L’intelligenza è delle macchine Learning o dell’uomo?

( di Salvo Blasco) – Ci domandiamo in questa sede se  (l’AI)   Intelligenza Artificiale,  è così pericolosa  o rappresenta una mera opportunità per l’umanità, anzi direi unica.

di Salvatore G. BLASCO

Per non parlare poi delle vie che l’AI può  aprire ( virtualmente )  in tanti settori come quelli degli armi o del nucleare. E ancora di più in quello dello della “ cybersicurezza”.

Diciamo anche che sotto il profilo economico l’addestramento all’AI richiede  grande dispendio di energia e grandi capacità di calcolo nonché l’utilizzo di capitali non indifferenti.

Per restare nel nostro Paese evidenziamo che la spesa per il mercato dell’intelligenza artificiale per il 2023 si è attestata 1,9 miliardi di euro con un trend previsto intorno ai 6,6 miliardi entro il 2027.

Diciamo anche che l’Intelligenza Artificiale può diventare un’arma geopolitica dagli esiti indefinibili.

Ci chiediamo a questo punto: l’ Intelligenza Artificiale  attraverso algoritmi  sempre più spinti e sofisticati – macchinelearning – può portare l’uomo ad essere dominato dalle macchine?

Cosa intendiamo per ” macchine learning “?

Le macchine learning , sono macchine che auto-apprendono rispetto a conoscenza ed esperienza.Un po’ come il nostro cervello,che sulla base esperienziale, impara e teoricamente non ripete più gli stessi errori.

La differenza sta  nel fatto che mentre il cervello umano può per varie ragioni sbagliare, la macchina no.

In questa breve disamina ci occupiamo dei problemi che questa scoperta può creare all’umanità tutta.

Ci chiediamo queste macchine con intelligenza artificiale sono contro o per l’uomo?

Questo lascia subito il posto ai tanti timori di come questa nuova tecnologia – che prova a simulare i processi del cervello umano – possa nel suo insieme determinare anche delle vere e proprie aberrazioni.

Si tratta naturalmente di un tema di grande interesse  che pone la necessità di una serie di interrogativi  affinchè  questo processo, inarrestabile, possa essere governato – senza mai perdere di vista – il benessere dell’uomo.

Tranquillizziamo coloro che sono lontani di queste conoscenze perché gli esperti della materia  ci danno risposte positive in tal senso.

Sappiamo grazie alle loro conoscenze che progettare un modello  matematico che emuli il comportamento neuro-cognitivo umano è ora e resterà per sempre impossibile.

Quindi ribadiamo ancora una volta che per questo motivo non avremo mai un’intelligenza artificiale  che possa sostituire oprendere il comando sugli esseri umani.

Concludiamo questo nostro contributo con le parole più che tranquillizzanti del grande filosofo e docente dell’Università di Buffalo di New York, Barry Smith:

< Le macchine, insomma, possono avere prestazioni impressionanti quando si tratta di produrre, ad esempio, modelli di linguaggio sequenziali. Ma falliscono nell’emulare altri aspetti dell’intelligenza umana, dalla coscienza alla consapevolezza, dalla felicità al desiderio, dall’entusiasmo alla sfiducia, dalla creatività alla capacità di impegnarsi in un dialogo aperto e imprevedibile>.

Da economista due parole finali sul mondo del lavoro, naturalmente rivolte al governo in carica con l’auspicio che si impegni in tal senso utilizzando vere competenze : bisogna porre estrema attenzione sull’avvento dell’intelligenza  artificiale nel mondo del lavoro.

 Bisogna mantenere il controllo e dettare priorità e strategie.

 Le innovazioni tecnologiche  devono essere al servizio di uomini e donne, non in loro sostituzione.

    Detto questo concludo questo contributo.

   S.G.B

Foto di copertina Ansa

Barry Smith, Buffalo, università

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