Sospensione reddito di Cittadinanza: CGIL di Ragusa a fianco dei Comuni, critica Scicli

Si continua a discutere in questi giorni sulla opportunità e sulle modalità di sospensione del Reddito di Cittadinanza. A tal proposito la CGIL di Ragusa si sta muovendo favorire iniziative di Comuni e Centro provinciale per l’impiego.

La Cgil si è attivata attraverso gli uffici di patronato e la segreteria confederale per monitorare in modo dettagliato la fase critica che si è appena avviata per le tante famiglie raggiunte dal provvedimento di sospensione della misura di sostegno.

“Abbiamo subito interloquito con le Amministrazioni Comunali, in particolare i servizi sociali, e il Centro per l’Impiego, dichiara Peppe Scifo, segretario generale della Cgil di Ragusa, per sapere in che modo si stanno muovendo dal momento in cui il provvedimento governativo stabilisce la presa in carico delle persone da parte dei servizi sociali.

Abbiamo registrato situazioni diverse nei vari comuni, prendendo atto che qualcuno si è già attivato, mentre altri non sanno di preciso come muoversi in attesa di capire bene cosa fare.

Addirittura abbiamo appreso dai social che il Comune di Scicli, tramite la pagina di Facebook, invita i cittadini a non recarsi ai servizi sociali, cosa al quanto singolare e sbagliata, sia sotto il profilo formale ma soprattutto sostanziale perché le persone in difficoltà dovrebbero avere sempre come riferimento il Comune ed soprattutto i servizi sociali che dovrebbero essere strutturati per dare risposte a chi è in difficoltà.”

Si è appreso che il Centro per l’Impiego sta opportunamente convocando una riunione nei prossimi giorni insieme ai Comuni per stabilire un metodo comune e sinergico di azione.

“La Cgil a questo punto, continua Peppe Scifo, ha chiesto al Direttore del CPI (Centro Provinciale per l’Impiego), Gianni Vindigni, di prevedere anche la partecipazione delle organizzazioni sindacali.

Ma sappiamo pure che la questione è più complessa per come il Governo vuole intendere il principio di “occupabilità” che non può riferirsi esclusivamente alla condizione fisica e anagrafica delle persone ma bisogna valutarlo in relazione al contesto sociale e ed economico, perché un conto è essere occupabili in Lombardia o in Veneto, un conto è esserlo in Sicilia regione con il più alto tasso di disoccupazione a livello europeo e con un sistema produttivo al collasso.” conclude Scifo.

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