Congresso Dc dopo 30 anni, ma non ci sono eredi. I delfini di Abbate nei posti chiave

Assicurata la presenza del commissario regionale del partito Salvatore Cuffaro

Dopo 30 anni, in provincia di Ragusa si celebra un congresso provinciale della Democrazia Cristiana, quella nuova, per intenderci, quella riacciuffata e rianimata da Salvatore Cuffaro, detto Totò, che in provincia di Ragusa, conta sull’impegno politco di Ignazio Abbate, deputato regionale, presidente della Prima Commissione, ed ex sindaco di Modica.

Insomma il leader della Democrazia Cristiana in provincia di Ragusa è l’on.le Ignazio Abbate, eletto prima nell’Udc e poi subito dopo incoronato da Cuffaro suo rappresentante non solo in Regione, ma anche in provincia di Ragusa.

Una provincia, come hanno ricordato in molti, ricca di personaggi politici ed esponenti della democrazia Cristina. Il partito dello scudo crociato, che ha espresso parlamentari di livello al Senato e alla Camera dei Deputati e alla Regione. Anche un presidente della Regione della Dc, Vincenzo Giummarra.

Quindi nomi di peso e di grande lungimiranza, ahimè troppo presto dimentimenticati e lasciati nell’oblio totale. Ieri è venuto a mancare, anche l’avv. Giovanni Scarso, ultimo esponente di quella stagione e quasi quasi nessuno dei nuovi Dc si ricordava chi fosse, eppure è stato l’ultimo segretario provinciale del partito.

Il Congresso Provinciale che si apre oggi, quindi, non nasce sulle ceneri di quel partito, non si può parlare di continuità, nè di eredità, nè di temi comuni. No. Quella stagione è finità nel febbraio del 1994, proprio cone le dimissioni di Scarso. E’ seguita all’epoca una fase di “sciogliete le fila” ed una corsa al riciclaggio, alla collocazione in altre formazioni, alla ricerca di una nuova identità, nei uovi partiti.

Operazione riuscita per la verità. Partiti che scompaiono, partiti che cambiano nome, partiti che resistono, ma senza successo e nuovi partiti, partiti con collocazioni al centro, ma anche doppioni della Democrazia Cristiana. Effetto tangentopoli e scandali vari, forse, anzi probabile.

Ora, come per incanto, da qualche anno la Dc è stata riesumata (covava sotto le ceneri), in quasi tutta Italia ed anche in Sicilia, che 30 anni dopo ha fagocitato anche l’Udc. Si è tornato al punto di partenza, con tale disinvoltura che a ben vedere non scandalizza nessuno.

Quello che conta è il potere, la forza eletorale nei territoti. Niente di male per carità, ma solo una grande accozzaglia, di pensieri, progetti, obiettivi e poco stile politico, se confrontato a 30 anni fa. Per questo si stanno celebrando i congressi di quasi tutti i partiti e quindi anche quello della Dc che in provincia, una volta, era talmente radicata da essere il primo partito. Ora non dovrebbe essere così.

Però è fondamentale che i partiti si diano una organizzazione territoriale e degli organismi di gestione, anche locale. Bene anche questo

Il Congresso che si apre oggi a Modica, è però viziato da profonde contraddizioni che stridono.

In primis, gli attuali Dc dela provincia di Ragusa non sono eredi della vecchia Dc di 30 anni fa. Non sono eredi di nessuno, manco di Don Sturzo.

In secundis, l’on. Ignazio Abbate, ledear del partito di Cuffaro, come è noto, ha attraversato tutto l’arco costituzionale per approdare poi nella Dc, proclamandosi addirittura l’erede del fondatore. Anzi viene additato come il responsabile della situazine finanziaria del Comune di Modica, Comune che ha gestito per 9 anni nella qualità di primo cittadino. E’ lo stesso che vuole portare a Palermo il sistema Modica, Lo stesso che ha condizionato la sanità provinciale, che adesso vuole mettere le mani sulla Provincia, sempre che passerà la sua riforma per tornare alle elezioni, condivisa in parte dall’Assemblea Regionale, mezza stoppata, tant’è che i tempi probabilmente slitteranno e di conseguenza si dovrebbe votare ad ottobre e non a giugno.

Lo slittamento del ddl sulle province ha scompaginato, infatti, i piani di Abbate che aveva già pianificato tutto. L’attuale commissario del Libero Consorzio, la dottoressa Valenti, è di area Cuffaro, che da qualche giorno si avvale della collaborazione dell’ex segretario comunale di Modica, Giampiero Bella e forse a seguire arriverà,nella futura provincia, qualche dirigente proveniente dal Comune di Modica. E poi, ancora, nei piani di Abbate, c’è l’individuazione del candidato alla presidenza dell’ente intermedio, che secondo voci di corridoio dovrebbe essere un suo delfino, l’ex assessore di Modica l’ing. Giorgio Linguanti. Più chiaro di così.

Tornando al Congresso provinciale che si celebra oggi e per il quale la stampa non è stata invitata, se non alcune testate gradite, non ci saranno grandi novità nè per il territorio, nè per la politica provinciale.

Gli obiettivi immediati sono le elezioni europee dove i candidati si scelgono con le preferenze e quindi sarà un modo per arrivare ad una “conta” delle forze in campo, anche in prospettiva di future elezioni provinciali.

Secondo quanto è trapelato il congresso dovrà nominare i cordinatori comunali, eleggere la segreteria provinciale e gli altri responsabili del direttivo.

Alla segreteria della Dc Provinciale, dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) andare la dotoressa Anna Maria Aiello, revisore dei conti e commercialista, nel passato revisore dei conti al Comune di Modica, poi assessore alle finanze, fedelissima dell’on.le Ignazio Abbate, sostenitrice del ddl ( primo proponente sempre Ignazio Abbate) per modificara la nomina dei revisori nei comuni superori a 5.000, autorizzando i comuni a nominare il collegio dei revisori direttamente. Come dire il controllato nomina il controllore. (Ipotesi di norma bocciata dall’ordine dei commercialisti e dei revisori dei conti).

Intanto è positivo che si faccia un congresso e si normalizzi un partito nel territorio, che sia motivo di appartenenza ad un’idea, anche in campagna elettorale e non ci si vergogni di appartenervi in campagna eletorale quando si registra il fuggi fuggi e si preferiscono le liste civiche, perchè tanto gli elettori non vogliono votare i simboli dei partiti.

Anna Maria Aiello, giorgio linguanti, Giovanni Scarso, Salvatore Cuffaro, Vincenzo Giummarra

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