Presentato ricorso urgente contro il fermo di Mare Jonio

Esposto Mediterranea anche contro governo libico per sparatoria

Il comandante e l’armatore della Mare Jonio, assistiti dalle avvocate Lucia Gennari, Giulia Crescini e Cristina Cecchini, hanno presentato un ricorso urgente al Tribunale Civile di Ragusa contro l’applicazione della sanzione pecuniaria e del fermo amministrativo della nave, inflitto dal Governo dopo lo sbarco a Pozzallo dei 56 naufraghi soccorsi in acque internazionali lo scorso 4 aprile.

“Con questa iniziativa Mediterranea Saving Humans – si legge in una nota – denuncia la falsa ricostruzione dei fatti che è stata proposta da sedicenti “autorità libiche” e chiede che la Mare Jonio sia al più presto liberata dagli effetti del Decreto Piantedosi”.

    Oltre al ricorso al Tribunale amministrativo contro il fermo definito “illegittimo”, il team legale di Mediterranea, come riferisce l’Agenzia Ansa, sta lavorando ad un esposto penale “contro il governo libico, la cosiddetta guardia costiera libica e i miliziani che si trovavano a bordo della motovedetta 658 “Fezzan”, e che hanno aperto il fuoco contro soccorritori e naufraghi nel tentativo di impedire le operazioni di soccorso, condotte in acque internazionali a quasi 100 miglia dalla costa libica”.

Intsanto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, rispondendo al question time al Senato sull’episodio riferito dalla ong Mediterranea saving humans e che ha portato al fermo e ad una sanzione amministrativa per la nave umanitaria.

“E’ pertanto evidente – osserva Piantedosi – che la nave privata Mare Jonio non sia mai stata incaricata dalle autorità competenti ad effettuare operazioni di soccorso in argomento all’interno della zona sar ove si sono svolti i fatti. Della vicenda è stata immediatamente informata l’autorità giudiziaria. La condotta appena descritta ha determinato l’applicazione delle sanzioni previste dal decreto legge 1 del 2023 e il conseguenziale fermo della Mare Jonio”.
“Siamo – prosegue il ministro – nell’ambito di un quadro normativo volto a disciplinare proprio quegli interventi di soccorso ai quali concorrono talvolta assetti navali privati, spesso in acque sar non italiane, e che, pertanto, devono essere sottoposti al coordinamento degli Stati che ne hanno la responsabilità, nel pieno rispetto delle convenzioni internazionali e con la finalità di salvaguardare l’incolumità e la vita delle persone”.

“Su un piano più generale – ribadisce – obiettivo del Governo sarà quello di contrastare ogni indebito, illecito o insostenibile ingresso sul territorio nazionale di persone, al di fuori di un quadro di regole. In questo senso si indirizzano le politiche del Governo volte ad implementare i corridoi umanitari, i canali legali di ingresso ed i percorsi socio-lavorativi”.

Cristina Cecchini, Fezzan, Giulia Crescini, libia, Lucia Gennari, Mediterranea, motovedetta

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