Regionali, la giravolta del candidato Ignazio Abbate: dal Pci alla Democrazia Cristiana di Totò Cuffaro

La scelta del partito, dopo la scomparsa dell’Udc, alla fine, pone diversi interrogativi tra gli elettori dell’ex sindaco di Modica

In provincia di Ragusa, la candidatura più attesa, era quella di Ignazio Abbate, ex sindaco,  in corsa per un seggio all’Assemblea Regionale Siciliana. Una candidatura preparata e  annunciata da tempo, forse  da qualche anno, come sbocco naturale di un percorso politico, anche se controverso e alla fine per nulla coerente. Visto dove è andato a parare.

La parabola politica di Ignazio Abbate iniziata nel PCI si è conclusa, alla fine, dopo l’implosione dell’Udc di Cesa e Terrana in Sicilia,  nella Democrazia Cristiana di Totò Cuffaro.

Certo una serie di interrogativi questo percorso politico di Ignazio Abbate, se li porta dietro. Ma non solo gli interrogativi di un giornalista. Sono gli interrogativi, le domande e le perplessità, se volete, di quanti andranno a votare il 25 settembre. Sono gli interrogativi di tanti che sono già delusi, molti dei quali del gruppo “ Abbate all’Ars”, di quelli che sostengono a spada tratta, “ ora o mai più,  perché Modica deve avere un rappresentante a Palermo” e di quelli che dimostravano qualche simpatia, ma attendisti. Certo l’accelerazione della campagna elettorale ha complicato le cose, anche a chi aveva pianificato nel dettaglio, il percorso per arrivare al cuore dei cittadini votanti. Ora con questa scelta , sarà più difficile.

Ma proviamo ad elencarli questi interrogativi, non tutti, ma quelli più importanti.

1 – Ha dimenticato, il nostro Abbate, quando nel  comizio del 2013 a Piazza Matteotti si scagliava contro il “sistema Cuffaro” e invocava la mafia lontano dalla politica?

2 – Ma ha dimenticato anche che l’UDC che è il “partito più bello del mondo”,  dal suo approdo si è squagliato come neve al sole? ( I particolari nelle cronache di questi giorni)

3 – Si è reso conto che i 5 cavalieri che erano piombati da Roma e da Palermo per sostenere la candidatura del “migliore”,  si sono venduti tutti, nessuno escluso, per un pezzo di pane (leggi seggio)?

4 – E forse ha dimenticato la sua nomina  a responsabile  ( regionale, nazionale, anzi mondiale) della comunicazione dell’UDC, che passerà alla storia come la più breve di sempre?

5 – Ha dimenticato, il nostro candidato Abbate, la distanza dei partiti da una sua candidatura, esauritasi, poi,  nell’approdo ad un partito che della nostalgia per il vecchio sistema ha fatto la propria bandiera?

6 – Ed ancora. Come può, Ignazio Abbate, dimenticare le battaglie di sinistra, la militanza nel PCI, nei DS, e adesso l’approdo tra i relitti della vecchia DC?

7 – Come potrà spiegare Abbate tutto questo ai modicani, ai suoi amici, ma prima di tutto a se stesso ed alla sua storia?

Perchè al netto della propaganda, la verità  è che l’ex sindaco di Modica ha scelto di candidarsi in un partito marginale, che fa della nostalgia democristiana il proprio cavallo di battaglia e che è guidato da un politico condannato in via definitiva per mafia: questa è, piaccia o no; e questa sarà quando, come è auspicabile, Ignazio Abbate salirà su un palco a Piazza Matteotti con a fianco Totò Cuffaro.

Lo ha scelto lui, non noi che ci limitiamo a scrivere ciò che accade, senza il mantello della propaganda e senza l’arroganza di chi pretende che i cittadini dicano bianco anche quando vedono il nero più profondo.

Perchè in fondo non è un caso quello che è accaduto ad Ignazio Abbate, ma una concezione profonda della politica e della vita: non importa se ho fatto una scelta, o se ho utilizzato la città per giustificare quella scelta; importa solo raggiungere il risultato, soddisfare la propria ambizione personale.

E pazienza se bisogna cambiare partito in una notte, scegliendo l’unico partito che fa a pugni con la tradizione democratica ed antimafiosa di Modica e della provincia.

Assemblea regionale, Democrazia Cristiana, elezioni regionali, modica

Commenti (4)

  • In Italia siamo abituati anche a conversioni al contrario: basti pensare ad esempio a Mattarella e a Casini democristiani doc eletti nelle liste del Pd. Casini, da 39 anni in Parlamento ,e’ candidato con il Pd a Bologna.

  • E Mattarella cosa c’entra ? Accostare il suo nome a quello di Cuffaro e’ dire una bestemmia ! Cuffaro e’ stato condannato per favoreggiamento alla Mafia. Mattarella ha avuto il fratello ucciso dalla Mafia. Chiaro ?

  • Ricordare ai lettori che al consiglio provinciale che rappresentava la sinistra e cosa oramai arcinota, che poi sia confluito nell’ Udc, portandosi dietro consiglieri comunali e uscendo con contrasto con l’ex presidente del consiglio comunale, è costruendo un suo partito, ma haimè la gente lo ha votato e rieletto, poi a meravigliarsi di questo trasformismo mi pare una cosa che avviene in quasi tutti i rappresentanti, chi è passato da forza Italia al Pd?? O altri partiti. Che l’Udc non raggiungesse il 5% ha fatto tremare i dirigenti stessi e allora visto che Cuffaro con la nuova DC, al consiglio comunale di Palermo ha superato e appoggiato Lagalla, quindi è un mafioso l’ex rettore, si sono premurati visto il successo della lista di Cuffaro approfittare sperando in un successo trainati da Cuffaro, allora per Palermo il sindaco va bene, per altri no. Che poi Abate sia un personaggio che a molti da un po’ di nausea perche ha interpretato il ruolo del sindaco come un podestà e un altro discorso, ma la legge glielo consente, che sia indisponente ma che si è fatto una base elettorale numerosa, si può obiettare clienterale, un altro discorso, ma chi dei vecchi sindaci non ha creato per sé una base elettorale clientelare per ambiti traguardi, tutti di destra di sinistra e di centro e non facciamo nomi. Mi pare esagerato questo richiamo al trasformismo e al passaggio della Nuova Dc, c’è un motivo, checché ne dica qualcuno da ex che qua si era in dirittura d’arrivo al 5% con la sua conduzione, miraggio..

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