Modica, l’avv. Nino Ruta: “Se il Corso Umberto piange, certamente la parte Alta della città non ride!”

Lettera in redazione che volentieri pubblichiamo

Pubblichiamo una lettera ricevuta in redazione dall’Avv. Antonio Ruta perché a nostro dire ci sono spunti di riflessione importanti che ci piacerebbe condividere e commentare con i nostri lettori.

“Leggo su ildomaniibleo.com – scrive l’avv Ruta – un articolo molto interessante nel quale Maria Carmela Torchi, ponendosi il dubbio sulle possibili ragioni dell’assenza di Modica, tra le tappe del programma 4 Hotel, con Bruno Barbieri, ha voluto formulare una risposta assolutamente plausibile e ragionevole: forse perché in questi anni Modica non è riuscita ad imporsi nel panorama nazionale ed internazionale come tappa obbligatoria tra i comuni del Val di Noto non solo da visitare per un giorno per poter acquistare il famoso cioccolato ma anche una città da vivere, dove soggiornare.

In questa affermazione è condensato tutto il limite delle politiche turistiche cittadine degli ultimi anni. 

Un limite caratterizzato, prima di tutto, dalla sempre maggiore “inospitalità” di una parte del centro storico, il Corso Umberto I, che ha rinunciato ad essere il “salotto buono” della città, abdicando in favore di un più prosaico ruolo di “corridoio”, non-luogo per antonomasia, soffocato dal tossico predominio delle automobili e dall’insopportabile, strombazzante maleducazione dei ciclomotori “truccati”.

Un’immagine deprimente pervade il Corso Umberto: lo sporco dei marciapiedi, soprattutto quelli pavimentati in pietra bianca, le cui macchie, vistosissime, testimoniano gli infruttuosi prodotti di bagordi notturni e l’incuria di chi dovrebbe esserne custode; le tante vetrine spoglie di altrettanti locali commerciali chiusi; l’assenza di un arredo urbano e, quindi, la desolante ed unica funzione “transitoria” che “il corridoio” è in grado di offrire; la fontana dello Stretto, già partita male fin dalla sua realizzazione, ed oggi resa repellente dai fungini miasmi di acqua marcia ad escrementi di piccione; la tristezza dei trenini che si contendono i turisti e l’espressione “imbarazzata” di questi ultimi, di ritorno dal “non-tour”; la penosità dei cartelli con su scritto “vero cioccolato modicano” e la “discutibile” associazione di questo “oro nero” alle questioni “d’onore” mafioso, chissà se anch’esso meritevole del marchio IGP; la totale assenza di verde pubblico e l’immagine nuda degli alberi, pochi, brutalmente capitozzati.

Avv. Antonino Ruta

E se il Corso Umberto piange, certamente la parte Alta della città non ride! Dimenticata, abbandonata, eternamente assente da ogni tipo di iniziativa, anche solo di natura culturale e/o turistica, emarginata ed ignorata, come si è soliti fare quando si ha a che fare con le persone per le quali si prova imbarazzo o vera e propria vergogna.E anche lì, a Modica Alta, c’è una distesa di automobili e parcheggi selvaggi, tante case vuote, molte in disfacimento, come una sorta di cancrena, come una specie di lebbra che si sta divorando, di anno in anno, il volto di un intero quartiere, nell’indifferenza generalizzata di cittadini e amministratori. E allora mi chiedo, perché mai un turista dovrebbe soggiornare in un posto come questo? Per fare cosa? Per andare dove? Per incontrare chi?La bellezza immensa della nostra città è coperta da uno spesso strato di polvere, smog e incuria, vittima dei calcoli di basso cabotaggio ad opera di politici “transumanti” e imprenditori improvvisati. La città nobile e altera, sede dei Vicerè e della Contea non c’è più.Il cigno è morto. Resta solo un brutto anatroccolo, da vedere di passaggio, velocemente… “Scatta una foto! Prendi il Bus, l’autista ha messo in moto, lì, davanti al Palazzo degli Studi!”

Grazie per la vostra attenzione e complimenti per il lavoro che state facendo

Cordialmente

Antonio Ruta

Come dicevamo gli spunti di riflessione che ci consente di aprire questa lettera sono davvero tanti e tutti condivisibili. E’, ad esempio, inammissibile quello che sta accadendo a Modica Bassa, il famoso salotto buono della città, diventato un vecchio salotto da rottamare: le saracinesche abbassate, i locali vuoti, le panchine deserte fanno pensare ad un centro storico fantasma dove non si passeggia più come una volta, dove non si va a fare shopping come avviene in un qualsiasi centro storico di una qualsiasi città sia essa del Nord o del Sud.

Perché è accaduto questo?

La vita a Modica Bassa è solo concentrata nel tratto che va da San Pietro al Monumento e anche qui ci sarebbe tanto da dire perché le panchine sono state prese d’assalto dai tavolini dei locali.

E come si legge nella lettera la situazione a Modica Alta è ancora più grave. Sono davvero poche le attività che hanno scommesso su questa zona e bisogna fare loro un plauso perché se qui ancora resiste un po’ di vita è grazie a questi coraggiosi provati e alla loro professionalità che ha permesso a questa parte della città che, solo chi conosce bene sa quanto è preziosa, di avere ancora quella attenzione che le varie amministrazioni che si sono susseguite non sono riuscite a dargli.

E le giustificazioni sono sempre le stesse, è difficile trovare parcheggio, qui ormai ci vivono solo anziani.

Sbagliato questo quartiere è gremito di famiglie con bambini, c’è una scuola, una chiesa, una piazza, non manca niente se non la volontà di farlo diventare il gioiello della città come è accaduto per Ragusa Ibla, o per Via Mormino Penna a Scicli.

Non si può amministrare solo pensando alle campagne e alle periferie, bisogna far tornare a rivivere il centro storico e Modica Alta deve essere considerata un proseguo di questo percorso. 

Si devono incentivare gli affitti per le attività commerciali e per le abitazioni, qui potrebbero sorgere tanti B&B recuperando così vecchie case che sono abbandonate, si possono organizzare manifestazioni che ne mettano in risalto le peculiarità, si può dare la possibilità ai giovani di aprire locali. Ma tutto questo non può essere solo un proclama da campagna elettorale, bisogna attuare un programma serio di rilancio della città bisogna schierarsi da una parte, quella dei cittadini, ed è l’unica parte possibile.

Anche loro però devono fare la loro parte perché il rilancio di un quartiere si fa anche e soprattutto con la collaborazione di chi ci abita che deve adattarsi magari a dei cambiamenti che possono sembrare difficili da accettare ma che sono necessari se non si vuole fare morire questa città.

E allora pretendiamo dal prossimo sindaco un programma serio di rilancio del centro storico e di Modica Alta e facciamo si che le belle promesse non restino solo sulla carta e soprattutto ciascuno di noi faccia la sua parte non abbandonando il centro storico per spostare la propria attività alla Sorda e se la colpa è degli affitti eccessivi e allora che deve intervenire l’amministrazione. Si può fare non è difficile basta solo crederci fino in fondo! (Mariacarmela Torchi)

Bruno Barbieri

Commenti (2)

  • Sono d’accordo con la redazione, la riqualifica della città parte dallo sguardo di chi la vive, quando la città sarà accessibile e accogliente per il cittadino lo sarà anche per il turista e non il contrario. Ed è vero Modica alta resiste, nonostante tutto e continua ad essere un’isola nell’isola, io vivo qui ho scelto di viverci e provo anch’io a fare la mia parte.
    Grazie per il vostro lavoro.

  • La soluzione a tutto cio’ è alla portata di tutti,alle prossime elezioni un solo nome puo’ far si che tutto diventi realta’ PIERO TORCHI SINDACO.

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