“Il sogno della pace” il messaggio di Mons. Rumeo in occasione del 120° della nascita di Giorgio La Pira

Il prossimo 9 gennaio ricorrono i 120 anni dalla nascita di Giorgio La Pira: figlio illustre della città di Pozzallo, Padre Costituente, docente universitario, Sindaco di Firenze e pensatore poliedrico del Novecento.

In occasione del 120° anniversario della nascita di Giorgio La Pira, il vescovo di Noto, Mons. Salvatore Rumeo ha rilasciato un messaggio dal titolo “Il sogno della pace”. Un libretto semplice, accessibile a tutti. Un testo carico di significato il cuoi obiettivo è fare memoria, oggi di una straordinaria figura che ha segnato la storia di tanti.

In tempi, come quelli attuali, dove la pace è messa sotto scacco il messaggio di un pensatore, come La Pira, torna dirompente e attuale. È un invito ad adoperasi affinché la pace non sia soltanto un oggetto di pensiero, ma venga favorita con ogni azione umana possibile. 

Nel suo messaggio mons. Salvatore Rumeo ripercorre in breve la vita di Giorgio La Pira, un testimone di pace e uomo contemplativo nell’azione. Ne ripercorre le tappe significative a partire dalla sua vita di preghiera per giungere alla sua utopia: il sentiero della pace a cui tutti i popoli sono chiamati.

Giorgio La Pira ha percorso le strade del mondo, ha fatto della pace una missione da perseguire costi quel che costi, non si è mai lasciato abbattere dagli attacchi, dai fallimenti. Ha cercato di unire i popoli.

Un profeta del disarmo e della pace, Giorgio La Pira sa bene che la pace è un bene molto arduo da raggiungere e non si arrende. Scrive Mons. Rumeo: “lanciò un ponte che lo agganciava alla terra degli uomini, divenendo, così, fratello di tutti. Dalla contemplazione scaturì la sua azione sociale”.

Il messaggio lapiriano oggi è di estrema attualità, basta vedere l’attuale situazione del mondo. Il suo servizio politico, non fu una messa in mostra o un esercizio di potere, ma una battaglia quotidiana per il raggiungimento del bene comune di tutti. 

Giorgio La Pira è un attento osservatore del mondo, parte dal basso per raggiungere la vetta. La sua è un’opera semplice, una creatura che esercita la sua responsabilità di giudizio. L’azione di La Pira poggia su due pilastri contemplazione e speculazione filosofica, per rispondere prontamente alla crisi che attaccava e ancora oggi attacca i valori umani della società.

Non c’è un’azione sociale, politica o comunitaria di La Pira che non scaturisce da questi intensi momenti di contemplazione e di studio. “Giorgio La Pira – scrive mons. Rumeo – contemplativo e uomo di azione, incarnò lo spirito di Marta e Maria di Betania”. Lui si è reso strumento per portare pace lì dove non c’era.

Il sindaco santo, così è anche conosciuto La Pira, si fece portatore di una pace universale. Per raggiungerla sa bene che il confronto e il dialogo sono necessari. Realizza convegni, simposi e viaggi; non smette di scrivere a capi e responsabili politici dei diversi Paesi. 

Basta ricordare i ben cinque “Convegni per la pace e la civiltà cristiani”, tenuti fra il 1952 e il 1956, il “Convegno dei Sindaci delle Città capitali” del 1955, i quattro “Colloqui Mediterranei” del 1958, 1960, 1961 e 1964. A questi vanno aggiunti i numerosi viaggi tra i quali quelli significativi a Gerusalemme nel 1957 e 1958, e quello di Mosca nel 1959.

“L’idea dell’incontro è centrale nel magistero di Giorgio La Pira. La sua missione, infatti, ebbe come fulcro la testimonianza di un incontro reale e personale con Cristo Gesù e con il prossimo” commenta ancora il Vescovo Rumeo nel suo messaggio.

Il messaggio lapiriano negli anni è stato visto come una visione integralista, troppo legato alla sfera religiosa. Letture che non tenevano conto che nella fede Giorgio La Pira ha trovato i principi ispiratori per la sua riflessione antropologica.

Giorgio La Pira ha compiuto una lettura nuova della persona, della società e della politica. Il suo umanesimo non qualcosa di scontato o copiato chissà dove. La sua riflessione sull’uomo è innovativa, trae ispirazioni dai grandi personalisti come Mounier e Maritain, ma rimane una lettura inedita nel panorama del Novecento.

Le idee di La Pira non sono morte fortunatamente con lui. Camminano ancora oggi e tornano più che mai attuali, perché come scriveva in Unità disamo e pace occorre: “abbattere ovunque i muri e costruire ovunque i ponti”. Ponti di dialogo, di confronto e di studio perché sono l’unica via per la conoscenza e la coesistenza pacifica dei popoli.

Il Vescovo Salvatore Rumeo nel suo messaggio conclude con un messaggio di augurio: “la celebrazione del 120° anniversario della nascita del Venerabile Giorgio La Pira che si svolgerà a Pozzallo, sua città natale, sia per la Diocesi di Noto e per tutti gli uomini di buona volontà un’occasione per camminare insieme sui sentieri della pace e costruire ponti di vera fraternità”.

Oggi più che mai, occorre tornare a studiare e far conoscere il grande messaggio che Giorgio La Pira ha lasciato con i suoi innumerevoli scritti. Lì ha tracciato una strada possibile, il suo sogno, che si potrà realizzare mettendo al centro la persona e il suo bene. Il sentiero di Isaia, così lo chiama lui non mira al potere di una singola nazione, ma alla fioritura millenaria della civiltà umana.

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