Aeroporto di Comiso: anche la protesta per il suo rilancio divide il territorio e la politica

Da settimane tra adesioni e prese di distanza si annunciava la grande protesta, partita dai cittadini e dal territorio per alzare la voce sul futuro sempre incerto dell’Aeroporto di Comiso e per chiedere più dignità sul tema del trasporto aereo per la provincia di Ragusa e il Sud-Est dell’Isola.

Com’era prevedibile dalle dichiarazioni raccolte negli ultimi giorni da istituzioni, partiti politici, movimenti ed associazioni di categoria, il territorio è arrivato all’appuntamento di questa mattina perfettamente diviso.

Tra i pochi rappresentanti istituzionali presenti questa mattina, l’on. Dipasquale parlamentare regionale del PD che anche oggi ha ribadito la necessità che la Sicilia debba avere un piano per scali minori.

“Lo vado ripetendo da ormai non so più quanto tempo, nelle piazze e al Parlamento siciliano: la nostra isola deve deve dotarsi di un piano complessivo di sostegno e sviluppo degli aeroporti minori; la Regione deve partecipare alle spese delle società di gestione che, altrimenti, saranno sempre in perdita. Nelle altre piccole realtà del resto d’Italia si fa così e non si capisce per quale motivo non debba essere lo stesso anche in Sicilia. Il Governo regionale agisca di conseguenza!”.

Presente al sit in per chiedere il potenziamento dell’infrastruttura, partendo da un maggiore traffico aereo, il movimento “Punto a capo” che aveva alla vigilia della protesta sottolineato come questa per l’aeroporto di Comiso, sia una battaglia senza colori politici e che deve necessariamente unire il territorio.

Ma evidentemente l’appello è rimasto inascoltato dai più.

Per il Movimento “Punto a Capo” occorre costituire un Comitato Permanente che rappresenti tutte le categorie interessate e che non abbia attori politici, in grado di elaborare un documento da sottoporre alla Regione Siciliana con richieste precise e che abbia la forza di avviare un percorso nuovo e virtuoso.

Confcommercio Ragusa, in vista della protesta di oggi, alla quale non ha inteso aderire, aveva spiegato di prendere le distanze da chi userebbe questi problemi per strumentalizzazioni di carattere politico, invitando invece a imbastire confronti, analizzare modelli di crescita, formulare strategie specifiche e non organizzare proteste che hanno solo il sapore di fomentare un muro contro muro di cui nessuno avverte il bisogno.

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