Morti sul lavoro, a febbraio 119 vittime. Nessun caso in provincia di Ragusa

La Vega Engineering di Mestre, una società di Ingegneria e formazione, che si occupa di sicurezza ambiente, dal 2009 ha istituto un Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Ambiente al fine di monitorare statisticamente il fenomeno delle morti sul lavoro.

In questi giorni la Vega Engineering ha rilasciato il report relativo ai primi due mesi del 2024, definito dall’osservatorio un bimestre nero per le morti sul lavoro. A primo impatto, infatti, al 29 febbraio si contano 119 vittime, con 19 vittime in più rispetto al febbraio 2023.

“L’incremento è più che allarmante quando si parla esclusivamente di morti avvenute in occasione di lavoro: +24,7%. Come sempre, poi, oltre ai numeri ciò che colpisce è l’incidenza di mortalità più elevata tra gli over 65 e, come accade negli ultimi anni, anche il dato relativo all’incidenza di mortalità dei lavoratori stranieri: ancora più che doppia rispetto agli italiani” chiarisce in apertura del report Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente.

Un team di esperti al lavoro per analizzare i dati

L’ultima indagine sull’emergenza delle morti sul lavoro, elaborata dal team di esperti di Vega vede proprio nell’incidenza il vero indicatore di rischio per i lavoratori del nostro Paese poiché valuta il numero di vittime rispetto alla popolazione lavorativa.

Dallo studio emergono quattro tipologie di regione, alcune sono vere e proprie zone rosse dove il rischio di morte è elevato. Sono quattro le tipologie di regioni: rossa, arancione, gialla e bianca.

A finire in zona rossa a febbraio 2024 con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 3,9 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono: Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige e Calabria.

In zona arancione: Puglia, Sicilia, Campania, Abruzzo e Piemonte. Le regioni gialle: Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Toscana, Sardegna, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria e Marche. Mentre non registrano alcuni caso e sono zona bianca: Umbria, Veneto, Basilicata e Molise.

La provincia di Ragusa tra le più virtuose del primo bimestre 2024

Analizzando il report, realizzato dall’osservatorio provincia per provincia, Ragusa è all’ultimo posto di questa classifica, in quanto zona bianca all’interno della regione Sicilia.

Infatti, non si sono registrati nel primo bimestre alcun infortunio. Insieme a lei tra le siciliane anche: Caltanisetta, Enna, Siracusa e Trapani.

I lavoratori più anziani sono più a rischio infortuni

Dai dati elaborati nel primo bimestre 2024 dall’Osservatorio emerge in modo chiaro l’identikit dei lavoratori più a rischio. Il dato che permette di comprendere la fascia d’età più a rischio è sempre l’incidenza di mortalità. Questo dato risulta preoccupante tra i lavoratori più anziani, i maggiori infortuni si registrano proprio nei lavoratori ultrasessantacinquenni (13,4), seguita dalla fascia di lavoratori compresi tra i 55 e i 64 anni (6,5).

I lavoratori stranieri rischiano un infortunio mortale più degli italiani

Nel corso dell’indagine statistica è emerso che gli stranieri che lavorano nel nostro Paese rischiano maggiormente un infortuno mortale sul posto di lavoro. Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro nel mese di febbraio sono 21 su un totale di 91. Infatti si registrano 8,8 morti di lavoratori stranieri ogni milione di occupati, contro i 3,3 degli italiani che perdono la vita durante il lavoro.

Alcuni numeri per comprendere il quadro delle morti sul lavoro e degli infortuni a febbraio 2024

Sono 119 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 91 in occasione di lavoro (18 in più rispetto a febbraio 2023: +24,7%) e 28 in itinere (1 in più rispetto a febbraio 2023).

Alla Lombardia va la maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (17). Seguono: Lazio (8), Trentino-Alto Adige, Piemonte, Emilia-Romagna e Campania (7), Sicilia, Puglia e Toscana (6), Veneto e Calabria (4), Marche, Friuli-Venezia Giulia, Abruzzo, Liguria e Sardegna (2), Valle d’Aosta e Umbria (1).

Il settore più colpito dal fenomeno rimane quello delle Costruzioni. In questo settore si registrano un numero di decessi elevati, sono all’inizio del 2024 ben 16. Seguono il settore trasporti e magazzini 9 morti, al terzo posto il settore del commercio e le attività manifatturiere con 7 morti.

La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (33 su un totale di 91). 

Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro a febbraio 2024 sono 4, mentre 5 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 21, mentre sono 9 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere. Il lunedì risulta essere il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nel primo bimestre dell’anno (22%).

Rispetto a febbraio 2023 crescono le denunce per infortunio

Dall’indagine dell’Osservatorio risulta che le denunce di infortunio totali crescono del 7,2% rispetto a febbraio 2023. Erano, infatti, 86.483 a fine febbraio 2023, nel 2024 sono passate a 92.711. 

“Dopo il tragico boom delle denunce di infortunio in tempo di Covid (tra il 2020 e il 2021), tra il 2022 e il 2023 le denunce sono diminuite in modo più che significativo proprio a seguito della fine dell’emergenza sanitaria. Ora, però – sottolinea il Presidente Mauro Rossato – i decrementi ‘gonfiati’ dalla conclusione della pandemia lasciano purtroppo lo spazio ad un nuovo incremento in cui non ci sono più virus a giustificare la preoccupante tendenza, ma solo l’insicurezza sul lavoro nel nostro Paese”.

La fascia di età più colpita in occasione di lavoro e in itinere è quella che va dai 45 ai 54 anni con 20.264 denunce (il 21,9% del totale).

L’osservatorio ha stilato una mappa degli infortuni in Italia, con una colorazione in base al rischio

L’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega Engineering ha colorato le regioni italiane in base al rischio infortunistico secondo la seguente scala di colori: Bianco: regioni con un’incidenza infortunistica inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale, Giallo: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media nazionale e il valore medio nazionale, Arancione: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il valore medio nazionale e il 125% dell’incidenza media nazionale e Rosso: regioni con un’incidenza infortunistica superiore al 125% dell’incidenza media nazionale.

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