Ragusa: ripristinata la Camera di Commercio del Sud Est. Manenti (Confcommercio): “La soluzione auspicata da tempo”

La Corte Costituzionale, con una sentenza di due giorni fa, ha dichiarato illegittimo il nuovo assetto della Camere di Commercio siciliane e ripristinato la Camera di Commercio del Sud Est che comprende le province di Catania, Siracusa e Ragusa. Non si farà quindi più la nuova Camera che avrebbe dovuto tenere insieme le province di Siracusa, Ragusa, Caltanissetta, Agrigento e Trapani.

Una vicenda che si trascina da anni e che dimostra come in realtà si sia perso solo del tempo. Tempo che ha enormemente pesato sulle imprese che sono state messe in difficoltà da questo tira e molla che oggi finalmente si conclude con quella che era sin dall’inizio l’unica decisione sensata ovvero quello di tenere unite le tre provincie vicine Catania, Siracusa e Ragusa che oggi con l’apertura dell’autostrada lo sono ancora di più.

La Corte, infatti ha ritenuto illegittimo l’art. 54-ter, comma 2, del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73 (cosiddetto emendamento Prestigiacomo) che istituiva un nuovo assetto delle Camere di Commercio in Sicilia sciogliendo e scorporando la camera del Sud Est dichiarando nella sentenza che la decisione è stata presa: “Nel rispetto degli indicatori di efficienza e di equilibrio economico nonché del numero massimo di Camere di Commercio

Per il Presidente di Confcommercio Sicilia Gianluca Manenti questa era la soluzione auspicata da tempo.

Manent,i infatti, ha sempre ritenuto fondamentale parlare di una Camera del Commercio del Sud Est anche andando contro a chi non era favorevole all’accorpamento della Camera di Commercio di Ragusa e di Siracusa con Catania “Non possiamo più pensare al nostro orticello- ha dichiarato il presidente di Confcommercio Sicilia dobbiamo avere una visione più ampia del territorio, in un’ottica di aumento della produttività delle imprese che hanno la possibilità di differenziare la produzione e avviare degli scambi commerciali oggi più veloci e facili grazie anche al nuovo tratto autostradale che riduce i tempi e di conseguenza i costi. Solo insieme possiamo essere competitivi e lo dimostrano i numeri del passato in cui la Camera del Commercio del Sud Est era considerata una delle più forti d’Italia. Adesso è arrivato il momento di ricominciare a lavorare in quest’ottica per il bene delle nostre imprese che hanno già sofferto abbastanza in questi anni di assenza della Camera di Commercio che ricordiamocelo è la casa delle imprese”

Insomma, una vittoria delle imprese ed una sconfitta della politica, almeno di una parte di quella politica, in primis l’onorevole Stefania Prestigiacomo, che aveva sostenuto questo scempio in un’ottica di affermazione del proprio potere, soprattutto del potere della provincia di Siracusa su quella di Catania.

Più cauto era stato il deputato nazionale Nino Minardo che proprio in una intervista rilasciata al nostro giornale aveva dichiarato: “Quando abbiamo avanzato questa richiesta non potendo aumentare il numero delle Camere di Commercio, le uniche strade percorribili erano o lasciarci fagocitare da Catania oppure percorrere una strada alternativa. Una strada che però non è definitiva. Infatti, a livello regionale c’è una proposta di revisione delle Camere di Commercio che ha come obiettivo quella di mettere insieme territori omogenei tra di loro, che abbiano affinità economiche, garantendo pari dignità ai territori.” Ma l’on Nino Minardo non aveva escluso che in futuro ci potesse essere un riavvicinamento con il territorio catanese che, a suo dire, “ha molte affinità con il territorio ibleo” purché, precisava Minardo, “si mettano dei paletti necessari affinché un territorio non prevali su un altro ma ci sia piuttosto una collaborazione per il bene dei cittadini e delle imprese.”

Ed è questa la sfida che si apre adesso. Garantire a tutti i territori di avere la giusta rappresentanza senza che nessuno subisca neppure la preoccupazione di poter essere fagocitato o messo ai margini da altri territori. Per questo è stato proposto di istituire un meccanismo federativo per tutte le Camere di Commercio nelle quali siano accorpate più province. Le sedi legali, servizi, attività istituzionali siano garantiti in ogni provincia affidandone l’operatività ad un vicepresidente, affinché nessuno pensi di poter fare pesare una propria maggioranza territoriale.

Alla Regione adesso spetta il ruolo di garante.

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