Pozzallo, come due amici al Bar discutono della campagna elettorale che dura da anni

Al tavolo di un bar del Lungomare Pietrenere della marinara città di Pozzallo

TURI  – Vogliamo una campagna elettorale reale.

PEPPE – Che significa reale? Più reale di così. Siamo in campagna elettorale da mesi, anzi da anni, esattamente dal giorno dopo il risultato delle elezioni del 2017.

Dal Palazzo di città sono partiti mille comunicati mille, anche su robe di poco conto; una enorme quantità di razzi accecanti per esaltare come “grande impresa” un tombino sistemato, una buca stradale riparata, la sostituzione di una lampada della pubblica amministrazione.

Con la regia di un consigliere comunale factotum, interventi di ordinaria manutenzione sono stati osannati come inarrivabili conquiste di civiltà. Figuriamoci poi quando da Roma, Ministero dell’Interno per la precisione, sono arrivati “i compensi” per i numerosi sbarchi irregolari autorizzati nel porto di Pozzallo, “unico porto sicuro” dopo Lampedusa.

 Accoglienza? Integrazione? Per favore, un po’ di rispetto per chi arriva, per chi accoglie i poveri cristi in fuga e per chi vive dalle nostre parti la vita non facile di tutti i giorni, guidato dal comune buon senso e da amore sincero verso il prossimo.

TURI –  Mi spiego meglio. Proprio per le cose che tu racconti, per reale intendo una campagna elettorale fatta di contatti veri, umani, personali con uomini, donne e giovani di questa nostra splendida e laboriosa comunità marinara, confusa tra le nebbie del virtuale mondo dei Social ove, oltre al trionfo di miserabili fake news, abbondano ruffiani attestati di eterno amore, spesso esternati per ringraziare qualcuno del Palazzo per il favore ricevuto o anche per stupido timore reverenziale.

Per non dire di persone letteralmente fulminate da promesse faraoniche che non saranno mai mantenute. Basti leggere con un minimo di attenzione le vicende politiche di questi ultimi anni per scoprire la schiera di donne e uomini, futuri assessori e futuri sindaci, abbindolati, usati e regolarmente lasciati come l’Aretino Pietro, con una mano davanti ed una di dietro.

PEPPE – U viri cu si tu … Come puoi credere che nel terzo millennio ci sia ancora qualcuno che possa cadere in questa specie di rizzagghiu?

TURI – U viri cu sugnu iu, u viri cu si tu … Come spieghi allora che fra le cinque liste che sostengono il sindaco uscente Roberto Ammatuna vi sia anche una lista che mi pare si chiami “Città Comune”, ca nun ci cunfinfera nenti con Roberto Ammatuna?

PEPPE – E che sta a significare? Dicono che si tratti di un “sacro accordo” per il bene della città. Hai letto lo slogan?  “Con noi vince Pozzallo”. Ti pari nenti?

TURI – Siiiiiii … vince Pozzallo. Ma quando mai, vince la speranza del sindaco uscente di candidarsi alle nazionali.

PEPPE –  Ma in quale partito, visto che non appartiene ad alcun partito?

TURI –   Partito? Che importa? Unni capita, capita.

PEPPE –  E al suo posto chi siederà a Palazzo “La Pira?”

TURI –  Tutti … tranne la persona da lui infinocchiata.

PEPPE – A chistu tiatru?  

John Bonaiuto

Elezioni comunali, pozzallo

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