Intitolazione Ospedale Maggiore: Abbate scherza con i fanti ma lascia stare i Santi

L’annuncio del primo cittadino che vuole intitolare il nosocomio al beato Nino Baglieri con una decisione verticistica

L’Ospedale Maggiore di Modica diventerà “Ospedale Maggiore Nino Baglieri”. L’annuncio è stato ufficialmente fatto nei giorni scorsi dal sindaco di Modica Ignazio Abbate ed è stato rilanciato da tutti gli organi di informazione.

Abbate ha parlato di “nuova importantissima denominazione”, dopo aver ricevuto la disponibilità della Curia e della direzione generale Asp. Naturalmente nulla da eccepire sulla figura di Nino Baglieri che nel suo percorso terreno ha lasciato un’ impronta indelebile e che meglio di tanti altri ha rappresentato un fulgido esempio di come dalla sofferenza possa nascere speranza e gioia, ma qualche riflessione sull’annunciata intitolazione ci sembra doverosa.

La storia del Beato Nino Baglieri è nota a tutti: Nino dopo le scuole elementari comincia a lavorare come muratore e a soli 17 anni, il 6 maggio del 1968, precipita da una impalcatura e si risveglia tetraplegico, incapace di qualsiasi minimo movimento, ad eccezione della testa.

Per i medici che lo hanno in cura si tratta di un caso disperato e arrivano a proporre l’eutanasia, cui si oppone con tutte le sue forze soltanto la madre, che da quel momento inizia a prendersi cura di lui, accompagnandolo in un calvario senza fine. Ritornato nel 1970 a casa, devastato nel fisico e nell’anima, si rinchiude in un isolamento sempre più totale, rifiutando ogni contatto con l’esterno per evitare.


Fino al 1978 sono anni di ribellione, di bestemmie e di solitudine; il 24 marzo, Venerdì Santo, un gruppo del Rinnovamento nello Spirito insieme a padre Aldo Modica si riunisce attorno al suo letto per una preghiera, sollecitata da lui, che ha sentito parlare di questi incontri in cui si verificano anche guarigioni. Al momento dell’imposizione delle mani da parte del sacerdote «ecco, un grande calore e un grande formicolio invadere tutto il mio corpo; come una forza nuova entrava in me e qualcosa di vecchio usciva». Non si tratta però della guarigione fisica che ha tanto sognato, «ma il Signore ha operato qualcosa di più grande: ha guarito il mio spirito».

Da quel preciso istante inizia per lui un cammino all’insegna della speranza e della gioia, con un’esplosione di vitalità che ha bisogno di essere comunicata agli altri. La sua casa e il suo letto diventano un crocevia della speranza.
Accoglie ogni giorno 80 persone e la sua testimonianza di gioia arriva ovunque: da ogni continente gli scrivono e lui risponde a più di 7000 lettere, scrivendo con la bocca.

Dal 1982 inizia a festeggiare ogni 6 maggio l’«anniversario della Croce», con la stessa intensità con cui si festeggia l’anniversario di matrimonio o di ordinazione, perché «se non fosse stato per quella caduta dal quarto piano, tutta questa grazia di Dio non l’avrei mai conosciuta».

La fama di santità di Nino è tale per cui già il 3 marzo 2012, cioè il giorno successivo al quinto anniversario della sua morte, nella cattedrale di San Nicolò a Noto, il Postulatore Generale della Famiglia Salesiana, don Pierluigi Cameroni, ha consegnato a monsignor Antonio Staglianò, vescovo di Noto, il “Supplex libellus”, ossia il documento con cui veniva ufficialmente chiesta l’apertura della causa di beatificazione e canonizzazione. Il 18 aprile 2012, i vescovi della Conferenza Episcopale Siciliana si sono detti favorevoli all’introduzione della causa.

Questo sintetico racconto della vita del Beato Nino Baglieri solo per evidenziare che nessuno avrà nulla da ridire sulla opportunità dell’ intitolazione a Nino Baglieri del nosocomio modicano, ma sulle modalità di questa pseudo intitolazione invece no, qualcosa da ridire c’è sicuramente.

Anzitutto, è normale che ad interpretare il parere della città sia stato il sindaco, senza che questi abbia sentito la necessità di ascoltare il parere della collettività, in maniera più democratica, indicendo magari un referendum, per condividere la decisione con la popolazione? Ed è sicuro che piaccia a tutti che il nome di “Nino Baglieri” venga solo messo a margine della denominazione “Ospedale Maggiore”  che resterà tale?

Magari qualcuno avrebbe preferito che il nosocomio di via Aldo Moro fosse diventato Ospedale “Nino Baglieri” e qualcuno potrebbe anche pensare che la denominazione Ospedale Maggiore Nino Baglieri sia solo una pseudo intitolazione dal sapore elettoralistico per accontentare quanti in buona fede non hanno riflettuto bene sulle modalità dell’intitolazione? E forse all’annunciata “importantissima denominazione” non si è data l’importanza che avrebbe meritato Nino Baglieri? Le domande su cui riflettere sono diverse, ma chissà se queste avranno mai una risposta.

asp, beato

Commenti (1)

  • Le mezze misure credo non piacciano a nessuno. Per dare il giusto valore a un Grande come Nino Baglieri credo, a mio parere, sia giusto il cambio totale da ospedale maggiore a: “Ospedale Nino Baglieri”.

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