“Lasciate Vittorio con mamma e papà”. L’appello ha raccolto già 25.400 firme, la legge sta sbagliando?

Sono già 25.400 le firme raccolte dai genitori affidatari del piccolo Vittorio Fortunato che chiedono di poter continuare ad essere la mamma e papà di questo bambino che a soli 3 anni ha avuto già una vita piuttosto travagliata.

Abbandonato alla nascita per strada con il rischio di morire, ha avuto poi la fortuna a 16 mesi di trovare una famiglia vera. Adesso però la donna che lo ha partorito lo rivuole indietro e la legge è dalla sua parte.

Si discute sempre di quale sia il concetto di famiglia ma è chiaro ed evidente, che non basta partorire per essere madre ne tanto meno partecipare al concepimento per essere padre. E purtroppo la cronaca ci riporta tante storie che lo dimostrano, come quella della piccola Diana, 18 mesi, morta dopo essere stata abbandonata dalla mamma in casa per sei giorni, oppure la storia del piccolo Thiago che non è nemmeno nato perché quello che doveva essere suo padre ha ucciso la madre al settimo mese di gravidanza. 

Non ci sono giustificazioni e attenuanti per nessuno di loro, almeno non per l’opinione pubblica che condanna senza se e senza ma queste donne e questi uomini. Perché se in questo Paese c’è una cosa che ci rende uniti e su cui non c’è nessuna divisione, e lo dimostrano i numeri della petizione, è che i bambini devono essere tutelati sopra ogni cosa. Peccato che la legge non la pensa così. 

Come si fa a rimanere indifferenti all’appello di una mamma e di un papà che proprio sotto Natale, quando tutte le famiglie sono riunite, devono dover dire addio al loro figlio?

Si perché Vittorio Fortunato è il figlio di questa coppia, che ha accolto questo bambino che invece qualcuno pensa di poter trattare come un pacco, abbandonato e poi ripreso. Ma la colpa non è di quella donna che dice di essere sua madre, nonostante abbia nascosto a tutti la gravidanza e poi abbia deciso di darlo al suo amante che non ha trovato niente di meglio da fare che buttarlo per strada, la colpa è di una legge che non tutela questo bambino, che sta dalla parte sbagliata, che continua a decidere seguendo una logica che noi gente comune, non possiamo comprendere. 

In che mondo viviamo se un giudice pensa che sia più giusto ridare un figlio non voluto alla mamma biologica piuttosto che lasciarlo alle cure della famiglia che lo ama?  In che mondo viviamo se un giudice non consente a due genitori di curare la figlia in un altro paese per provare a salvarle la vita?

Forse bisognerebbe rimettere le cose al proprio posto e far sì che la legge si occupi di punire i colpevoli, gli assassini e non di rovinare la vita, perché è questo che sta facendo, ad un bambino che, siamo sicuri, se potesse parlare saprebbe già chi scegliere perché davanti alle due donne che adesso rivendicano di averlo con se, chiamerebbe “mamma” colei che lo ha cresciuto e non riconoscerebbe nemmeno la donna che lo ha partorito. 

Ci dispiace non provare nessuna pietà per lei che tre anni fa ha fatto la sua scelta. Una scelta fra l’altro per cui ancora attende di essere giudicata, essendo sotto processo penale per concorso in abbandono di minore. La legge dice che Fortunato può tornare dalla donna che lo ha partorito, e allo stesso tempo la legge potrebbe anche condannarla per concorso in abbandono di minore. Ha sbagliato la legge prima, o sta sbagliando ora?

E allora crediamo che sia arrivato il momento che qualcuno intervenga seriamente per porre fine a questo disastro giudiziario, per evitare l’ennesima vittima di una giustizia che non è giusta per niente. Altrimenti sarebbe il caso di rivedere l’art3 della Costituzione “la legge è uguale per tutti” almeno che non si debba intendere che non funziona per nessuno. 

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