Ragusa, D’Asta lascia il Pd: ”Non ci sono più le condizioni ma il mio impegno continua”

E’ già da tempo che non condivido la linea politica del partito (a tutti i livelli) che determina una mancanza di prospettiva. A questa si lega una sofferenza personale che caratterizza il mio stato d’animo”.

Con queste parole Mario D’Asta prende le distanze dal Partito Democratico.

In città, dichiara D’Asta, sono uno dei pochi fondatori del Pd rimasti, da quel lontano 14 novembre del 2007 quando Veltroni fu eletto segretario del Pd. Sia chiaro. Rimane una scelta sofferta. Sia per tutto ciò che ho fatto per il Pd e per tutto ciò che il Pd ha fatto per me. E, però, non ci sono più le condizioni per percorrere un altro pezzo di strada insieme.”

Le motivazioni sono senza dubbio da attribuire alle ultime vicende politiche legate alle composizioni delle liste che hanno visto il Pd, questo lo diciamo noi, protagonista di un siparietto con un segretario cittadino  che ha iniziato a battere i piedi per terra per non aver avuto un posto degno della sua caratura ed il partito che ha fatto? Invece di rimetterlo al suo posto lo ha messo nel listino in posizione poco utile (sapendo che la Chinnici ha poche possibilità di vincere le elezioni). 

Ma tornando alle motivazioni di D’Asta lo stesso dichiara nella lunga nota inviata al segretario regionale Pd Sicilia, al deputato regionale della provincia, al segretario provinciale, al segretario cittadino e al capogruppo Pd Ragusa.

Le ultime vicende, per la composizione di liste in occasione delle elezioni politiche, hanno visto, ancora una volta, depauperato il nostro territorio di rappresentanze locali e ciò mortifica l’impegno di una classe dirigente. Massima solidarietà personale a chi ambiva a quel ruolo. Lo statuto del Pd prevede di organizzare le “parlamentarie”, passaggio ancora una volta negato. Si contribuisce a vanificare le reali esigenze di una classe dirigente e di un territorio. In questo contesto permane, però, un elemento bizzarro: non si capisce perché politicamente non si è sollevata la stessa questione cinque anni fa e non si capisce perché non ci si debba candidare servendo comunque il partito, soprattutto se si decide di rimanere nel partito medesimo rappresentandolo a livello cittadino, regionale e nazionale”.

Il riferimento a Peppe Calabrese è ovviamente lampante. Ed in effetti la mossa del segretario cittadino del Pd, con la connivenza del deputato Nello Di Pasquale, non ha certamente giovato  all’immagine del partito. 

E a proposito di elezioni, anche su quelle regionali D’Asta ha qualcosa da dire. “Si è pensato – sostiene D’Asta – a costruire un contenitore Pd-M5s-Sinistra senza essere capaci di coinvolgere la parte riformista e moderata, senza la quale, ad oggi in Sicilia non si vince. Per poi improvvisamente scoprire di essere lasciati dai grillini. Fallimento di una linea politica nazionale e regionale che non lascia scampo ad una gestione disastrosa”. 

Infine D’Asta fa riferimento al livello locale, quello che lo tocca in prima persona.

E’ noto, precisa D’Asta, che le ultime sfide amministrative (2013 e 2018) a Ragusa hanno sancito la doppia sconfitta del Pd ed in entrambi i casi si è palesato il mio chiaro e noto dissenso. Dissenso non solo mio ma anche di parti importanti del Pd che poi hanno abbandonato il partito. Sfide entrambe perse, nelle quali comunque è avvenuta la mia elezione a consigliere comunale. Nonostante le sconfitte, il Pd ragusano, purtroppo, non ha avuto la capacità di rinnovarsi e di interpretare le esigenze reali di cambiamento che richiede la città e il partito stesso. Alla luce di tutte queste criticità espresse che meriterebbero una riflessione ben più ampia, non mi resta, mio malgrado e con notevole sofferenza, che prendere le distanze dal Pd.”

Quindi D’Asta lascia il Pd e preannuncia il suo ingresso al Consiglio Comunale nel Gruppo Misto di cui, ad oggi, fanno parte Giovanni Gurrieri e Maria La Malfa. 

“Il mio impegno politico continua, ci tiene a sottolineare D’Asta da noi contattato telefonicamente, individuando percorsi migliori per raggiungere l’obiettivo che è sempre e comunque il bene della mia città” 

Una lunga chiacchierata quella che abbiamo fatto con Mario D’Asta alla fine della quale facciamo una considerazione: la storia si ripete, i grandi della politica tendono a fagocitare i più piccoli invece di farli crescere per diventare la nuova classe dirigente.

Alla fine dei giochi avremo sempre gli stessi candidati, senza un ricambio generazionale, ed i partiti, tutti, nessuno escluso, soccomberanno sotto questa logica. È già successo in passato e a quanto pare la storia continua, un buon maestro dovrebbe consentire ai propri discepoli di crescere e poi aiutarli a prendere il volo invece spesso le ali vengono tarpate e alla fine in qualche modo volano lo stesso via ma lontano da loro. 

Caterina Chinnici, Consiglio comunale ragusa, Gruppo mIsto, m5s, Mario D’Asta, Nello Dipasquale, Partito democratico, Peppe Calabrese

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