto inutile”.

Un passaggio inutile, che, anche in questa tornata, ha messo a nudo la presunta buona politica, sbandierata da tutti, destra, sinistra, centro. Che cosa è successo, insomma, di ridicolo e deprecabile?

Le nomine di Commissari straordinari sono state vagliate dalla Prima Commissione Affari Istituzionali, un vaglio che si è tramutato in una presa in giro, isomma. Sulle 18 nomine di Schifani, infatti, ben otto avevano delle criticità, tanto da mettere a rischio la nomina stessa. Tra questi anche il Commissario dell’Asp 7 di Ragusa, il dot. Giuseppe Drago, contro il quale si è schierato più volte anche il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna.

Il Domani Ibleo, ha seguito la questione come potete leggere qui, ma sono state tutte parole al vento, ed alla fine anche il ruolo della commissione è stato svuotato di significato.

La Prima Commissione all’Ars, presieduta dal deputato della Dc Ignazio Abbate, è stato il luogo dove si è consumato…il delitto e vi spiegniamo cosa è stato architettato per uscire indenne e addossare la responsabilità delle nomine al solo Presidente della Regione.

Anche il Presidente della Prima Commissione, furbetto tra i furbetti, è stato bravo a sdoppiarsi. Per esempio ha recitato in più occasioni la parte del Presidente, con piglio istituzionale, garante, a tratti con il dito puntato, al punto da sostenere la necessità di verifiche e approfondimenti sugli otto Manager con “vizi di forma”, per cambiare tono subito dopo, tanto che nei suoi i comunicati stampa, dava per scontato, a prescindere, la nomina a Direttore Generale del dott. Drago e di tutti gli altri. Tutto panificato? un veggente? o che altro?

Ma cosa è successo a Palermo? Presto detto.

In Commissione, opposizione e maggioranza hanno organizzato un gioco delle parti finalizzato ad arrivare alla scadenza dei termini dell’esame dei curricula in modo da non esprimersi sulle singole posizioni e arroccarsi dietro il silenzio assenso, lasciando al Governo e al Governatore Schifani tutta la responsabilità di firmare le nomine.

Si è capito da subito che tra le forze della rissosa maggioranza la scelta dei 18 DG aveva lasciato molte ruggini e quindi poca voglia di riesaminare tutto. Ma che l’opposizione abdicasse al suo ruolo e rinunciasse ad evidenziare, con tutti gli strumenti possibili, gli errori e le approssimazioni del Governo, questo non era prevedibile e non è accettabile. Eppure è successo.

Questo non significa fare gli interessi dei cittadini, ma prendere per i fornelli.

Pertanto trascorsi i termini del silenzio assenso ( 30 giorni), nelle prossime ore ci aspettiamo, l’ufficialità delle nomine dei 18 Direttori Generali. Ignavia o presa dei fondelli…

Decidete voi, cari lettori.