Scicli piange Jose La Cagnina, il ‘ragazzo del Nord’ che amava Cava D’Aliga dove tornava tutte le estati fin da bambino

Non vogliamo raccontarvi chi era Jose La Cagnina tramite i suoi successi calcistici, quelli potete benissimo leggerli nei vari articoli che sono stati scritti, come questo del Cremona Sport ( leggi qui) o dell’Udinese Calcio (leggi qui ) o ancora Radio Gol News Pavia che ricorda il suo bomber (leggi qui) che ha emozionato una generazione di tifosi azzurri tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del nuovo millennio.

Jose La Cagnina è stato anche la punta di riferimento della primavera dell’Inter vincitrice del famoso Torneo di Viareggio. E questi ultimi anni è stato chiamato a guidare dall’Udinese Accademy le giovani promesse del calcio.

Noi vogliamo ricordare il ragazzo che veniva in vacanza, a Cava D’Aliga nella casa della cara nonna Lisetta e del papà Alfonsino, anche lui scomparso troppo presto, un ragazzo che amava questa terra come forse in pochi riescono ancora a fare.

Lui veniva qui ogni estate a trovare la sua famiglia, il fratello maggiore Gianni, suo punto di riferimento e sua roccia, la cognata Concetta e i suoi amati nipoti Marco e Noemi e anche gli zii e i cugini e tutti i suoi amici, quelli con cui era cresciuto durante le estati trascorse qui fin da bambino. Perché anche se aveva vissuto sempre al Nord, prima a Como con i genitori, poi nelle varie città in cui aveva giocato, il suo cuore era sempre qui, dove ha anche trascorso la sua ultima estate. Nonostante la malattia, aveva continuato a fare quello che più amava dopo il calcio, giocare a tamburelli.

Non c’era torneo a cui non partecipasse nella sua Cava D’Aliga ma anche a Marina di Modica e a Sampieri e tutti lo tenevano perché sapevano che era forte e lo era davvero. Ma non era mai superbo, non faceva mai pesare il suo talento e il suo essere famoso, nemmeno nel momento della sua massima gloria. A lui bastava essere considerato uno di loro, uno dei ragazzi di Cava D’Aliga, nonostante l’aspetto e l’accento che non potevano nascondere la sua provenienza. Eppure lui si sentiva sciclitano, come lo erano stati il padre e la madre.

Ai suoi figli, oltre all’amore per il pallone ha trasmesso questo grande amore per la sua terra, la Sicilia e in particolare per questo territorio, per le nostre spiagge e lo stesso all’amata moglie Anna che, siamo certi tornerà appena sarà pronta a trascorrere le vacanze qui a Cava D’Aliga dove l’aspettano gli amici di sempre perché è qui che troverà la vera essenza di quel ragazzo che nessuno potrà mai dimenticare, per la sua forza, la sua determinazione ma anche per il suo dolce e irresistibile sorriso.

A Nord riposerà il suo corpo com’è giusto che sia, lì dove ha formato la sua nuova famiglia, ha cresciuto i suoi splendidi bambini Elia e Gioele, ma al Sud, nel mare della sua Cava D’Aliga continuerà a battere il suo cuore e da oggi quei tornei non saranno più la stessa cosa senza di lui. E anche se adesso ha lasciato in eredità ai suoi nipoti Noemi e Marco, le sue grandi doti di sportivo, le stesse che aveva ereditato da suo papà, quando sul tabellone ci sarà scritto “La Cagnina” tutti con un sorriso penseranno a lui.

Tantissimi i messaggi su Facebook di coloro che lo hanno conosciuto e che hanno condiviso con lui un pezzo di strada perché era un ragazzo speciale, amico di tutti, il cui ricordo resterà per sempre vivo.

Fai Buon Viaggio Josè…

L’editore, il direttore e tutta la redazione si stringono al dolore della famiglia.

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