Il candidato sindaco di Ragusa Riccardo Schininà: “Mediatori linguistici e culturali nelle scuole”

Ogni comunità cresce con la capacità di far sentire protagonisti i suoi membri. Il futuro della nostra città va costruito insieme ai nostri “fratelli migranti” che qui hanno deciso di vivere, perché ciascuno si senta pienamente attore del processo di integrazione e di rigenerazione del nostro tessuto sociale, culturale ed economico.

È il senso dell’appello del vescovo di Ragusa, monsignor Giuseppe La Placa, alla presentazione del ‘Dossier immigrazione – Costruire il futuro con i migranti’ redatto dalla Diocesi.

Un appello che facciamo nostro, perché converge pienamente con la nostra idea di città, per la quale stiamo lavorando con l’apporto concreto delle idee e dei contributi di tanti cittadini e associazioni”, afferma Riccardo Schininà, candidato sindaco dell’area progressista e riformista.

Tra i temi trattati nell’incontro di ieri in Vescovado c’è quello della scuola, con la chiara consapevolezza che i bambini e i ragazzi sono i più abili ‘agenti di cambiamento’, capaci di tessere culture all’interno dei contesti non solo scolastici, ma anche cittadini. “Spetta alla politica – afferma Riccardo Schininà – fornire ai bambini e ai ragazzi, e a chi si occupa della loro formazione, gli strumenti necessari per aiutare la comunità a dare slancio ai processi d’integrazione. Nei giorni scorsi, ho incontrato dirigenti scolastici e insegnanti per ascoltare direttamente da loro le diverse esigenze e criticità degli istituti di Ragusa. Un dato mi ha colpito particolarmente ed è quello della scuola primaria dell’Ecce Homo, a due passi da casa mia. In questa scuola oltre il 70% degli studenti proviene da famiglie di origine straniera. Una percentuale di gran lunga superiore al 30% di soglia massima fissato dalla legge. Ritengo che un valido corpo docente come quello dell’Ecce Homo non possa restare solo in questo quotidiano impegno educativo. Come suggeriva anche la Caritas ieri, è indispensabile che le scuole abbiano la disponibilità di mediatori culturali e linguistici, che oggi sono garantiti solo da servizi sostenuti dal privato sociale, in numero non sufficiente e peraltro per un periodo limitato”.

Inoltre, Schininà assicura, tra i primi atti della nuova sindacatura, l’avvio di un tavolo permanente di confronto tra Comune, Ufficio scolastico provinciale e dirigenti scolastici “al fine di concordare criteri uniformi di accesso alle scuole pubbliche e redistribuire più equamente la presenza di bambini di diverse nazionalità. Si tratta di mettere le famiglie di origine straniera, che vivono nella quasi totalità dei casi in centro storico, nelle condizioni di iscrivere il proprio figlio o la propria figlia nella scuola che desiderano. Sarà compito del Comune, attraverso un servizio di trasporto, accompagnare gli alunni nella scuola prescelta”.

Infine, un impegno specifico proprio per l’istituto dell’Ecco Homo, perché diventi “una scuola pilota e d’avanguardia con laboratori e servizi iper specializzati. A tale scopo, reperiremo locali appositi destinati allo svolgimento delle attività extra-curriculari da mettere a disposizione degli studenti dell’istituto”.

Nell’incontro di ieri in Vescovado sono stati proposti diversi argomenti di riflessione, mettendo insieme dati e storie. Come quella di Jallow Cherno Momodou, giovane gambiano sbarcato a Pozzallo nel 2017. Oggi vive a Ragusa, ha acquistato una casa, l’auto e lavora qui: ha spiegato che è nella nostra città che vuole vivere la sua vita.

E poi i dati sui cittadini iblei che lasciano la nostra provincia e quelli di chi viene qui a viverci, provenendo da altri Paesi. “Sono dati e storie – spiega Schininà – che vanno letti in profondità e con cura, soprattutto da parte di chi crede che la politica sia strumento insostituibile per favorire innanzitutto un cambio di mentalità: passando da una società multiculturale, in cui cittadini di provenienze geografiche diverse vivono gli uni accanto agli altri senza nessuna forma di incontro, a una città interculturale, in cui si faccia tesoro delle specificità nel processo di rigenerazione delle nostre comunità”.

E c’è anche la storia di Jenny, originaria della provincia di Ragusa, che vive adesso in Portogallo, dove ha trovato servizi pubblici più efficienti e gratuiti, a iniziare dalla scuola. “È anche questo – conclude Schininà – un tema su cui chi amministra non può non riflettere. Nel programma che stiamo quotidianamente discutendo con la città uno spazio importantissimo è dedicato proprio a giovani e famiglie, offrendo opportunità concrete per costruire qui, a Ragusa, il proprio futuro”.

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