A Modica, e non solo, nelle scuole manca l’equipe socio-psico-pedagogica, mentre il disagio tra gli studenti aumenta

In un Paese in cui quando si parla di scuola ancora si devono affrontare problemi come la mancanza di aule o ancora peggio, come riporta la cronaca di queste ultime ore, i tetti che crollano, come si fa ad occuparsi di problemi seri come la salute mentale degli studenti?

Eppure, la situazione ha davvero superato i limiti. I numeri degli studenti con problemi legati all’apprendimento ma anche di natura psicologica sono in aumento e le scuole hanno difficoltà a venire incontro a queste esigenze specifiche.

Perché oltre ai casi certificati in cui i docenti vengono affiancati da insegnanti di sostegno esiste tutto un mondo di studenti problematici che la scuola non può ignorare ma che non ha gli strumenti per aiutare.

I docenti fanno quello che possono anche oltre le loro possibilità, perché quasi nessuno ha la preparazione richiesta per affrontare un BES piuttosto che un DSA, che all’apparenza sono solo sigle, per i non addetti ai lavori anche incomprensibili ma che in realtà stanno ad indicare studenti, ragazzi, bambini con disturbi specifici di apprendimento (DSA) o con Bisogni educativi speciali (BES).

E poi c’è tutto un mondo che non ha sigle ma che è quello della maggior parte dei ragazzi afflitti da un malessere che già c’era prima del Covid ma che la pandemia ha esacerbato portando a galla le loro frustrazioni. Adolescenti che devono fare i conti con attacchi di panico dettati dalla incapacità di rispondere alle aspettative della società, dei compagni, dei docenti, della famiglia e che non riescono a sostenere i ritmi dello studio, delle attività extrascolastiche infinite, fra cui anche le sedute dal terapista, utili ai genitori per sopperire alla loro assenza ma anche necessari per impedirgli di trascorrere tutto il tempo attaccati ad un computer o al telefono, e poi ancora i primi amori, l’identità di genere, l’approccio sempre più anticipato con il sesso, la droga, l’alcool, il peso di essere figli di genitori separati, sballottolati da una casa all’altra, da un genitore all’altro, nuovi padri e madri, nuovi fratelli e sorelle, tutto questo non è solo la trama di una serie televisiva, che possiamo anche scegliere di non vedere, è la realtà che ci circonda, che riguarda tutti noi, anche e forse soprattutto i genitori più attenti che spesso sono solo più apprensivi degli altri perché riversano sui figli le loro ansie, insicurezze.

E in tutto questo la scuola che ruolo ha? Che fine hanno fatto le equipe socio-psico-pedagogiche che supportavano i docenti in queste dinamiche? Sparite nel nulla.

Almeno a Modica non ci sono più da parecchi anni. E pensare che nel lontano 1982 il Comune ne poteva contare ben sei che poi diventarono sette con l’aggiunta di quella fissa per la scuola di Frigintini.

Sette equipe complete con psicologo, pedagogista, assistente sociale e che si avvalevano anche di figure come l’ortottista, l’optometrista e l’audiometrista. Tutte a disposizione delle scuole e degli studenti. “Il supporto delle equipe a scuola era fondamentale.

Ci spiega Concetta Spadaro Dirigente scolastico che da oltre 40 anni svolge questo ruolo e conosce bene le varie dinamiche. In passato abbiamo risolto casi difficili con l’aiuto delle figure professionali che il comune ci ha messo a disposizione fin quando poi non sono andate in pensione e non sono più state sostituite. Eppure, i casi di alunni con problemi aumentano ed il carico di lavoro e di responsabilità è tutto su noi dirigenti, ma soprattutto, sui nostri docenti che ogni giorno, oltre ad occuparsi di portare avanti la didattica, devono anche garantire assistenza a questi ragazzi che non possiamo abbandonare. Per questo motivo, ho usufruito dei fondi che il Ministero ci ha messo a disposizione a seguito del Covid, proprio per attivare un’equipe interna alla scuola con professionisti che ho scelto personalmente e che ci hanno aiutato fin quando i fondi non sono terminati e abbiamo dovuto interrompere il rapporto. La scuola, da sola, non può farcela, è necessario che il Comune, ma anche le altre istituzioni, comprendano le difficoltà di questi ragazzi e dei nostri docenti e si attivino per poter affiancare loro un aiuto concreto che non è solo la figura importante dell’insegnante di sostegno ma la presenza fissa di una equipe socio psico pedagogica che oggi più che mai è imprescindibile.”

Purtroppo, sappiamo che il Comune di Modica, essendo in pre-dissesto non può assumere nuove figure ma di questo problema non possono farsi carico né i ragazzi, né le famiglie né tanto meno la scuola.

Occorre quindi riportare la salute mentale degli studenti in cima alla lista delle priorità, come recita lo statuto dei diritti degli studenti che è stato approvato nel 1998 dal Presidente della Repubblica ma che forse non tutti conoscono bene. L’ambiente scolastico deve essere sereno, inclusivo, partecipato e non una giungla dove si cerca di sopravvivere al bullo di turno senza che nessuno se ne accorga, se non quando avviene l’irreparabile.

E se tutto questo vi sembra assurdo, esagerato, o non siete mai stati a scuola, o non avete figli, oppure avete deciso di girare la testa dell’altra parte perché è più facile per tutti ignorare questo problema piuttosto che affrontarlo.

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Commenti (2)

  • Triste realtà: A Modica si era creato un servizio , forse unico in tutta l’ Italia. Ogni Circolo Didattico ivi compresa la materna,ogni Scuola media aveva la sua equipe socio psico pedagogica. Bisogna dare atto all’allora Sindaco ed Assesssore Dott. Giovanni Frasca. Personalmente ho collaborato per quattro anni. In particolare non ho trascurato, a livello preventivo, l’attenzione per la formazione delle classi., attuando gli screening nelle ultime classi della materna.

  • In altre regioni di Italia esistono le figure come gli educatori non solo domiciliari ma anche a scuola che sarebbero di aiuto ma in Sicilia niente e le classi ne hanno tanto bisogno

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