Comiso monta la polemica per la rimozione di diversi alberi in centro storico

Da qualche giorno è polemica a Comiso sulla decisione dell’amministrazione comunale di rimuovere alcuni alberi in centro storico.

Diverse le polemiche sollevate tra queste quelle di Gigi Bellasai, capogruppo PD al consiglio comunale, il quale definisce queste azioni uno scempio.

“Continua il barbarico – afferma Gigi Bellassai – attacco che vede l’estirpazione di alberi nel centro storico della città. Prima i ficus del cortile della biblioteca e adesso i due ficus secolari davanti all’ex chiesa dei Padri Filippini in via Papa Giovanni XXIII. Bisogna fermare questo scempio. È inaccettabile distruggere gli ecosistemi urbani e cementificare tutto, sradicando alberi pluridecennali che oltre a garantire lo sviluppo della biodiversità urbana assicuravano il decoro nella città storica”. 

Il capogruppo del PD parla di piglio barbarico dell’amministrazione comunale. Sottolineando come quest’azione produca effetti irreversibili nei confronti del patrimonio arboreo e naturalistico della città.  Inoltre conclude “perché espiantare alberi di questa dimensione ed età per reimpiantarli nel cimitero di Pedalino, rappresenta solo un palliativo in quanto quasi certamente non attecchiranno come avvenuto in altri casi e quindi saranno destinati a morte certa”.

Alle accuse mosse dal PD l’amministrazione risponde con una note congiunta a firma dell’assessore ai lavori pubblici, Roberto Cassibba e dello stesso sindaco, Maria Rita Schembari. I due hanno risposte alle contestazione facendo chiarezza sulla rimozione degli alberi, rimarcando che la procedura si è attivata dopo aver acquisito le autorizzazioni e tutti i parere positivi, spiegando inoltre che chi ha un ruolo istituzionale ha gli strumenti necessari per accedere agli atti.

“In questi giorni sono state sollevate delle polemiche da parte di un consigliere di opposizione, relative alla rimozione di due alberi siti davanti alla facciata principale della Chiesa già dedicata a San Filippo Neri – spiega l’assessore Cassibba -. Nello specifico, si tratta di “ficus benjamin e pinus halepensis” che, nel corso degli anni, a causa del notevole apparato radicale, hanno arrecato danni sia al terrapieno su cui erano stati piantati, sia alla struttura stessa della Chiesa”.

L’assessore Cassibba specifica che in occasione del progetto di rigenerazione urbana avviato l’anno scorso, in cui è previsto il ripristino non solo di alcune vie antiche del centro, ma anche la parte antistante la Chiesa e la piazzetta della biblioteca, è stato necessario acquisire tutte le autorizzazioni da parte del Dipartimento dei Beni Culturali della Regione Siciliana alla rimozione degli alberi, e i pareri di un esperto agronomo sui danni arrecati e potenziali qualora gli alberi  rimanessero al loro posto. A questo vanno aggiunti la valutazione di tutti i rischi per la sicurezza pubblica causati dall’evidente cedimento del muro di contenimento del terrapieno. 

“Sono atti e documenti depositati presso i nostri uffici comunali – commenta l’assessore Cassibba – ai quali chi ricopre un ruolo istituzionale, può accedere tramite una normale richiesta. Perché è questo ciò che si dovrebbe fare prima di sollevare polemiche molto facili da smentire. L’attività ispettiva di ogni singolo consigliere comunale consiste nell’accertarsi prima e, in caso, intervenire dopo. Ad ogni buon conto, gli alberi da estirpare, non sono destinati alla morte ma, come quelli della biblioteca, saranno piantumati presso il realizzando cimitero di Pedalino anche perché, una delle principali condizioni poste dalla Soprintendenza BB.CC.AA nel parere paesaggistico, è quella della ripiantumazione in spazi pubblici del Comune.”

A fare eco all’assessore Cassibba, anche il sindaco Maria Rita Schembari che nella nota spiega:

“Sono palesi alcune inesattezze nella polemica sollevata . Ad esempio, non è vero che quegli alberi esistono da sempre per due motivi: il primo perché non esiste una chiesa dove il prospetto principale venga nascosto da alberi e il secondo perché da alcune documentazioni fotografiche della Chiesa, nei primi del ‘900, i ficus non c’erano”.

Inoltre l’ombra offerta dai due Ficus risultava da tempo non fruibile dai cittadini, senza dimenticare che le chiome folte coprivano buona parte della facciata della Chiesa. “Pertanto, così come da progetto di questa amministrazione, la facciata della Chiesa già dedicata a San Filippo Neri non avrà nell’immediato superfetazioni vegetali che ne coprano la lineare, originaria bellezza, ma, al contrario, siamo certi che, opportunamente illuminata, essa contribuirà ad accrescere la già notevole suggestione scenografica di questo scorcio di città” conclude il sindaco Schembari.

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