Una parata sociale per ravvivare il senso di collettività della città. È quella che è stata organizzata dall’Associazione Artisti Associati – MATT’Officina con il patrocinio del Comune di Modica 

In realtà questa non è la prima volta che l’associazione cura questo evento che è giunto alla sua sesta edizione. A sfilare i personaggi in maschera dell'”Antico Carnevale della Contea di Modica” ovvero le tradizionali maschere della Commedia dell’Arte come La Vecchia Di Li Fusa e Bacco ed i fedelissimi Riavuli Zuppiddi.

Modica, infatti è da sempre stata sede di storiche feste in maschera e opere letterarie a tema. Tradizione tramandataci dal letterato Serafino Amabile Guastella nei suoi scritti sull’Antico Carnevale di fine ‘800 e che l’associazione Artisti Associati di Modica ha deciso di portare avanti 

La produzione delle maschere che hanno partecipato alla sfilata di oggi ha goduto della collaborazione della Cooperativa Sociale “La Forza della vita” che ha partecipato attivamente seguendo dei laboratori artistici ideati da Pamela Vindigni e Luca del Guercio, negli spazi MATT’Officina, dove sono state affinate le tecniche di lavorazione della cartapesta, della modellazione e infine della colorazione. Ogni partecipante ha realizzato la propria maschera e ha scelto poi gli elementi per il proprio costume. Le modalità di interventi sartoriali sono state curate da Antonella Malasoma. 

 La manifestazione, sotto la direzione artistica di Pamela Vindigni, presidentessa dell’Associazione MATT’officina ha preso il via alle 10 dalla chiesa di Santa Maria di Betlem poi ha attraversato corso Umberto I con una prima sosta all’interno del Chiostro S. Domenico (festeggiamenti comunali); infine la parata è proseguita lungo Corso Umberto I con una sosta festiva in Piazza Matteotti per poi rientrare. 

“Indossare la Maschera o semplicemente incarnare un personaggio, ha spiegato Pamela Vindigni, è stato un modo per uscire dalla banalità del quotidiano e disfarsi del proprio ruolo sociale.”

Una manifestazione, quindi per eliminare, almeno per un giorno, le distanze che quotidianamente ci separano e risvegliare il senso di immaginazione, grazie al rinnovo ciclico della tradizione del rito festivo.