Ragusa, il movimento degli agricoltori sulla moratoria dei debiti: “Deve essere il pallino fisso dei sindaci”

Presso la sede dell’assessorato allo sviluppo economico di Ragusa è stato promosso un incontro per riaccendere i riflettori sulla questione della moratoria dei debiti.

È stato l’assessore allo Sviluppo Economico del Comune di Ragusa, Giorgio Massari, ad organizzare questo importante appuntamento a cui sono invitati gli esponenti della politica ragusana e siciliana, tutti gli agricoltori, allevatori, produttori e consumatori ragusani.

L’appello del movimento spontaneo degli agricoltori, allevatori, produttori e consumatori iblei è rivolto in particolare a tutti i sindaci dei comuni siciliani affinché si attivino, di concerto con i deputati regionali e nazionali, a fare rispettare quanto promesso in più occasioni. Per il movimento è indispensabile che “si garantisca la liquidità immediata e necessaria alle aziende del comparto per poter fronteggiare l’acquisto di foraggio, gasolio ed energia elettrica, per la sopravvivenza del bestiame da allevamento e la coltivazione cerealicola, di ortaggi e piante arboree

Il movimento critica fortemente quanto fatto fino adesso dalle organizzazioni professionali agricole prima tra tutte la Coldiretti, la quale, sottolinea il movimento “dopo 5 mesi di protesta da parte dei produttori, sostenendo che il problema della moratoria dei debiti era stato brillantemente risolto dal Governo centrale, dopo le pressanti richieste degli associati e dei produttori, con una «iniziativa di solidarietà», a nostro avviso farlocca per i quantitativi ridicoli (qualche chilogrammo di fieno per ogni capo di bestiame bovino e ovino), invece si sia limitata a donare agli agricoltori, assieme a Consorzi Agrari d’Italia, BF Bonifiche Ferraresi, Associazione italiana allevatori e Fedama – Federazione delle Associazioni Nazionali di Razza, una elemosina che offende la dignità dei associati e non” Urge quindi secondo il movimento spontaneo degli agricoltori, allevatori, produttori e consumatori iblei “un’operazione verità” e sono proprio gli agricoltori ragusani a fare da megafono.


Non mancano le accusa rivolte anche al Governo regionale siciliano che dichiarano “se avesse adempiuto al proprio dovere, prevenendo la crisi idrica per tempo, correndo poi ai ripari tempestivamente ed economicamente in maniera adeguata, oggi, i nostri colleghi siciliani non dovrebbero accettare l’elemosina da chi ha dimostrato in questi anni di non aver rappresentato gli interessi degli associati, di non averli saputi e voluti rappresentare seriamente nelle sedi istituzionali e nei giochi economici che questa Italia che cambia volto, mirando a trasformarsi in hub energetico in seno all’Unione Europea, sacrificando sull’altare della transizione energetica, l’agricoltura siciliana, se non addirittura l’intero comparto agroalimentare nazionale. Mentre da quasi 5 mesi in tutta l’isola si manifesta e si protesta con presidi permanenti e cortei di trattori disperati e inferociti ma pacifici, il Governo siciliano non si impone a Roma a difesa dei siciliani, porta a casa gli spiccioli e lascia spazio ad un governo nazionale che stanzia miliardi di euro per andare ad investire in nord Africa, incentivando altrove ciò che non è riuscito minimamente a proteggere e valorizzare in casa propria. Oltre al danno pure la beffa!”

Rispetto alle elezioni europee poi il movimento esprime senza mezzi termine la propria idea: “A nostro avviso questo impegno elettorale ed il relativo risultato finale è solo ed esclusivamente una prova di forza tra partiti politici e non una scelta politica decisionale per mandare al parlamento europeo uno o più rappresentati del popolo a difesa dei veri interessi delle piccole imprese”

In conclusione il movimento dichiara che “La moratoria dei debiti deve essere il pallino fisso di tutti i sindaci, i parlamentari regionali e nazionali se vogliono continuare a rappresentare politicamente e dignitosamente anche i nostri territori e non fare la fine dell’assessore regionale all’agricoltura Sammartino il quale rimarrà nella nostra memoria per aver dichiarato durante un incontro istituzionale tenutosi in ARS con i produttori presenti che la mattina quando si alzano non avrebbero dovuto pensare alle produzioni ma bensì a presentare «domandine» tramite i giusti tecnici

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