“L’art de ressentir” la personale di Giovanna Gennaro in mostra alla galleria Bregoli Arte di Modica

Al numero civico 44 di via Resistenza Partigiana a Modica una nuova mostra d’arte “L’art de ressentir” una personale di Giovanna Gennaro, curata da Lucia Nifosì, critica d’arte.

Una mostra che si candida a diventare una delle mostre di riferimento nel panorama culturale ibleo, per la non comune delicatezza figurativa che racconta della sensibilità personale, e per l’accensione di una luce improvvisa dentro paesaggi di luoghi visti e conosciuti.

“L’art de ressentir” non mette in mostra solamente 26 opere fisiche, ma risalta la creatività e l’estro di Giovanna Gennaro, permettendo a tanti di osservare diversi elementi pittorici in grado di far vibrare le corde dell’anima.

“Sarà la componente onirica e visionaria, sarà una non comune delicatezza figurativa che racconta della sensibilità personale, sarà l’accensione di una luce improvvisa dentro paesaggi di luoghi visti, percorsi o solo sognati, sarà che lo spettatore rimane catturato dalle epifanie di luci e variazioni cromatiche dei suoi lavori, da manifestazioni luminose d’afflato e di contenuti”, chiarisce la critica d’arte e curatrice della mostra Lucia Nifosì.

Attraverso questa mostra lo spettatore potrà immergersi in un mondo di espressione creativa e introspezione emotiva, dove l’arte diventa il veicolo attraverso cui l’anima umana si manifesta per la sua bellezza.

“Riguardando le mie ultime opere e ultime prove di ricerca – commenta Giovanna Gennaro – considero tutta la mia  pittura come un Cahiers d’art. Un  quaderno di studi dove si intrecciano appunti, rivisitazioni, come ad esempio le citazioni letterarie e lo sguardo di opere dei grandi maestri con i miei daprès”.

L’artista è cresciuta a livello artistico in un contesto culturale abbastanza vivace, questo le ha permesso di confrontarsi con grandi autori e di presentare le sue opere con i maestri del gruppo di Scicli. Possiede una cifra stilistica originale e coente al tempo stesso.

Le sue opere, realizzate con pastelli principalmente, alcuni tecnica mista e pittura ad olio, spaziano tra i paesaggi della propria terra, a una rilettura di opere dei grandi del passato. I quadri sono il frutto di una lunga ricerca estetica, che “ l’ha accompagnata – spiega Lucia Nifosi – in un passato più lontano invitandola ad accarezzare la superficie di statue classiche, la cui durezza materica a tutto tondo, si trasforma in immagine bidimensionale, ricercata e vibrante, ricca di pieghe, volumi e sfumature pur nella gamma cromatica ridottissima. Bianchi, grigi, rosa, pallidissimi e azzurri cinerini sono polvere di talco che ha magicamente preso consistenza: sono fantasmi di un canto epico che, sebbene in un soffio, potrebbero dissolversi, si aggrappano al nostro presente come numi tutelari e fonte di inesauribile ispirazione”.

“L’art de ressentir” è uno splendido viaggio all’infinito, dove la ricerca di nuove possibilità, di atmosfere, di colori e di luci si concretizza materialmente sulla tela. Osservare queste opere permetterà allo spettatore di vivere emozioni forti, pensieri e riflessioni, lasciandosi così per qualche minuto la complessità della vita quotidiana. 26 opere singolari, un viaggio di passione “fatto di paesaggi iblei – dichiara l’artista Giovanna Gennaro – con particolari di archeologia di cui ne sono affascinata, dove notiamo la storia di questi luoghi e anche di arte greca e moderna, il tutto con una rivisitazione, con una mia rilettura. Una ricerca di nuove possibilità”.

La mostra si terrà dall’8 dicembre al 5 gennaio 2024, presso la galleria Bregoli Arte a Modica. Gli orari di ingresso sono dalle 17:00 alle 20:00 il lunedì, dalle 9:30 alle 12:30 e dalle 17:00 alle 20:00 dal martedì al sabato. L’inaugurazione è in programma nel giorno dell’Immacolata, l’8 dicembre alle 18:30.

Le opere di Giovanna Gennaro meritano di essere viste, forse per molte scoperte, perché hanno una energia forte che induce a rimanere estasiati. Una personale che racconta la bellezza, una traduzione contemporanea dell’idea ellenica “kalòs kai agathòs”, cioè “bello e anche buono”.

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