Modica, scuole: il piano di dimensionamento approvato dalla giunta è antidemocratico?

La giunta comunale ha approvato il piano di dimensionamento scolastico con le condizioni di cui avevamo parlato nell’intervista con l’assessore di competenza Chiara Facello.

Questo vuol dire che a nulla sono servite le indicazioni dei sindacati che in un comunicato a firma congiunta avevano chiesto di mantenere lo stato delle cose come riassunto in questo schema

Invece la Giunta Comunale è andata per la sua strada e ha deciso di realizzare cinque istituti comprensivi secondo questa schema.

Una soluzione che, al di là di alcune evidenti difformità come ad esempio l’aver lasciato il plesso di Santa Teresa accorpato al Polo Frigintini- Fascia Rurale, secondo logiche di convenienza e non certo di appartenenza, se accontenta qualcuno scontenta altri e che comunque pare non sia stata una decisione frutto di confronto con tutti gli “stakeholder coinvolti” come invece sostiene la giunta nella delibera dove si legge: “oltre che nel rispetto delle disposizioni normative in materia, anche in ossequio a tutte le indicazioni acquisite dagli Stakeholder coinvolti e interessati, attraverso un processo partecipativo ed inclusivo, (botton- up), che ne determina il vero valore aggiunto e la massima apprezzabilita’”.

Ma, come mettono in evidenza in un comunicato i rappresentanti degli Istituti Scolastici coinvolti in realtà non è proprio così. “Avremmo certamente gradito il coinvolgimento democratico-scrivono i rappresentanti- per esprimere eventuali proposte o modifiche al piano riportando quanto legittimamente raccolto dai vari consigli di circolo o di Istituto

Nel documento a firma congiunta i rappresentanti, inoltre, si chiedono “come sia possibile non aver fatto nota nella delibera di eventuali clausole di salvaguardia come ad esempio la deroga sul dimensionamento degli istituti del sud o l’opposizione sindacale per evitare il rischio di possibili ridimensionamenti che, se pur nel rispetto dei criteri numerici, feriscono la territorialità o la continuità didattica dei processi di istruzione e educazione.

Cogliamo l’occasione -concludono- per proporre un tavolo tecnico di confronto che oltre all’imminente scelta sulla proposta di ridimensionamento si allarghi ad altre importanti azioni dell’amministrazione comunale come ad esempio trasporti e mensa scolastica” 

In barba, quindi, alla democrazia partecipata, da Palazzo San Domenico, come ormai siamo abituati da oltre dieci anni, le decisioni vengono prese dall’alto o concordate con gli ‘amici’, agli altri non resta che accettare secondo loro in silenzio ma, per fortuna, ancora il diritto di replica non può togliercelo nessuno. 

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