Mare Jonio, Procura indaga su soldi in cambio di trasbordo immigrati

Ragusa – Un accordo di natura economica tra le società armatrici finalizzato al trasbordo di migranti bloccati in mare a bordo della nave cargo Maersk Etienne bloccata per 37 giorni in mare.

E’ l’accusa fatta dalla Procura della Repubblica di Ragusa alla società armatrice della nave “Mare Jonio”, usata da “Mediterranea Saving Humans” nelle operazioni di soccorso nel Canale di Sicilia. La Procura di Ragusa ha specificato che nessun componente della Mediterranea Saving Humans è indagato e che i reati contestati sono quelli di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di violazione alle norme del Codice della Navigazione.

Perquisizioni

Un gruppo interforze composto da Guardia di finanza, Polizia e Capitaneria di porto ha eseguito una serie di perquisizioni a carico della società proprietaria del rimorchiatore “Mare Jonio” e di quattro persone tra i quali amministratori e dipendenti della società armatoriale. Tra gli indagati vi sarebbero anche Giuseppe Caccia, Luca Casarini e Alessandro Mez.

I fatti oggetto dell’inchiesta risalgono allo sbarco di 27 migranti avvenuto il 12 settembre scorso nel porto di Pozzallo. Gli stranieri erano stati trasbordati il giorno precedente dalla “Maersk Etienne”, una nave adibita al trasporo di animali, di proprietà della più importante compagnia di navigazione mercantile del mondo.

Scambio di somme

Secondo gli investigatori il trasbordo sarebbe avvenuto “solo dopo la conclusione di un accordo di natura commerciale tra le società armatrici delle due navi, accordo in virtù del quale la società armatrice della motonave Mare Jonio ha percepito un ingente somma quale corrispettivo per il servizio reso”.

Cinzia Vernuccio

Immigrazione clandestina, pozzallo

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