Si racconta in una intervista al Corriere.it il più famoso agente dei Vip, il modicano Beppe Caschetto

Fra i personaggi illustri che sono nati a Modica forse non tutti conoscono Beppe Caschetto ex dirigente Rai, uno dei più famosi agenti di personaggi dello spettacolo.

Da Lilli Gruber a Giovanni Floris, da Luciana Littizzetto a Virginia Raffaele, da Maurizio Crozza a Neri Marcorè, da Geppi Cucciari e Fabio Volo, da Stefano De Martino a Lucia Annunziata per citarne solo qualcuno.

Beppe Caschetto è restio a rilasciare interviste, nella sua vita ne ha fatte in tutto tre in 30 anni di carriera ma chissà quante cose avrebbe da raccontare. La Itc 2000, azienda per il 70% sua, per il 15% della moglie Rossana Mignani e per il 15% della figlia Federica, è una delle agenzie più importanti del settore.

In particolare l’ultima è stata rilasciata al quotidiano Il Corriere della Sera, che noi vi riproponiamo

Ma come è iniziato tutto?

« Lavoravo in Regione con l’assessore Alfredo Sandri. L’Emilia Romagna aveva firmato una convenzione con la Rai per realizzare in Riviera eventi televisivi importanti, e Ballandi gestiva al Bandiera gialla Beato tra le donne. Il colpo di fulmine fu a Roma a una riunione con Pingitore, autori e dirigenti Rai, un piccolo girone dantesco dove tutti litigavano. Presi la parola e si tranquillizzarono. Ballandi chiese: sapresti rifarlo?»

La sua prima artista fu Alba Parietti: 
« La raggiunsi in Sardegna il 13-14 agosto 1993. Era un astro nascente assoluto, esigentissima: in quel momento ti consentiva di parlare con chiunque, ministri e non. Fini le chiese addirittura di candidarsi come sindaco di Roma ».

Un aneddoto incredibile?
« Mi si presentò un signore distinto, disse che possedeva banche e ville. Stavano facendo una grande lottizzazione a Sharm el-Sheikh e chiedeva che Alba partecipasse alla conferenza stampa a Milano con il ministro degli esteri egiziano. Era disposto a pagare un buon compenso e a darle “pure una villa”. Ai tempi io facevo fatica a fare il pieno della benzina… ».

E quindi?
« Risposi va bene e gli chiesi la villa. Replicò che aveva detto tanto per dire. Ed io: no, ha parlato lei della villa e ora gliela compra. Lo fece ».

Il contratto più importante?
«Come faccio a dirglielo? Ho venduto una breve campagna pubblicitaria a 5 milioni e stagioni televisive per qualche milione».

Chi guadagna di più, tra quelli che segue?
«Alcuni guadagnano milioni, ma generano anche ricavi per milioni».

Cura da solo le trattative?
« I contratti minori li seguono le mie assistenti: ho 14 dipendenti, tutte donne. Più un avvocato e un commercialista ».

Com’è lavorare con sua figlia?
«Complicato. Fa bene, ma non vuole che il lavoro diventi la sua ragione di vita. Lo rispetto».

È anche produttore: di quale film è più fiero?
«Del Traditore, mio vecchio pallino. Grazie a Bellocchio ho avuto la percezione di giocare in un altro campionato. Tre giorni dopo averlo contattato, mi richiamò e disse: Il traditore. Non era solo un titolo, ma la sintesi di una cosa che altrimenti non avrebbe avuto senso ».

Ha visto la serie tv «Call My Agent – Italia»?
«In parte: c’è un artista che rappresentiamo, Maurizio Lastrico, un talentaccio. Quando avevo visto la serie francese avevo pensato a un progetto simile in Italia, ma credo che un agente non dovrebbe mai raccontare quello che fa ».

Sogna mai di mollare tutto e andare a Bali?
« C’è un tale carico, dal punto di vista emotivo, che non vorresti solo andare a Bali, vorresti proprio sparire. Se decidessi di andarmene, non mi troverebbe più nemmeno l’Interpol ».

La chiamano in tanti modi: Richelieu della televisione, Eminenza grigia, Uomo ombra, Lucio Presta della sinistra. Quale la diverte di più?
« Forse Lucio Presta della sinistra ».

In effetti segue solo personaggi di sinistra.
«Seguo personaggi che mi corrispondono un po’, o forse corrispondo io a loro ».

Però ha rappresentato anche Nicola Porro.
« Non solo lui. Lo proposi a La7 per fargli condurre In onda. Convinsi l’allora amministratore delegato Gianni Stella a raggiungerlo in Sicilia, dov’era in vacanza. Arrivammo in Calabria in aereo e da lì andammo in cima a Vulcano in elicottero, dove ci venne a prendere un’apecar che ci portò da lui ».

Perché vi lasciaste?
« Non ci siamo lasciati. Lo avevamo seguito solo per quel programma ».

Non segue più nemmeno Miriam Leone.
« Non è così. Ce ne occupiamo per la tv. Quando è stata matura per il cinema siamo stati noi a consigliarle un altro agente, perché non siamo un’agenzia di cinema: producendo film ci sarebbe un conflitto d’interessi. Fanno eccezione Luca e Paolo, Ferilli, chi è con noi da sempre ».

Parla di conflitto di interessi, ma spesso in un programma si trovano diversi suoi artisti.
« E dove sarebbe il conflitto? Se io immagino che la Littizzetto possa funzionare da qualche parte, posso proporla o no? La scelta finale non è mia: chi decide pensa al bene del programma ».

Lavora mai in nero?
«No, e non è una scelta virtuosa. Se sei figlio di carabiniere e cominci a fare questo mestiere a 36 anni, non sai nemmeno cosa significhi quando senti: “Quelli me li dai con l’elastico giallo”».

I suoi genitori ci sono ancora?
«No. Mio padre era anticomunista viscerale, litigavamo sempre. A 18 anni me ne andai. A 45 ho comprato una casa importante a Bologna, gliene ho dato una parte con il giardino dove poteva tenere un cane, il suo sogno. Non riusciva a capire che lavoro facessi. Non lo convinse neppure una foto autografata di Berlusconi che diceva: “Creda di più a suo figlio”».

Con quale direttore è stato più bello lavorare?
«Con Freccero, paradossalmente: è quello che mi ha fatto più danni, mi ha chiuso tanti programmi, compreso uno di Luca e Paolo che andava benissimo nell’access prime time».

È più difficile, ora, con il Governo Meloni?
«Non sono convinto che questo governo rappresenti un saccheggio. Il vero oltraggio è la regola che definisce nel triennio il periodo di competenza dell’ad e, a cascata, dei dirigenti. Il primo anno serve a capire, il secondo a cominciare a lavorare e il terzo è già di uscita…».

L’artista che segue da più tempo?
«Alessia Marcuzzi, da 30 anni. Quando la presi, il padre mi chiese cosa volessi farne. Vorrei che stesse a casa almeno un anno, risposi. Veniva dal Grande gioco dell’oca, era la ragazza nel fango. Feci almeno 20 viaggi da Gregorio Paolini di Mediaset prima di convincerlo a prenderla».

C’è un artista a cui vuole più bene?
«Sì, ma non glielo dico».

Libro preferito?
«Iliade e Odissea. Mi piace la parte in cui Ulisse sistema il conto coi Proci e poi cerca il padre».

Il film di sempre?
«Ombre rosse».

Quello che vorrebbe produrre?
«Uno sulla Battaglia di Canne: Annibale mi piace da morire».

È scaramantico?
«Abbastanza. Una volta in Grecia mi attraversò la strada un gatto nero e per tornare allo stesso punto feci il giro dell’isola al contrario».

Gli occhiali sono un vezzo o le servono?
«Mi proteggono. Ma potrei non usarli».

La trattativa più lunga?
«Una durò 71 ore e mezzo. Il mio interlocutore arrivava ogni giorno sempre più in ritardo. Dopo la firma, sbottò: ma che uomo è lei, non le dava fastidio? E io: chi le dice che non mi desse fastidio?; non ha idea di quanto le sia costato».

Ama i proverbi. Il suo preferito?
«Male non fare, paura non avere».

Un hobby insospettabile?
«A 13 anni mi iscrissi al Club Magico Italiano: non ho più smesso di leggere i libri di magia».

L’hanno aiutata nel suo mestiere?
«Moltissimo. Perché c’è un segreto dietro ogni cosa: fa la differenza come la presenti».

Quale sfizio si è tolto con il benessere?
«Andare in vacanza come piace a me: con il mare a portata di piede».

A chi è più grato?
«A mia moglie: per tutte le volte che ha aspettato un marito che non arrivava mai a casa la sera».

Tratta dall’intervista del Corriere.it

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