Modica: le colombe della pace diventano colombe della ‘discordia’

A Modica si è scatenata una vera e propria polemica attorno alle colombe di Pasqua. Perché da una parte ci sono gli animalisti che accusano i membri delle confraternite che organizzano l’evento di legare dei lunghi nastri colorati alle zampe delle colombe prima di liberarle, nastri che poi nessuno scioglierà.

Dall’altra è intervenuta anche la Chiesa. Ma andiamo per ordine.

Tutto come dicevamo è cominciato con l’intervento di un gruppo di animalisti a cui ha fatto seguito un comunicato dell’Oipa che è intervenuta con il suo delegato provinciale Riccardo Zingaro sostenendo le ragioni degli animalisti modicani spigando che “Si tratta di animali allevati in cattività e incapaci di sopravvivere autonomamente in natura dopo la liberazione. Inoltre, i nastri legati alle zampe per ornamento faranno impigliare l’animale portandolo alla morte per agonia”.

Zingaro inoltre dichiara che si impegnerà affinché la nuova amministrazione vieti lo sfruttamento delle colombe in occasione delle feste religiose. “Cosa che, sottolinea Zingaro, è prevista dal regolamento approvato dall’ANCI. Parole che colpiscono soprattutto chi è cresciuto con questa tradizione e che se fossero vere getterebbero un’ombra su un simbolo importante della Madonna Vasa Vasa. Infatti, proprio il volo delle colombe ha avuto storicamente un significato importante soprattutto per chi lavorava nelle campagne determinando il buon o cattivo andamento del raccolto.

Ed è per questo che abbiamo voluto capire di più chiedendo spiegazioni a Padre Antonio Forgione, Parroco di Santa Maria di Betlem, responsabile della Festa.

Sono assolutamente basito da queste affermazioni, ha dichiarato Don Forgione, personalmente sono un amante degli animali e non permetterei mai che venissero maltrattati ancor più in occasione di una festa così solenne per la città. Ho l’assoluta certezza che le colombe, che da oltre trent’anni vengono donate dalla Signora Di Stefano in occasione della Madonna Vasa Vasa, non subiscono alcun maltrattamento e anzi, dopo la festa, tornano sempre da lei che si premura di togliere i nastri. Sembra assurdo ma è come se le colombe fossero addomesticate e riconoscessero la strada di casa. È successo una volta che qualche giorno dopo una colomba si aggirava ancora su Corso Umberto e ho chiamato personalmente la Signora che mi ha rassicurato che anche quella colomba che si era smarrita è tornata a casa. Ritengo che non ci sia nient’altro da aggiungere

Ma l’Oipa non ci sta e risponde alle parole di Don Antonio “Non capiamo come mai il parrocco si dica “basito” da una richiesta come atto dovuto di una associazione di tutela animale nel rispetto della legge che vieta queste pratiche medievali che niente hanno a che vedere con la devozione cristiana. Che ognuno rispetti il proprio ruolo! Non sono piccioni viaggiatori ma colombe. Abbiano allegato anche foto e video sugli animali che poi restano a girovagare sui tetti. È solo un cambiamento culturale già promosso in altri comuni d’Italia a cui alcuni si oppongono solo per motivi folcloristici” 

Insomma altro che colombe come simbolo della pace…

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