In Italia le tasse sono alte e le pagano sempre gli stessi (pochi). L’analisi dell’esperto sulla riforma

(di Salvo Blasco) – Prima di inoltrarci in questo ginepraio di opinioni che travagliano il nostro Paese  da tanti lustri ci viene la voglia di capire quanti le tasse in questa Italia le paghino davvero?

     Premetto che nel nostro Paese poche cose fanno litigare come le tasse.

 Ecco perché oggi è indispensabile una riforma complessiva del fisco .

     L’ultima riforma organica in Italia, la Cosciani-Visentini, quella che tra l’altro introdusse l’Irpef , risale al 1973, cinquant’anni fa.

     “ La nostra legislazione tributaria è piena di ossimori, se un imprenditore onesto decidesse di assoldare un esercito di commercialisti per pagare fino all’ultimo centesimo di imposte non ci riuscirebbe perché comunque qualche violazione verrebbe trovata , le norme si contraddicono”

     L’ha detto il ministro  della Giustizia Carlo Nordio intervenendo  a un convegno a Milano.

 Una dichiarazione  che ha fatto molto discutere e che  peraltro ha riacceso l’attenzione  sul tema dell’evasione fiscale nel nostro Paese.

     Ma qual è la situazione fiscale degli italiani?

     In Italia il 13,07% ( i soliti noti ) paga il 58,95% delle imposte.

     I dati di Itinerari Previdenziali evidenziano:

     In Italia il 13,07% della popolazione, 8,2 milioni di contribuenti, versa quasi il 60% delle tasse. Di contro il 44% circa della popolazione  paria 36,5 milioni  di persone, sostiene non più  del 2,44% dell’Irpef.

     E’ così  anche  per le risorse  da destinare alla sanità, alle pensioni e altro.

     Tuttavia, tra il dire le tasse che ci sono e il fare i pagamenti, c’è di mezzo il “ mare dell’evasione fiscale”.

     L’evasione fiscale  è uno dei problemi antichi del nostro Paese.

Per quanto riguarda il carico fiscale, solo il 42% degli italiani paga il 91,8% dell’Irpef, mentre  il restante  58,06%  paga solo l’8,19%.

     Si desume, quindi,  che il 79,92%  dei contribuenti  versa il 27,95% dell’Irpef, mentre la maggior parte dell’imposta è a carico del 20,08% delle persone, con redditi da 29 mila euro lordi in su.

Il totale dei redditi prodotti nel 2019 e dichiarati nel 2020 ai fini Irpef ammontano 884,484 miliardi, per un gettito Irpef  generato  di 172,56 miliardi di euro.

     Sono questi dati su cui riflettere quando si discute di riforma del sistema fiscale.

     Queste percentuali di cui sopra dipendono in buona parte anche da economia sommersa  ed evasione fiscale.

     Ci chiediamo a questo punto  se è davvero credibile che più del 50% degli italiani viva con meno di 10 mila euro lordi l’anno?

Questi numeri  ci descrivono  come il  Paese povero che in verità non siamo: una fotografia facilmente smentita dai dati sui consumi o sul possesso di beni  come automobili di lusso,  smartphone seconde e terze case.

     Un altro mito da sfatare  e quello che vuole ( tutti ) gli italiani  tartassati dal fisco e penalizzati dalle eccessive imposte:   la metà versa poco meno del 3% del gettito  Irpef , pari a 172,56 miliardi di euro al netto di  detrazioni varie: solo per garantire loro  l’assistenza sanitaria servono più di 50 miliardi di euro da altri contribuenti.

     Insomma un enorme e costante trasferimento di ricchezza, sotto forma naturalmente di servizi gratuiti.

     La maggior parte di queste spese per il welfare va a finire sulle spalle di chi le tasse le ha sempre pagate.

     A questo punto occorre mettere mano a una riforma complessiva del fisco.

     L’esecutivo in carica ha presentato un disegno di legge delega  per un nuovo fisco, che il Parlamento ha  già autorizzato.

     Il governo, In linea con la delega approvata dal Parlamento, promette di ridurre  dal prossimo anno le aliquote Irpef da quattro a tre. Poi ha promesso  anche di tagliare le tasse sulle tredicesime e sui premi aziendali.

Ma il nodo sono le risorse.

     Il nodo delle risorse e lo stesso che c’era col col disegno delega presentato dal governo Draghi.

     In entrambi i casi ,una evidente contraddizione tra l’obiettivo di un ambizioso taglio delle tasse  e la mancanza  di indicazioni  su dove prendere le risorse  per coprirlo.

     Concludo affermando che questa incertezza sulle coperture avvolge ogni promessa in un involucro ingannevole.

                        Salvatore G. Blasco

Carlo Nordio, Cosciani-Visentini, delega fiscale, Governo Draghi

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