Iblea Acque: grandi potenzialità ma molti dubbi, ad esprimerli il Comitato “Acqua bene comune”

Pur rilevando diffuse criticità è convinto delle grandi potenzialità  dell’Iblea Acque S.p.A. sotto il profilo dei livelli occupazionali, della tutela dell’ambiente, dell’oculato utilizzo della risorsa “acqua”, limitandone gli sprechi e i furti.

Così il Comitato “Acqua Bene Comune” che nei giorni scorsi ha incontrato l’amministratore unico di Iblea Acque, Franco Poidomani, diversi sindaci e quasi tutte le amministrazioni comunali.

In seguito al confronto i componenti del Comitato dichiarano di aver constatato la fondatezza delle perplessità già precedentemente evidenziate;  di aver apprezzato l’assunzione di responsabilità dell’amministratore unico per la superficialità – a suo stesso dire – con cui sono state fatte delle assunzioni di alta professionalità; parimenti alla decisione di rifare bandi e concorsi per le medesime professionalità necessarie al funzionamento della società in house.
Il Comitato “Acqua Bene Comune”  sottolinea, nello specifico, le criticità territoriali, attraverso gli interventi dei vari componenti istituzionali, rispettando territorialmente titolarità, autorevolezza e autonomia critica, al fine di esaltare le dinamiche emerse localmente ed elevare l’informazione in modo da raggiungere ogni singolo cittadino della provincia.
“Abbiamo scoperto – dice Manlio La Ciura, componente di “Acqua bene comune” – che nonostante le enormi difficoltà iniziali si è cominciato a fatturare e a prevedere conseguentemente delle forme di investimento per incrementare l’efficienza della gestione pubblica. Tuttavia permangono le perplessità su alcuni nodi fondamentali sui quali l’attenzione deve rimanere alta.

Ad esempio, “la mancanza di solidità economica in assenza di finanziamenti comunitari e regionali: a tal proposito – dice La Ciura – ci è stato detto che è stato presentato un progetto per 28 milioni di euro, senza il quale si dovrà ricorrere ad aumento di capitale da parte dei comuni verso la società di gestione”. Anche sulla tariffa unica, che accomunerebbe i dodici comuni della provincia, proseguono le perplessità: “Che senso ha una tariffa unica in una situazione di eterogeneità in cui Comuni si trovano reti fatiscenti e contatori che mancano?

C’è anche un problema di personale. Mentre a Santa Croce Iblea Acque ha assorbito gli undici lavoratori ex Mediale, altrove si segnala “la mancanza di personale operario e tecnico tale da ricorrere a ditte private per le riparazioni in manutenzione con costi esorbitanti”, ma soprattutto non sono chiare le procedure di reclutamento”.

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