Trasporti aerei in tilt in Sicilia: Catania riapre il 25, Palermo è nel caos e Comiso arranca

Viaggiatori nello sconforto più totale dopo l’annuncio fatto da Enac e Sac che il Terminal A dell’aeroporto di Catania resterà chiuso per altri cinque giorni e che riaprirà dunque non prima del 25 luglio.

Lavori sono in corso con la Protezione civile per portare i voli in partenza dal Terminal C dagli attuali due a quattro e poi a sette l’ora. Tantissimi i disagi che stanno vivendo i viaggatori da e per la Sicilia, con deviazioni assurde e ritardi insopportabili.

E a fare discutere in queste ultime ore è la decisione della Gesap di limitare l’utilizzo dello scalo di Palermo ai voli ‘dirottati’ da Catania, l’Enac, nella nota, ‘rivendica il proprio ruolo di autorità nel determinare la capacità degli aeroporti siciliani a supporto dell’operatività” dell’aeroporto di Fontanarossa.
Il Presidente della Regione, Renato Schifani, ha richiamato tutti al senso di responsabilità comune per garantire il diritto alla mobilità dei cittadini, ed ha annunciato che è entrato a regime il sistema di trasferimento con navette dei passeggeri verso gli scali di Comiso, Palermo e Trapani.

A puntare il dito su Comiso è anche l’on. Ignazio Abbate che afferma: “La gestione dello scalo comisano sta mostrando in questi giorni tutti i suoi limiti. Limiti che erano già sotto gli occhi di tutti ma che nel momento di emergenza sono venuti a galla. Palermo ha già annunciato che ridimensionerà drasticamente l’accoglienza dei voli previsti a Fontanarossa perché intasano oltremodo lo scalo del capoluogo. Trapani non è una alternativa proponibile perché il tempo per raggiungerlo è superiore di tre volte a quello che occorre per percorrere qualsiasi altra tratta nazionale da Catania. Per cui rimane solo Comiso. Peccato che tale aeroporto, tra le altre mancanze, non sia dotato del cosiddetto sistema del servizio di check in informatico Dcs che impedisce a compagnie come, per esempio, Ita Airways di imbarcare passeggeri. Per cui la situazione paradossale è che un ragusano che sarebbe dovuto partire da Catania deve prima recarsi nel capoluogo etneo per fare il check in e poi tramite navetta o mezzo privato tornare a Comiso per imbarcarsi sull’aereo”.

Questa emergenza deve servire a far capire a tutti che così l’aeroporto di Comiso non serve a nessuno. Il Pio La Torre deve essere affidato a chi ha le competenze e soprattutto la voglia di farlo fruttare.

Mentre il Codacons ha già chiesto un intervento urgente dell’Enac per verificare le segnalazioni dei viaggiatori e garantire che lo scalo di Comiso e il suo personale offrano servizi adeguati e informazioni a tutti i passeggeri, la situazione attuale di Comiso è fuori controllo, con gente che bivacca, senza neanche una sedia su cui sedere e in balia del nulla.
La Sicilia merita di più, il governo deve intervenire con decisioni drastiche, sostituire chi non riesce a gestire le emergenze, affidare la situazione in mani competenti, non servono le frecce tricolori, bastano aerei di linea e strutture che li sappiano gestire ed ospitare.

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