Violenza sulle donne, la formazione è il cardine per disinnescarla

Domani, giornata internazionale per ricordare ( se per caso siamo così
distratti da non rendercene conto) di quanto lavoro ci sia ancora da
fare , riguardo l’abolizione della violenza contro le donne. La
formazione è una delle chiavi principali che può disinnescare questi
eventi luttuosi. Le donne si trovano di fronte ad autorità, magistrati,
personale preposto alla denuncia di violenza: la parte d’impatto, che
accoglie vittima e denuncia, non può avere un atteggiamento di dubbio, di mancanza di empatia e di incapacita’ di ascolto. In maniera irreparabile questo provoca chiusura, allontanamento, impossibilità di raggiungere concretamente la vittima, per aiutarla e sostenerla.
La magistrata Paola Di Nicola afferma che ci si salva solo chiedendo
aiuto. La parte che accoglie le richieste di aiuto però deve essere
formata, e deve fare i conti con i pregiudizi e gli stereotipi
culturali. Il magistrato della Corte di Cassazione Bruno Giordano
afferma che il caso di femminicidio non è un caso, ma sempre supportato
da specifiche statistiche. Un dato rilevante che sottolinea è quello che
fa riferimento alla rete: più collaborano le parti di una comunità più
è difficile che ci sia un femminicidio. Una catena forte di
collaborazione tra centri antiviolenza, presenze associative, enti
preposti è un altra chiave necessaria, per debellare questa violenza
continua. Viene da dire che l’unione fa la forza. In questo caso
può salvare una vita.

Arianna Salemi

(Foto tratta da Fb)

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