“La grande sfida dei consorzi di bonifica: tra riforma e vecchia politica”

Riceviamo e pubblichiamo una riflessione sui consorzi di bonifica del Segretario Generale della Flai Cgil Ragusa Salvatore Terranova

Dopo un anno di governo Schifani, viene da chiedersi: che effetto esso ha avuto o sta avendo sulla gestione dei consorzi di bonifica? Sono effetti positivi o sono negativi? Quali sono gli aspetti e i miglioramenti ravvisabili da quando vi è questo governo regionale? E in particolare sul consorzio di Ragusa? A noi che di questo consorzio ne osserviamo le dinamiche, da quelle più evidenti a quelle meno evidenti, ci sembra che tutto vada a peggiorare.

Da un anno assistiamo all’aggravamento della paralisi gestionale dei consorzi afferenti al Consorzio di Bonifica Sicilia Orientale, nel senso che questo ente esiste solo sulla carta, è diventato soltanto il luogo dove l’attuale Commissario e il suo staff dovrebbero programmare le attività, assumere decisioni e invece si è trasformato in una sorte di pensatoio per il “non fare”. 

Difatti, con la riforma prevista dall’Assessore Sammartino, si decreta il fallimento dell’attuale sistema amministrativo fondato sul Consorzio Sicilia Orientale, ma la situazione reale è quella disegnata dalla vecchia politica che ha accentrato tutto all’interno dello scatolone catanese e dei pochi dirigenti rimasti. Il risultato è evidente a tutti. L’ente ibleo, totalmente privo di autonomia gestionale, è paralizzato! E anche gli altri 5 consorzi mandatari del Consorzio Sicilia Orientale navigano a vista nelle stesse acque.

A Ragusa assistiamo quasi impotenti allo stato di abbandono di un Ente che ha costi stratosferici e che a malapena riesce a fornire l’ordinario in termini di servizi alla collettività. La nostra ovviamente è una considerazione ottimistica, perché il Consorzio di Ragusa è lì per sprofondare definitivamente e non sarà cerco una riforma, come quella attualmente in cantiere, che potrà riportarlo in condizioni sufficientemente accettabili.

Da tempo insistiamo per un controllo più profondo e più esteso da parte della Regione, che tra l’altro attiene alle sue prerogative, sul consorzio di Ragusa, che negli ultimi anni ha vissuto una gestione commissariale, di cui forse è meglio non discutere. Niente di tutto questo! 

Per tale ragione abbiamo anche proposto di affidare la gestione dell’Ente ad un paio di dirigente di alto livello per cercar di invertire la rotta che sta mandando tutto a catafascio. Niente. Nessuna risposta. Forse la gestione che sin qui è stata fatta di questo Ente a qualcuno risulta fatta bene e non ritiene si debba di intervenire. 

E intanto, considerato che sopraggiunge la fine dell’anno, sarebbe importante sapere, in tema di bilanci, da questo Commissario quali risultati ha raggiunto l’ente con la sua guida.

In questo ultimo anno, del nuovo Commissario nominato ricordiamo a stento forse il suo cognome, visto che una sola una volta si è degnato di incontrare le OO.SS e da allora nulla più, nient’altro. 

È chiaro a tutti come non si possa gestire un ente a distanza, addirittura un ente con gravi problematiche di natura economico-finanziaria e di organizzazione dei servizi da rendere al territorio. 

In questi ultimi tre anni abbiamo posto l’accento sulla improrogabile necessità di un diverso e più efficiente modello organizzativo dell’ente per farlo diventare veramente una risorsa insostituibile del territorio, ma anche qui, purtroppo, sia la precedente giunta regionale che l’attuale hanno adottato il comportamento dell’indiano. Come se tutto andasse e và bene!

Per passare alla questione del personale, vediamo attorno ad essa una ridda di confusione che non aiuta. Qualunque onorevole regionale oggi arringa i lavoratori per dire come la pensa e spesso gli capita di dire indicibili castronerie. Dovrebbero parlare le norme per disciplinare seriamente la grande questione dei dipendenti, e invece assistiamo a chiacchiere su chiacchiere, proposte a dir poco miracolose e compagnia bella. In sostanza pochissima cosa. Così come aspettiamo ancora dall’Assessore regionale competente una proposta sui dipendenti da sottoporre al Parlamento regionale, una proposta che abbia almeno il minimo comune denominatore di chiudere con la precarietà contrattuale che interessa tutti i lavoratori delle garanzie occupazionali e sappia ben riqualificare quelle unità che sono già a tempo indeterminato.

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