Scicli, rimuovere la bandiera della comunità Lgbt+ ha diviso la città. Ma il sindaco Marino è convinto della sua scelta

L’unico errore che ho commesso è quello di aver atteso tanto prima di togliere la bandiera avrei dovuto farlo fin dal primo giorno in cui mi sono insediato

Queste le parole con cui il sindaco di Scicli Mario Marino, da noi contattato ha risposte alle polemiche sulla decisione di rimuovere la bandiera dell’associazione ARCIGAY dal balcone del Municipio. “Non è assolutamente una scelta contro nessuno, ha poi spiegato il sindaco Marino, ma solo una decisione che avevo maturato sin da subito nella convinzione che sul prospetto principale del Comune, come dice la legge, bisogna che ci siano solo le bandiere istituzionali, quella dell’Italia, della Regione e quella dell’Europa.  Come ho già detto in Consiglio Comunale, troveremo un luogo adatto, una sede importante dove esporre la bandiera. Chi vuole speculare in tempo di elezioni su un gesto che ripeto non ha alcuna intenzione di offendere nessuno lo faccia pure ma credo che usare questi mezzucci per fare campagna elettorale sia davvero inopportuno.”

A quanto pare il sindaco di Scicli non sembra minimamente intenzionato a tornare sui suoi passi né tanto meno pentito della scelta fatta che a quanto pare è stata anche sollecitata da molte persone fra cui anche un candidato alle regionali Antonello Firullo come dimostra questo documento…

Ed è stato forse questo che ha dato particolarmente fastidio ad un altro candidato Nello Di Pasquale come si evince dalle parole scritte nel lungo post sul suo profilo che riportiamo di seguito:

 “Da qualche giorno la città di Scicli è in fermento per colpa della richiesta, avanzata da un personaggio in cerca d’autore e di un pugno di consensi noto in provincia, di rimuovere la bandiera dell’associazione ARCIGAY dal balcone del Municipio per essere allocata altrove insieme “ad altri simboli di CATEGORIA”, si legge nella nota. Secondo il richiedente tale vessillo sarebbe “discriminatorio e fuori luogo” e “non rappresenta l’Istituzione”. A me e a chiunque abbia a cuore le lotte per i diritti civili questa istanza ha fatto rabbrividire sia per l’obiettivo che si prefiggeva che per il linguaggio usato. Soprattutto in considerazione del fatto che la bandiera dell’associazione era appesa alla ringhiera del balcone e non insieme alle bandiere istituzionali che sventolano una accanto all’altra come prevede il Cerimoniale del Governo. Se c’è qualcosa di discriminatorio e fuori luogo mi sembra che sia proprio la richiesta di questo personaggio e il suo atteggiamento che, nei fatti, è un evidente attacco omofobo contro ARCIGAY e tutto il mondo LGBTQ+. Sorprende ancora di più, poi, che il primo cittadino, appena quattro giorni dopo e senza batter ciglio, abbia dato seguito all’istanza rimuovendo la bandiera da un luogo in cui stava da più di un anno e mezzo e dove, negli anni precedenti, hanno avuto spazio anche i drappi di altre associazioni (Libera, Casa delle Donne – Scicli, Legambiente, etc.). Tutta la vicenda è assai grave, è chiaro, e forse qualcuno non si rende conto che in questo modo si ledono i diritti di una comunità che lotta contro ogni forma di discriminazione e che promuove i diritti LGBTQ+. Non è questa la Scicli che conosciamo come città aperta, inclusiva e all’avanguardia e sono sicuro che i suoi cittadini, quando a giugno hanno scelto chi in città avrebbe governato, non si aspettavano tali azioni!”.

Ma Di Pasquale ovviamente non è stato l’unico a sollevare eccezioni su questa decisione, diciamo che a Scicli si è scatenata in questi giorno una vera e propria rivoluzione data anche dal fatto che ieri sera si è tenuta a Scicli a Villa Penna una serata per i diritti Lgbt+ contro l’omobitransfobia promossa dall’Arcigay Ragusa. Una serata molto partecipata a cui ovviamente il sindaco di Scicli Mario Marino ha preferito non andare. “Ho preso questa decisione per evitare ulteriori tensioni. Ma ribadisco la mia vicinanza all’Arcigay considerato che nei giorni scorsi avevo avuto proprio un lungo incontro con il Presidente Andrea Ragusa che è un mio concittadino e con cui abbiamo avuto modo di confrontarci ma non abbiamo fatto alcun accenno alla bandiera”

Il presidente di Arcigay Ragusa Andrea Ragusa però non è di questo parere e ribadisce l’importanza del simbolo della bandiera esposta proprio in quella che dovrebbe essere la casa di tutti ovvero il comune. “Non credo che se ci fosse stata un’altra bandiera avrebbero preso la stessa decisione. Ma soprattutto toglierla dopo un anno e mezzo e in piena campagna elettorale non è stata una bella cosa, è stato come fare un passo indietro di 50 anni. Mi dispiace molto che sia accaduto proprio nella mia città che ha invece sempre dimostrato grande apertura e grande senso di accoglienza. E la serata di ieri ne è stata la dimostrazione”.

Serata Villa Penna

Chiudiamo con le parole del collega Bartolo Lorefice che è stato uno dei primi a sollevare la questione, perché crediamo che le sue parole debbano fare riflettere tutti…

Le bandiere sono importanti. Le bandiere incarnano identità. Aspettarsi che una giunta di centrodestra tenesse il vessillo rainbow, accanto a quelli istituzionali sulla facciata del comune, è da ingenui. Un segnale importante averla issata per anni, ma adesso è cambiato il vento. Bisogna prenderne atto, elaborare il lutto e affrontare la realtà. Quello che sta accadendo a Scicli è la prova che la strada per il pieno riconoscimento della comunità Lgbt e dei suoi diritti in Italia è ancora in salita. E, temo, le cose peggioreranno nei prossimi mesi, a Palermo come anche a Roma. A quanto pare i diritti della comunità arcobaleno rimangono un tema divisivo, un tema di parte, un tema su cui fare campagne elettorali strumentali e prive di argomenti reali”.

Solo il tempo ci dirà chi avrà torto o ragione…

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