Enti pubblici, trasparenza e comunicazione….la giungla del fai da te

A rischio il ruolo del giornalista, ora si predilige il “portavoce” o i post diretti sui social. I comunicati firmati dai giornalisti sono destinati a scomparire. La disinformazione social prenderà il sopravvento.

Tutti i cittadini hanno il diritto di essere informati su ciò che avviene all’interno dei Palazzi, ma questi non potranno mai trasformarsi in una casa di vetro se non si riconosce il lavoro di chi per professione ha scelto la comunicazione: il giornalista.

 Sì il giornalista, questa specie in via d’estinzione nell’era della rivoluzione tecnologica, di internet, dei social media, della giungla chiamata informazione.  

Per la verità esiste e da oltre venti anni una legge su informazione e comunicazione della Pubblica Amministrazione: è la n.150 del 2000, che purtroppo nella maggior parte dei casi resta inapplicata. Quello che emerge dalla nostra ricerca, in sintesi, è che ognuno fa quel che vuole nel libero mercato degli uffici stampa e che quando questi esistono, i giornalisti che ne fanno parte hanno i contratti più disparati. Per darvi un quadro della situazione, sappiate che in Italia esistono oltre 20 mila enti pubblici e che dei 20 mila ipotetici addetti stampa che dovrebbero curarne la comunicazione, l’Ordine dei giornalisti riesce a tracciarne una parte minima: poco più di 800.  E non è tutto: negli enti pubblici risultano oggi contrattualizzati con il contratto nazionale di lavoro giornalistico Fnsi-Fieg solo 212 giornalisti e di questi, appena 37 sono assunti a tempo indeterminato.   

La cosa più stucchevole è che pur essendoci una legge che regolarizza la presenza degli uffici stampa atti a garantire la trasparenza sull’attività degli enti pubblici, la Legge non prevede sanzioni per le istituzioni inadempienti. E così la trasparenza e la comunicazione pubblica vanno a farsi friggere!  

In questo panorama da giungla si inserisce la volontà di disegnare una nuova legge per la comunicazione pubblica (la “legge 151”, che riformerà la 150/2000), con l’obiettivo di riorganizzare profondamente e rilanciare la comunicazione pubblica italiana, rivedendo anche i profili e le funzioni, riconoscendo nuove professionalità (legate al mondo della comunicazione online) e rivedendo i percorsi contributivi e contrattuali. Ci si chiede, tuttavia, se il percorso della comunicazione pubblica debba procedere verso un rinnovamento radicale, con la definizione di una nuova legge quadro, oppure concentrarsi sull’applicazione diffusa della Legge 150 del 2000.  

Scusate se di fronte a questa manifestata volontà ci viene da ridere (per non piangere)!  

E’ solo di poche settimane fa la protesta di Assostampa Sicilia, esterrefatta davanti alla decisione dell’Ars che ha soppresso con un colpo di spugna la norma del 2004 che prevede che il portavoce nei Comuni sia giornalista, iscritto all’Albo. Un attacco alla categoria anche secondo il segretario regionale dell’Assostampa Roberto Ginex, secondo il quale questa decisione di fatto sancisce il passaggio dal giornalista al politico-giornalista, per arrivare ora direttamente al politico. 

Che ci sia molto da fare perché il lavoro degli enti pubblici sia davvero trasparente lo verifichiamo ogni giorno nell’espletamento del nostro lavoro, quando cerchiamo di raccontare con la massima trasparenza quello che avviene all’interno dei Palazzi, avere un quadro limpido della situazione riesce difficile anche a noi.

Ma proviamo a darvi un quadro della situazione partendo proprio dai Palazzi di città.

Facciamo alcuni esempi a cominciare da Ragusa dove esiste un Ufficio stampa composto da: Giuseppe Blundo (Capo Ufficio Stampa), Faustina Morgante (direttore responsabile del bimestrale edito dall’ente Ragusa Sottosopra Orizzonti) e da Giovanni Iacono (esecutore).   

A Modica esiste un ufficio stampa composto da Marco Sammito che ne è anche Capo, ma da qualche giorno è andato in pensione e di fatto non si sa ancora chi ne prenderà il posto.  

A Comiso c’è Laura Incremona Responsabile ufficio comunicazione istituzionale mentre il Sito web istituzionale è affidato a Nunzio Ciarcià   

A Scicli l’ufficio Stampa è rappresentato da Peppe Savà  

A Pozzallo, addetto alle relazioni con Organi di stampa è Gianfranco Di Martino  

A S. Croce Camerina c’è un Consulente della Comunicazione reclutato direttamente dal primo cittadino al quale risulta legato per tutto il suo mandato: è Sergio Randazzo chiamato a svolgere la sua prestazione professionale con autonomia organizzativa e operativa con gli orari e i tempi che determinerà per il migliore espletamento dell’incarico e in base agli obiettivi da perseguire.   

A Vittoria è stata nominata portavoce dalla Commissione straordinaria Sonia Iacono anch’ella alle dirette dipendenze dell’organo di vertice dell’amministrazione con incarico di carattere fiduciario che terminerà alla fine del mandato della Commissione straordinaria.  

Ad Ispica vige il fai da te: comunicati affidati agli amministratori stessi e relazioni con il pubblico curati dal Capo di gabinetto del sindaco, la signora Di Giorgio.  Tutti gli altri comuni si arrangiano come possono, specialmente i piu piccoli: Acate, Gerratana, Chiaramonte, Monterosso.

Tornando a quello che stabilisce la legge ci sarebbe da aggiungere che c’è una bella differenza tra ufficio stampa e portavoce, tra comunicazione istituzionale e comunicazione politica, c’è da dire che la Legge precisa come sia il portavoce, sia il personale dell’ufficio stampa, non possono esercitare attività nei settori radiotelevisivo, del giornalismo, della stampa e delle relazioni pubbliche per tutta la durata dell’incarico, c’è da evidenziare che non possono essere spacciati comunicati stampa, che non siano firmati da un giornalista iscritto all’Albo dei pubblicisti o dei professionisti. Ma chi se ne frega della legge?  

Infine è necessario un mea culpa, sì perché la colpa è anche un po’ nostra, di chi fa da tramite tra il Palazzo e i cittadini, i lettori, perché è anche vero che se ignorassimo tutte le informazioni che non arrivano dai canali ufficiali e tutti i comunicati non firmati da un giornalista, forse qualcosa potrebbe cambiare, ma anche questo è difficile che avvenga nell’era della disinformazione social dove tutto fa brodo!  

Legge 150 2000, Odg Sicilia, portavoce

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