Don Ignazio La China, Vicario di Scicli: ”Prof. Sgarbi, ha fatto una brutta figura da capra”

Feste pasquali, scambiate per un pugno di voti. La dura critica del Vicario foraneo di Scicli Don Ignazio La China. 

Sembra non avere fine la polemica a seguito della decisione del vicariato di Scicli di non permettere lo svolgimento della tradizionale festa del Gioia la domenica di Pasqua. Nonostante nei Comuni vicini si è deciso di provare a tornare alla normalità dando l’ok ai festeggiamenti della Santa Pasqua, Scicli resta ferma nelle sue posizioni.

Ed è di queste ore l’intervento del Vicario foraneo di Scicli don Ignazio La China che in un video risponde alle parole del critico Vittorio Sgarbi che era intervenuto qualche giorno fa per convincere proprio lui e tutti i pregi di Scicli a tornare sulle loro posizioni e permettere agli sciclitani di godere della festa.

Sgarbi inoltre aveva usato parole piuttosto dure nei confronti di Don Ignazio “C’è qualcosa di malinconico nel pensare che ci sia un prete che dice no perché c’è un pericolo di contagio. E’ qualcosa che fa pensare ad una totale mancanza di fede in Dio.” Ma Don Ignazio non ci sta e nel video che vi proponiamo per intero dice delle parole forti ma che fanno riflettere, rispondendo punto per punto al noto critico.

Sulla fede ad esempio Don Ignazio cita le parole del Cardinale Martini dicendo che “la vera differenza non è tra credenti e non credenti, tra atei e cristiani ma tra intelligenti ed ottusi”. Ma Don Ignazio va oltre e si chiede “A chi giova questa polemica?” E aggiunge: “Forse qualcuno ha barattato la festa del Gioia con un pugno di ‘voti’”.

Don Ignazio inoltre ricorda a Sgarbi in merito alla sua affermazione che la festa servirebbe anche a sconfiggere il Covid che i sacerdoti hanno il compito di “essere educatori e non cadere nella superstizione”. Insomma un botta e risposta che ci fa comprendere come la situazione sia ormai uscita fuori dai confini prettamente religiosi.

E l’impressione è proprio questa, e le parole di Don Ignazio confermano le nostre sensazioni, ovvero che la politica abbia invaso il campo della fede e abbia scelto al posto di chi ha il reale potere di farlo. La tentazione di usare queste due importanti vetrine, la Madonna Vasa Vasa a Modica e il Gioia a Scicli, per le elezioni imminenti e non, va oltre il reale interesse di tutelare la comunità.

E forse non ha tutti i torti Don Ignazio a rimanere sulle proprie posizioni e a non cadere nella tentazione di accontentare non tanto i fedeli quanto coloro che li utilizzano per il loro scopo. Le pressioni subite a Modica da Don Antonio Forgione sono la dimostrazione che c’è un interesse superiore che sta muovendo la scelta o meno di festeggiare la Pasqua.

Un interesse che, ripetiamo, ha poco, anzi nulla a che fare con la fede. Tutto questo è molto triste ma siamo certi che se non esiste una giustizia terrena ne esisterà certamente una divina e allora ognuno si assuma le proprie responsabilità davanti agli uomini e davanti a Dio.

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