Scicli, Davide e la sua famiglia offrono ospitalità ad un ragazzo/a profughi ucraini

Solo chi ha sofferto veramente può comprendere la sofferenza altrui, ma soprattutto, solo chi ha affrontato questa sofferenza, con l’amore e la vicinanza degli altri, sa quanto sia importante avere accanto persone che si prendono cura di te e curano, oltre al tuo corpo anche la tua anima.

Per questo motivo, quello che ha scritto il nostro amico Davide, ieri, sul suo profilo non ci ha stupiti, ha solo confermato quello che sapevamo già di lui e dei suoi meravigliosi genitori: ovvero che hanno un cuore grande.

Per chi non conoscesse Davide raccontiamo solo che è un ragazzo che ha avuto un brutto incidente che oggi lo costringe a stare sua una sedia a rotelle e che gli impedisce di comunicare a parole ma che grazie al sostegno e alle cure di papà Franco e di mamma Carmela, riesce a farlo in tanti altri modi, soprattutto con i suoi occhi espressivi e vivaci.

Ed è proprio grazie a papà Franco che in questi anni Davide è riuscito ad avere una vita sociale e tramite  la sua voce e le sue mani condivide i suoi pensieri sul suo profilo social dove ieri ha scritto questo post:

“Da quando ho avuto l’incidente tante persone mi sono state vicine e di aiuto, ora che sono adulto e fisicamente migliorato forse potrei far felice qualcuno che in questo particolare momento sta soffrendo tantissimo a causa della pazzia che ha colpito Putin, dopo due giorni di discussione in famiglia abbiamo deciso di dare la disponibilità ad accogliere in affido temporaneo un ragazzo o una ragazza ucraina. Lo scrivo sui social non per farmi bello o per propaganda, ma conoscendo la risonanza mediatica spero che la mia disponibilità possa arrivare alle persone che si adoperano per questa problematica. Non so se bisogna scrivere alla prefettura o ad altra istituzione, se qualcuno di voi mi può aiutare lo faccia subito, il mio cuore è aperto, contattatemi, ve ne sarò grato.Il Signore ci ha detto: “ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a non me”.

Parole che si commentano da sole e che andrebbero prese da esempio e da incoraggiamento per tutte quelle persone che magari sono state sfiorate da questo pensiero ma che si soffermano più sulle difficoltà che sulla grande opportunità che avrebbero nel dare ospitalità ma soprattutto amore ad un bambino o ad una bambina o anche ad una famiglia che oggi vive il dramma della guerra. 

Affido, Davide Donzella, ucraina

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