Crisi occupazionale e inflazione: per invertire la rotta sul territorio ragusano si deve fare di più

E’ un quadro per niente rassicurante quello della situazione economica in provincia di Ragusa e a dimostrarlo sono i numeri.

Secondo i dati relativi a gennaio 2023 raccolti da Confcommercio, dopo una fase di relativa calma l’indice di disagio sociale è tornato a crescere. Il Misery Index Confcommercio (Mic) si è attestato infatti su un valore stimato di 17,9, in aumento di sei decimi di punto sul mese precedente.

Il peggioramento dell’indicatore è dato dall’aumento del tasso di variazione dei prezzi dei beni e servizi ad alta frequenza di acquisto e di una moderata crescita della disoccupazione. “Un aumento, purtroppo – commenta il presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti – che riguarda il territorio ibleo”.

A gennaio 2023, anche nella nostra provincia, i prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto hanno mostrato una variazione su base annua dell’8,7%, in aumento rispetto all’8,3% del mese precedente. Le prime stime di febbraio segnalano un ulteriore rialzo (+9,0% su base annua), a conferma del permanere di tensioni nella filiera importazioni, produzione, ingrosso e distribuzione finale. Una situazione che potrebbe determinare, anche nel primo trimestre del 2023, un rallentamento della domanda per consumi da parte delle famiglie e dell’economia con le inevitabili ripercussioni sul mercato del lavoro e sull’area del disagio sociale.

Sulla crisi occupazionale interviene anche la segretaria generale dell’Ust Cisl Ragusa Siracusa, Vera Carasi. “Ci sono molte crisi in atto e, al momento, non riusciamo a vedere una prospettiva occupazionale in grado di evidenziare risultati soddisfacenti. Per attivare la crescita, è necessario fare molto di più”.

La Regione sta mettendo a disposizione numerose risorse dei fondi europei Fesr, Fse, oltre a quello che può essere fatto attraverso il Pnrr. “Ma occorre canalizzare questi flussi economici in maniera intelligente, per attivare le dinamiche della crescita territoriale nel modo più opportuno”. La segretaria, tiene a sottolineare l’attenzione che occorre garantire non solo per lo sviluppo, ma anche per il welfare.

“Ci sono alcuni progetti approvati per la provincia di Ragusa – continua – ma occorre dare un segnale ancora più forte, soprattutto per venire incontro ai lavoratori e a quelle fasce deboli rimaste molto provate prima dai problemi causati dalla pandemia e adesso da quelli determinati dal caro prezzi. Il rafforzamento della concertazione è un obiettivo che tutte le organizzazioni sindacali e le parti sociali devono cominciare a porsi il prima possibile per cercare di indirizzare, negli enti territoriali locali, le scelte relative alle politiche attive del lavoro e alla formazione.

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