La Regione vuole accorpare le CamCom di Ragusa, Catania e Siracusa. Ma il Ministero delle Imprese lo sa?

Qualche giorno fa la Regione, casualmente proprio a ridosso delle elezioni, ha annunciato in maniera trionfale il riassetto organizzativo delle Camere di commercio della Sicilia.

In particolare, è stato accolta con “entusiasmo” la decisione di tornare all’assetto del Sud-Est (Catania, Ragusa e Siracusa) che effettivamente rispetto all’accorpamento insensato con Trapani è il male minore ma questo non vuol dire che sia comunque una decisione saggia.

Detto questo non si riesce a capire come mai nonostante la Regione abbia comunicato il riassetto, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy abbia fissato per giorno 30 maggio un incontro con i territori interessati dalla riorganizzazione delle Camere di Commercio di Catania, Ragusa e Siracusa per ascoltare le  associazioni di categoria maggiormente rappresentative delle imprese nelle tre province interessate e confrontarsi con loro sulla ipotesi della riorganizzazione: rimanere uniti alla camera del Sud Est Sicilia con Catania e Siracusa oppure restare autonomi?

Ma quindi ci si chiede è stato già deciso oppure no il riassetto? Che senso ha riunire le associazioni di categoria quando la Regione ha già deciso cosa fare? Delle due l’una.

Ma la vera domanda è perché c’è questo grande interesse attorno alle Camere di Commercio?

Presto detto attorno alla camera di commercio del Sud Est Sicilia ruotano interessi economici enormi. Uno su tutti: la camera di commercio del Sud Est Sicilia detiene la maggioranza della SAC che gestisce gli aeroporti di Catania e Comiso.

E’ chiaro quindi che gli interessi in gioco sono altissimi ma bisogna capire per chi. Chi ha davvero vantaggio dall’unione delle tre Camere di Commercio?

La Camera di Commercio di Ragusa è stata da sempre un fiore all’occhiello del territorio, e prima dell’accorpamento si presentava con i bilanci in ordine e con un avanzo di gestione consistente, a differenza, ad esempio di Catania che non aveva mai avuto bilanci in ordine.

Eppure, quando si decise l’accorpamento ci fu un’ampia partecipazione che coinvolse i territori, le loro espressioni politiche e le associazioni di rappresentanza delle imprese che furono a favore di tale decisione come mai? Come mai, ad esempio, Confindustria Ragusa ma anche Confcommercio per Federalberghi e Confesercenti è contraria all’autonomia della camera di commercio di Ragusa?

Che vantaggi hanno avuto le imprese da questa fusione?

E la politica che ruolo ha avuto in tutto questo? È stata complice, assente, disinteressata? Quanto conta in termini politici la nostra provincia rispetto a quella di Catania o di Siracusa? Ad occhio e croce, davvero poco e questo, a lungo andare, comporterà un isolamento totale della provincia di Ragusa che è tanto bella e appetibile quanto purtroppo indifesa da chi dovrebbe tutelarne gli interessi a tutti i livelli. Basti pensare all’aeroporto di Comiso succube di Catania, al Porto di Marina di Ragusa gestito dai maltesi.

E questo non lo diciamo certo noi lo dicono i fatti. Bisognerebbe alzare delle barriere per difendere coloro che vogliono attaccare il nostro territorio ed invece le barriere le costruiamo fra di noi, perché il motto DIVIDI ET IMPERA è sempre di grande attualità ed è quello che sta accadendo in Sicilia, una Sicilia in cui i territori invece di fare sistema sono in guerra fra di loro e ovviamente in questo modo siamo tutti più deboli e di conseguenza tutti più facilmente governabili.

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