All’A/telier di Modica evento sabato sera con le opere degli artisti Antonella Giannone e Il Bramante

Si terrà sabato alle 19:30 all’A/telier di Modica in Via Pizzo un evento che metterà insieme le opere dell’artista Antonella Giannone e quelle del Bramante, l’una con le sue pitture, l’altro con le sue sculture faranno si che i visitatori potranno entrare nel loro mondo fatto di arte e di emozioni.

Fra l’altro le opere del Bramante che saranno esposte sono quelle realizzate ad Ottobre in occasione della Prima residenza di artista in cui Il Bramante è stato a Modica e ha avuto modo di confrontarsi con la realtà nuova di Modica Alta e con i suoi abitanti, di conoscere i falegnami della zona per adoperare scarti di materiale legnoso e di realizzare i suoi nei locali degli artisti di Matt’Officina.

Antonella Giannone, vive e lavora a Modica dove ha iniziato i suoi studi artistici al Liceo Artistico Tommaso Campailla. Ha conseguito il diploma accademico di II livello in pittura nel 2016, presso l’Accademia di Belle Arti di Catania.

Oggi si occupa di didattica dell’Arte, utilizzata per la sua valenza educativa e sociale, nella conduzione di laboratori artistici attivati sia nelle scuole che al Dipartimento di Salute Mentale. Negli ultimi anni ha insegnato presso l’Accademia di Belle Arti “Mediterranea” di Ragusa. Mantiene costanti, la ricerca, lo studio e l’attività pittorica, partecipando a mostre collettive e personali.

“Antonella Giannone, ci racconta Giovanni Carbone, è un’artista che a dispetto della sua giovane età è consapevole della sua ricerca espressiva. Le sue opere regalano la piacevolissima sensazione che i colori non siano stati semplicemente “depositati” – ancorché con tecnica raffinata – su un supporto, ma che invece si siano fatti spazio attraverso antiche sovrapposizioni, immagini d’infanzia, memorie vissute, tal altre raccontate.

La bidimensionalità del piano svanisce in rilievi tattili, profondità materiche, presenti; immagini spariscono, riappaiono come un fiume carsico in forme e determinazioni nuove, quali concrezioni identitarie. Memoria e prospettiva convivono in un unicum narrativo fatto di dettagli sfumati, non semplici richiami nostalgici o cristallizzazioni del presente, nemmeno si accomodano in visioni taumatugiche o – com’è assai più consueto – spaventate del futuro, rappresentano nella loro complessità/unitarietà una precisa consapevolezza interiore.

Sono opere che non fermano l’istante, non lo rendono in narrazioni statiche, precise, permanenti, s’esprimono piuttosto come in una sequenza temporale dinamica. La natura corruttibile delle cose, infatti, ritiene in sé le orme del tempo che si stratificano diacronicamente: così, la traccia più recente non cancella le precedenti, talvolta le opacizza soltanto, sempre e solo per un periodo effimero, salvo poi esaltarle in qualsiasi altro momento, in una qualsiasi altra rilettura. Lo stesso tempo gioca con le cose degli uomini e, graffiando via gli strati superiori deposti al suo passaggio, ne mostra i precedenti nel gioco cromatico della sorpresa che l’opera di Antonella

De Il Bramante invece ci parla Silvia Nonaizzi

Il Bramante – Dalla scultura al video: la connessione che si presenta come sogno.

L’atto del plasmare condensa in sé tutto il lavoro dell’artista in un’opera in cui ancora contano il materico e la materialità, in cui ogni sostanza è impastata fino all’imbroglio della trasformazione di un sogno che assume fattezze tangibili. Partendo dalla materia prima e da forme essenziali, Il Bramante ferma il flusso onirico, ne congela una visione o ne condensa molte trasformando l’astratto inafferrabile in qualcosa di palpabile: è una manipolazione di idee in cui il fare garantisce l’esistenza corporea di un miraggio. La sostanza prende forma e si concretizza tramite la mano dell’artista illusionista che ne altera l’essenza conferendo un nuovo aspetto, inedite e destabilizzanti sembianze.

Il concetto di materia e l’utilizzo che l’artista ne fa sono tutt’altro che irrilevanti: i materiali poveri, scarti destinati al macero, sono la base di partenza a cui le mani daranno nuova forma, colore e peso creando narrazioni. Le superfici ruvide si alternano a morbide curve, dettagli sferzanti creano ombre fendendo la luce.

[ materia:
/ma·tè·ria/
sostantivo femminile
Entità provvista di una propria consistenza fisica, dotata di peso e di inerzia, capace di adeguarsi a una forma; concepita di volta in volta come sostrato concreto e differenziato degli oggetti o delle sostanze o come principio considerato passivo nei confronti della “forma” o antagonisticamente contrapposto allo “spirito”.

Ed è quindi da questa bramosia di ingannare stratificando materia e visione che l’artista mistifica le forme e crea illusioni, concedendo all’opera un mutamento perpetuo che la mantiene in una condizione perennemente vitale. La creazione non è mai definitiva: è completa ma non finita poiché le è ancora concesso di cambiare. Gli effetti del tempo su elementi suscettibili al suo trascorrere operano una rivoluzione incessante e donano vita eterna.

[visione:/vi·ṣió·ne/sostantivo femminile1. Percezione degli stimoli luminosi2. Idea, concetto, quadro.] Questo avvilupparsi tra materia e sogno trova la propria dimensione nello spazio virtuale che, paradossalmente, rende fattuale l’onirico consacrando la visione tramite il visivo. Il video è documentatore e opera stessa che ritrae i soggetti, le inedite forme, e crea la trama del sogno; non è solo un mezzo che registra, ma un protagonista di questo gioco dell’eternità: dopo il divenire della materia, c’è il movimento e, ovvia conseguenza, l’infinita riproducibilità. Ecco il segreto di vita eterna: fisico e virtuale coesistono continuamente nell’opera

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