Modica: i dipendenti della SPM sempre più a rischio. Impantanato il passaggio alle nuove società

Intanto è saltata l’adesione alla rottamazione per mancanza di liquidità

Tutti si preoccupano del futuro della SPM tranne l’unico che potrebbe risolvere le cose ovvero il Comune di Modica. Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire a che punto è la storia infinita della società servizi per Modica.

La società è in liquidazione, e l’obiettivo è quello di salvare i 48 dipendenti.

Come? È stato detto e ridetto: per metterli in sicurezza è necessario trasferirli in altre società come è già avvenuto per i 31 operai che sono passati ad ‘Iblea Acque SpA’. Intanto è sfumata anche l’ipotesi della rottamazione che avrebbe permesso alla società di prendere una boccata d’ossigeno.

Il segretario della Camera del Lavoro di Modica Salvatore Terranova scrive all’amministrazione chiedendo, per l’ennesima volta, di accelerare questo iter perché dichiara “se restano ancora legati alla società in liquidazione, rischiano ogni giorno che passa di perdere il lavoro”.

Purtroppo pare che i tempi si stiano dilatando giorno dopo giorno forse perché c’è chi sta sottovalutando la situazione. “Qui– prosegue Terranova- non stiamo più parlando di ritardi nella erogazione delle mensilità dei salari che sono troppi e pesanti, ma soprattutto della perdita di ciò che per questi dipendenti finora è stato ancoraggio di sostentamento nella vita.”

Intanto a proposito di mensilità le 31 unità trasferite il mese scorso ad Iblea acque devono ancora ricevere il mese di dicembre 2022 e gennaio e febbraio 2023 e 15 giorni di settembre 2023 e il Tfr (trattamenti di fine rapporto) rimasto in azienda, mentre alle 48 unità rimaste alla SPM occorre pagare dicembre 2022, gennaio e febbraio 2023 e settembre – ottobre 2023.

Entrambi hanno ricevuto solo il pagamento di agosto. Insomma, una situazione insostenibile e per questo il segretario della Camera del Lavoro chiede di convocare subito un incontro per affrontare le modalità di pagamento degli emolumenti e soprattutto per sottoscrivere l’accordo per il trasferimento delle 48 unità alla nuova società.

Sulla situazione della SPM è intervenuto anche il consigliere comunale del Pd Giovanni Spadaro che aveva messo in evidenza che il 6 novembre era la data ultima per aderire alla rottamazione cartelle, pagando la 1° rata (circa 400 mila euro) per i debiti della SPM ma che il Comune non aveva aderito perdendo tale opportunità e chiedendosi per quale motivo l’amministrazione avesse deciso di aderire alla rottamazione per la Multiservizi, società che non ha alcun dipendente, ed invece non lo avesse fatto per la SPM ed i suoi lavoratori.

Rispetto a questo il segretario cittadino del Pd Salvatore Poidomani senza mezzi termini dichiara “La lunga agonia della SPM sta per finire. Da qualche giorno è cominciata la sua discesa verso il fondo del mare. Lentamente affonda, mentre la Sindaca e l’Assessore, seduti sugli scogli, la guardano, impotenti. L’ultima opportunità per rivitalizzarla è ormai sfumata, visto che le somme per il pagamento della prima rata della rottamazione non sono state trovate; diversamente da quello che è stato fatto per la Multiservizi. La SPM, invece, è stata lasciata al proprio destino. Una scelta politica infausta ma legittima. Legittima perché l’Amministrazione aveva il potere di farlo. Ma ogni scelta politica, a nostro avviso– prosegue Poidomani- deve essere meditata, consapevole e responsabile. In questo caso ci sembra che la decisione sia stata subita, guidata dall’indolenza e dalla rassegnazione. Ora bisogna essere consequenziali. E quindi occorre trasparenza e lealtà nei confronti dei creditori, evitare di assumere altre obbligazioni, attivarsi per eliminare gli inutili costi di gestione e per evitare l’aggravarsi del debito e il rischio di commettere illeciti nella scelta dei crediti da saldare. Nel frattempo- conclude il segretario del Pd-prima che la nave coli a picco, Sindaca e Assessore devono adoperarsi per calare le scialuppe e salvare i passeggeri ancora bordo, i 48 dipendenti”.

Nel frattempo, da Palazzo San Domenico, arriva la risposta dell’assessore al ramo Saro Viola il quale spiega che la mancata adesione alla rottamazione è stata dovuta alla mancanza di liquidità con la quale invece si è preferito pagare una mensilità ai lavoratori. Per quanto riguarda il passaggio invece dei lavoratori nelle nuove società già costituite, come dichiara lo stesso assessore, occorre tempo. Quanto? non si sa! Peccato che questo discorso era già stato avviato dalla precedente amministrazione che aveva promesso di effettuare al più presto il passaggio dei dipendenti ma ad oggi ancora nulla.

E l’ attuale Amministrazione continua ostinatamente a puntare sulla continuità, nel segno della tradizione, collezionando figuracce, e nascondendo la realtà oramai a tutti nota. Un peccato per i lavoratori e per le loro famiglie.

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