Amore a tempo: la storia del piccolo Vittorio Fortunato divide l’opinione pubblica

C’era da aspettarselo: la notizia del ritorno alla madre naturale del piccolo Vittorio Fortunato, dopo due anni dalla triste vicenda che lo ha visto protagonista, ha scatenato un animato dibattito sulle nostre pagine social e sulle colonne del nostro giornale on line.

Decine e decine di lettori non hanno resistito al desiderio di esprimere il proprio parere sulla sentenza del tribunale dei minori di Catania che ha stabilito che dopo due anni di affidamento ad una famiglia che vive fuori dalla provincia di Ragusa, dopo un percorso da fare insieme ai servizi sociali, il piccolo potrà tornare tra le braccia della madre naturale.

L’opinione pubblica si è divisa tra chi ritiene giusto che il bambino torni alla madre naturale che dal primo momento ha espresso questo desiderio e che il tribunale non ha ritenuto responsabile dell’abbandono, e chi invece (la maggior parte dei lettori) considera ingiusto e vergognoso che il bambino venga nuovamente strappato all’affetto di quella che per due anni è stata la famiglia che lo ha accolto, amato e cresciuto.

“Prima di giudicare bisognerebbe conoscere bene i fatti”, sacrosanto quello che scrive una delle nostre lettrici, ma al di là dei fatti, delle leggi, delle sentenze e della giustizia, quella di cui si dibatte nelle aule dei tribunali, quello che ci chiediamo è cosa sia veramente giusto per il bene del piccolo Vittorio Fortunato che nel frattempo ha anche cambiato nome.

La prospettiva cambia rispetto a come noi stessi ci poniamo. Proviamo a metterci dalla parte della mamma, ad immedesimarci in quel momento di debolezza e di disperazione, chissà cosa è passato dalla sua mente al momento del parto, chissà cosa ha provato quando ha sentito dal telegiornale quello che succedeva al bimbo che aveva appena partorito. All’alternarsi di paure, pentimento, disperazione, e poi all’attesa lunga due anni per potere riabbracciare la sua creatura.

Proviamo a metterci nei panni delle persone che con estrema generosità hanno dato grande amore al piccolo, lo hanno accudito, vegliato, cullato, accompagnato a fare primi passi, pur nella consapevolezza di essere solo dei genitori affidatari che difficilmente sarebbero riusciti a mantenere questo diritto. Cosa significherà per loro separarsi dal loro bambino dopo due anni?

E infine proviamo a metterci nei panni del piccolo Vittorio Fortunato. Troppo piccolo per capire di essere stato abbandonato (per finta) da suo padre naturale, di essere stato separato dalla mamma, di avere creduto che i genitori affidatari in realtà non erano mamma e papà.

Vittorio Fortunato dovrà adesso separarsi da quella che credeva la sua famiglia e che ha potuto amarlo solo “a tempo” perchè così ha stabilito la legge. Il piccolo dovrà imparare ad amare una donna che nemmeno conosce e che è la sua vera mamma.

I nostri lettori, secondo le prospettive, si sono detti felici per la mamma che potrà riabbracciare il proprio bambino, hanno gridato allo scandalo per una legge ingiusta che priva la famiglia affidataria del bambino che hanno curato e cresciuto per due anni, hanno affidato alle preghiere il piccolo bambino, trattato come un pacco postale.

Ma dove sta la verità, la giustizia vera che protegga dal dolore e dalla sofferenza questo bambino? Solo il futuro, solo il piccolo Vittorio Fortunato, un giorno quando diventerà un uomo potrà forse rispondere a tutte le nostre domande.

Affidamento, modica, ragusa, sociale, vittorio fortunato

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