Modica: ‘ConTeSto’ il progetto per contrastare la povertà educativa minorile

Contrastare la povertà educativa minorile al tempo del Covid è questo il senso del progetto ConTeSto ( Con- Te- Sto ) finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e promosso da Salesiani per il Sociale, APS in collaborazione con Cinecircoli Giovanili Socioculturali e APS e Turismo Giovanile e Sociale – APS, Orasales e Comune di Modica che è stato attivato nel dicembre 2021 e che si concluderà a marzo di quest’anno. 

Un progetto, unico in Sicilia, che ha avuto come punto centrale l’Oratorio Salesiano di Modica Alta e le scuole che insistono attorno a questa realtà ovvero il plesso De Amicis dell’Istituto Comprensivo Carlo Amore e il Circolo Didattico Piano Gesù. 

Durante questo periodo, le operatrici hanno avuto modo di affiancare i ragazzi nel loro percorso di crescita e di apprendimento, sostenendoli nei momenti di sconforto e ideando insieme a loro strategie per affrontare al meglio le difficoltà nello studio. 

Ma la vera novità di questa iniziativa è stata coinvolgere i genitori in prima persona. Ed è stato proprio questo il punto fondamentale del progetto, quello che ha certamente dato maggiori soddisfazioni ma che ha messo anche in evidenza le difficoltà che molte famiglie hanno a lasciarsi aiutare. “Questo è un problema fisiologico, dichiara Daniele Spadola, coordinatore del progetto, il problema di chiedere aiuto. Ognuno di noi si sente di bastare a sé stesso. La rete sta proprio in questo se uno riesce a chiedere aiuto all’altro, a chiedersi aiuto vicendevolmente, questo forse ci permette di fare meglio anche se ci vuole più tempo.” 

L’Oratorio, quindi, torna  a ricoprire quel ruolo centrale che ha certamente avuto un tempo: “Torna a farlo in maniera nuova, spiega Daniele, perché non vuole essere solo un cortile dove i ragazzi giocano a pallano, quello anche ma vuole e deve essere soprattutto un luogo in cui le famiglie, le istituzioni, la scuola, le associazioni insieme ai ragazzi si fermano per parlare con loro del futuro, della propria vita e dei propri sogni. L’Oratorio vuole ritornare ad essere un collante per il territorio”. 

Ed è proprio quello che è stato questo progetto e che ha avuto anche nelle scuole un supporto importante mettendo al centro i ragazzi con i loro bisogni e le loro aspettative aprendosi al territorio. “Questo progetto ha messo in evidenzase ancora ce ne fosse bisogno, che bisogna comunicare, parlarsi e ascoltare il punto di vista dell’altro, nel rispetto del ruolo di ognuno per uno scopo comune che è il bene dei ragazzi

Questo quanto emerso dalle testimonianze degli insegnanti e dei dirigenti che sono stati coinvolti in prima persona e che erano presenti al momento conclusivo del progetto “Scuola e Famiglia, insieme per l’educazione dei ragazzi”. 

Presenti il dirigente Rosario Biazzo e la professoressa Elvira Torchi referente del progetto dell’Istituto Comprensivo Carlo Amore, il vicepreside del Circolo didattico Piano Gesù Piero Garofalo, la dottoressa Claudia Aprile assistente sociale referente del Comune, Giovanna Floridia professoressa volontaria, Giulia Scolaro volontaria del Servizio Civile, che hanno testimoniato come sia necessario lavorare tutti insieme per fare rete e per aiutare concretamente i ragazzi nel loro percorso di crescita, non solo aiutandoli a svolgere il ruolo di studenti nel miglior modo ma, supportandoli nella loro crescita individuale cercando di trarre da ognuno di loro il meglio. 

28 i ragazzi segnalati dalle scuole per difficoltà di vario tipo, in particolare comportamentali e di apprendimento, stranieri principalmente ma anche modicani.  

Di questi 23 hanno partecipato ma alla fine del progetto si sono ridotti a 15. Si trattava essenzialmente di ragazzi dai dieci ai 13 anni ma ha partecipato anche qualcuno più piccolo.

Fra le testimonianze delle psicologhe le parole della dott.ssa Simona Cannizzaro hanno restituito l’immagine di ragazzi molto fragili, spesso con disturbi relazionali, con una profonda solitudine ed un bisogno di essere ascoltati e sostenuti. 

Quei ragazzi che Don Bosco definiva ‘pericolanti’ ma che possono essere salvati se si lavora tutti insieme. Il disagio scolastico è infatti spesso soltanto la manifestazione di un problema più nascosto. Ed è per questo che è stato fondamentale lavorare anche con le famiglie, entrare nelle loro case come ha fatto la dottoressa Noemi Garofalo, facendosi accettare pian piano dalle famiglie, lavoro che come è stato sottolineato, non è stato facile. Solo 7 infatti sono state le famiglie che hanno aderito al progetto accettando il sostegno psicologico. 

Adesso il progetto, come dicevamo, dopo 18 mesi è arrivato alla sua conclusione ma nei fatti i soggetti coinvolti hanno deciso di andare avanti ed accompagnare i ragazzi fino alla fine della scuola e di continuare anche dopo: “Contesto è stato un progetto pilota, spiega Daniele Spadola,e noi abbiamo colto a volo questa occasione perché il territorio ne ha bisogno a prescindere perché l’emergenza educativa è evidente in tutti i territori e nel nostro ancora di più. Per questo non possiamo fermarci e non solo noi come agenzia educativa, non solo la scuola, né le famiglie ma anche le istituzioni in particolare il Comune si devono prendere carico di questa necessità, di creare rete, di riuscire a dare a chi ne ha bisogno l’opportunità di realizzare questo progetto, ma non per il bene del progetto stesso ma dei ragazzi perché, come diceva qualcuno, lavorare sui ragazzi è quell’opera pubblica più importante che forse possiamo realizzare

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