Modica, intervista ad Alberto Sipione ideatore di A/telier: luogo di incontro tra artisti e territorio, al quartiere di Via Pizzo (Foto gallery)

Modica Alta è formata da un insieme di luoghi che la rendono unica, alcuni sono visibili altri nascosti, luoghi che sanno accoglierti e regalarti un’emozione, come quello che abbiamo trovato in Via Pizzo al civico 42.

Suonando al portone di quella che apparentemente sembra un’abitazione privata si viene catapultati all’interno di una galleria d’arte, un luogo anzi un non luogo, come ama definirlo il suo ideatore, dove si creano delle situazioni.

Ad accoglierci Alberto Sipione, siracusano di nascita, modicano d’azione perché come accade a molti quando scopri Modica, e soprattutto la sua parte più vera e autentica, non puoi non innamorartene.

Alberto, che di professione fa l’infermiere, ha voluto così creare l’A/telier, questo il nome del luogo di cui vi stiamo parlando, proprio nel quartiere più vero di Modica Alta, il Pizzo ma anche quello, per certi versi più abbandonato, accogliendo nello spazio, realizzato all’interno dell’androne della sua casa, artisti emergenti del territorio e artisti affermati provenienti da ogni parte del mondo per dare la possibilità a tutti di fruire dell’arte. Una passione la sua affinata nel tempo grazie alla possibilità di conoscere più da vicino questo mondo.

 “Il mio migliore amico di vent’anni è un gallerista di Basilea, con cui negli anni ho collaborato, ed ho avuto modo di guardare come funzionava questo mondo e quindi ho voluto realizzare questo spazio, che non voglio chiamare semplicemente galleria, perché è qualcosa di diverso qui si creano situazioni, e la situazione è qualcosa di spontaneo che si crea senza alcun programma. E questo luogo è ideale per realizzare queste situazioni. Qui mi sono sentito accolto e ho capito che era necessario creare qualcosa lungo questo percorso che dalla Chiesa di San Giovanni porta al Pizzo e che ogni giorno viene attraversato da tanti turisti, ho voluto dare un contributo per animare la strada. Per me è molto importante creare un contatto tra gli artisti, me ed il territorio, la gente che sta fuori, non mi interessano le grandi mostre all’interno di un museo dove non c’è scambio con le persone. Il rapporto tra l’artista e il pubblico è importantissimo e credo fortemente che l’arte debba essere accessibile a tutti. Purtroppo, bisogna inculcare nella gente che acquistare un’opera d’arte è fare un investimento che può essere lasciato in eredità mentre spesso si preferisce acquistare allo stesso prezzo un bene che poi si consuma, come un paio di scarpe o una borsa”

In questo momento l’A/telier ospita le sculture dell’artista modicana Pamela Vindigni, e le opere tessili di un’artista internazionale che viene dalla Svizzera il cui nome d’arte è Unica. Ma questa storia iniziata da pochi mesi ha già in programma un futuro ricco di iniziative…

L’idea è sempre quella di combinare un artista modicano con un artista di fuori. Ho già contatti con sei artisti. Per me è importante che si creino delle affinità, dobbiamo avere la stessa visione dell’arte. Per me non ha senso organizzare delle personali, soprattutto di artisti emergenti. Ma mi piace mettere insieme artisti che abbiano un filo conduttore, che abbiano una storia da raccontare. Ma oltre a questo ho intenzione anche di creare altre situazioni culturali, in modo da ampliare l’offerta, ad esempio, realizzando la ‘residenza di artista’ che permette all’artista di turno di confrontarsi con il territorio e con le persone che ci vivono. La prossima settimana, ad esempio, arriverà un artista da Reggio Emilia e vivrà qui per una settimana, farà le opere qui, e siccome utilizza materiali riciclati come il legno ho già preso contatti con due falegnami della zona che gli metteranno a disposizione i resti del legno che mischierà con delle resine. E tutto questo lo realizzerà nei locali di Matt’Officina. Poi, a Febbraio, tornerà ed esporrà le sue opere insieme ad una giovane artista modicana Antonella Giannone che viene dall’Accademia di Belle Arti di Catania.”

Parlavi di Matt’Officine ma a Modica Alta c’è anche Immagina, delle realtà che pur mantenendo la loro unicità hanno un obiettivo comune che è quello di creare qualcosa che offre quelle che tu chiami ‘situazioni’, soprattutto, per i più giovani. La vostra quindi è una collaborazione attiva che avete intenzione di portare avanti?

Ho avuto modo di partecipare attivamente al progetto le Vie dell’Immaginario. Ero all’interno del percorso “Alice nel paese delle Meraviglie”. La galleria era un posto fisso da visitare e per questo motivo ho scelto di fare, come prima mostra fotografica, quella di “Pinocchio Nero” che riprendeva un’altra favola che seppur con contenuti diversi dava un senso di continuità. Poi stiamo organizzando per fine dicembre, una mostra che verrà ospitata nei locali di San Nicolò, ci saranno due pittori, il modicano Ignazio Monteleone e Sergio Poddighe di Arezzo. La mostra grande verrà realizzata, come dicevo a San Nicolo, mentre qui da me i due artisti  esporranno poche opere leggermente differenti. Per quanto riguarda Matt’Officine, alcuni artisti che espongono qui come Pamela Vindigni fa parte del gruppo del laboratorio artistico polivalente che è Matt’Officine, quindi questo legame esiste. Abbiamo anche aderito insieme, l’8 ottobre, alla Giornata del Contemporaneo organizzata dall’AMACI (Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani), che mette in evidenza lo stato delle cose nel mondo dell’arte in questo paese. Lungo questa strada si è creata una situazione particolare con artisti che esponevano, che creavano, che si mescolavano alla gente del luogo che diventava essa stessa parte dello spettacolo e poi a rendere tutto più piacevole la musica del chitarrista Stefano Meli. E siccome questa idea è piaciuta molto e ha visto l’adesione di tante persone abbiamo replicato con un evento simile un aperitivo con le artiste che stanno esponendo in questo momento. Anche questo evento ha avuto un buon riscontro.”

Perché fai tutto questo?

Ti potrei rispondere in modo banale, che bisogna sempre vivere le proprie passioni nella vita. Per la mia vita l’arte, la creatività, fare rete è un tentativo di integrare tutto ciò nella vita quotidiana ma anche per il superamento della vita quotidiana che è dettata da tempo per lavorare, ma anche da tempo libero che in realtà fa parte indirettamente della produzione lavorativa. I programmi del tempo libero valgono per tutti non c’è la possibilità di sviluppare la propria creatività, è difficile. Quindi il mio obiettivo è quello di creare qualcosa di diverso ma in semplicità, senza dover chissà inventare o progettare cosa, con quello che hai a disposizione e soprattutto con il coinvolgimento delle persone che vivono in questo quartiere e che sono le prime a sostenermi, a ringraziarmi per aver realizzato qualcosa di nuovo, che fa rivivere il quartiere, questo per me significa aver centrato l’obiettivo, essere riuscito a rendere l’arte qualcosa accessibile a tutti.”

L’A/telier è aperto il LU/ME/SA DALLE ORE 18.00 ALLE 20.00 ma siamo certi che se suonerete alla porta in orari diversi se Alberto è in casa vi farà entrare lo stesso…

Alberto Sipione, Ignazio Monteleone, Matt'Officine, Modicas Alta, Pamela Vindigni, Sergio Poddighe

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