A cento anni dalla morte, si ricorda Vilfredo Pareto, l’economista scettico (1848-1923)

(di Salvatore G. Blasco) -Cento anni fa, moriva Vilfredo Pareto, economista , sociologo e uomo d’impresa.
Pareto è considerato un classico per gli studi di economia, statistica e finanza.
Ascoltare da economisti come Arrow, Modigliani e Samuelson, riferimenti a Vilfredo Pareto e alla Scuola di Losanna, era per uno studente italiano di economia motivo di compiacimento e di orgoglio ( lo scrivente è stato uno di questi ).
Per chi è abituato a ragionare su curve di indifferenza e isoquanti e, allargando lo sguardo all’equilibrio economico generale, a meditare sull’ottimizzazione affidata all’incontro della domanda e dell’offerta e al potere equilibratore dei prezzi, il solo nome di Pareto è fonte di emozione intellettuale.
Per conoscere Pareto nella sua complessa personalità consiglio di leggere il volume di Manon Michel “Nella casa di Vilfredo Pareto “, pubblicato negli <Annali della Fondazione Luigi Einaudi >, vol.33,anno 1999.
Chi sa, fra un secolo, se qualche esemplare della sociologia sfugge al rodere dei roditori, un qualche ricercatore troverà che al principio del secolo XX ci fu un grande autore che volle introdurre il principio di relatività nelle scienze sociali: e tuonerà con grande stupore: “ come mai ciò non fu affatto inteso, mentre quel principio invadeva le scienze fisiche?”. Credo che risponderà : < perché a quel tempo le scienze sociali erano arretrate rispetto alle scienze fisiche>.
Così scriveva nel maggio del 1921 il Nostro al suo amico economista Maffeo Pantaleoni ( 1857-1924 ). Detto questo consiglio di leggere di Maffeo Pantaleoni il volume: “ Il manicomio del mondo “ Ed. Liberilibri 2019.
Insomma Pareto è un personaggio eclettico che mi ha sempre affascinato, perché “ uomo dai molteplici interessi” ( così lo definì John Kenneth Galbraith, altro grande economista ) e punto di riferimento più che mai attuale per gli studi dieconomia, matematica e sociologia.
Pareto ha apportato alla teoria economica contributi notevolissimi, in parte anche riconosciti nella letteratura internazionale, tali da farlo ritenere il maggiore economista italiano.
I suoi contributi più importanti concernono i fondamenti della teoria economica.
Ciò consiste nel mostrare l’influenza sulla teoria contemporanea, evidenziando, così, quanto ancora della sua opera, dopo un secolo, vive e viene studiata e applicata in tutte le Università del mondo.
Padre della sociologia e grande economista, nei suoi testi si trovano analisi e strumenti la cui validità non solo è intatta ma è di una attualità sconcertante.
Pareto è stato, col Prof Walras, il fondatore della teoria dell’equilibrio economico generale.
Essi costituiscono quella che fu chiamata la Scuola di Losanna, perché entrambi insegnarono all’Università di Losanna , ( Pareto successe a Walras nella cattedra di economia politica ).
Diciamo anche a ragion del vero che la fortuna di Pareto economista è stata a fase alterne.
Comunque nel decennio tra il 1930 e il 1940 la sua teoria economica si diffuse nel mondo anglosassone.
A seguito dei lavori di grandi economisti come Hicks (1939 ) Allen (1934), e altri economisti, i suoi studi sono inseriti saldamente nel corpo della teoria del mainstream.
Pareto è stato un economista e un uomo scettico, pungente , colto e insaziabilmente curioso, ma altresì a volte goffo e fortemente testardo.
Pareto si è impegnato in tutta la sua sterminata opera di dare il giusto peso al disperato bisogno dell’Uomo .
Nonchè di giustificare la sua condotta, economica e sociologica, a far luce sulle profonde ragioni che spiegano tale condotta per individuare i vari fattori che promuovono equilibrio o ,diciamo, cambiamento nella società, determinando l’ascesa o la caduta delle classi sociali.
Pareto è noto per il cosiddetto “ Ottimo di Pareto”, che corrisponde< a una situazione in cui non si può migliorare il benessere di un individuo senza deteriorare quello di un altro >.
I testi: Corso di economia politica e Trattato di sociologia generale ancora oggi, a distanza di tanti anni, sono fondamentali.
Concludo con una riflessione del noto scrittore fiorentino Giovanni Papini, il quale dopo reduce della lettura del Trattato di sociologia generale di Pareto, edito nel 1916, si lasciava trascinare dall’entusiasmo nei confronti di questo < grande italiano vivente, fra gli italiani che realmente esistono, per il quale si possa adoperare senza abuso e vergogna, l’invilito aggettivo “ grande “>.
Salvatore G. Blasco
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