Il ricordo di Carla Cassola, attrice e donna indimenticabile. Aveva scelto Modica come seconda casa

Modesta come solo i grandi artisti sanno esserlo” con queste parole il Sovrintendente della Fondazione Garibaldi di Modica Tonino Cannata ricorda l’attrice Carla Cassola, scomparsa a Roma il 24 luglio scorso, all’età di 75 anni, dopo aver combattuto la sua battaglia contro un male incurabile che in questi anni, anche a causa della pandemia, l’aveva tenuta lontana dal palcoscenico.

Quel palcoscenico che amava sopra ogni cosa e che conquistava ogni volta con la sua eleganza, raffinatezza e professionalità.

Il 21 dicembre del 2018 fu il suo addio ufficiale al Teatro Garibaldi di Modica dove portò in scena “Love Letters” del drammaturgo A.R. Gurney insieme a quello che era il suo compagno anche nella vita, l’attore Andrea Tidona, che agli amici scherzosamente diceva sempre “La vera attrice è lei”.

Insieme incantarono il numerosissimo pubblico del Teatro Garibaldi interpretando Melissa e Andy, i due protagonisti della commedia, e dimostrando il loro grande amore e la loro complicità che li legava non solo nella vita ma anche sul palcoscenico.

E Modica aveva imparato ad amarli non solo come attori, perché più volte il Garibaldi aveva avuto l’onore di ospitarli sul palco, ma anche come concittadini, perché mentre Andrea lo era di nascita, Carla, nata a Taormina, era diventata modicana di adozione.

Siete davvero fortunati a vivere in mezzo a questo splendore” diceva Carla ogni qualvolta tornava a Modica dove viveva in campagna lontana dalla confusione. Come ci racconta l’amico Carmelo Gugliotta con cui spesso andava in giro per la città.

Ho avuto il grande onore e privilegio di conoscerla come persona e come professionista e di essere diretto da lei in uno spettacolo andato in scena al Garibaldi. Per me era un mito irraggiungibile, un’icona del teatro, fino a quando ho avuto modo di conoscerla e ho capito che invece era una persona disponibile, aperta, ma soprattutto una grande professionista pronta a trasmetterti la sua passione e i suoi insegnamenti. In pochi mesi con lei ho imparato più che in tanti anni di teatro. E poi riusciva a capire quali erano le tue potenzialità. A me, ad esempio, mi fece cantare e io non lo avevo mai fatto ma lei diceva che avevo una grande voce, che ero bravo ed io porto sempre con me le sue parole e i suoi insegnamenti come donna e soprattutto come attrice.”

Ed in questi giorni sono veramente tanti gli amici e i colleghi che la ricordano non solo per il suo essere attrice di teatro ma anche di cinema, ricordiamo che vinse nel 1993 anche il Nastro d’argento per il miglior doppiaggio femminile nel film Orlando in cui doppiava Tilda Swinton, ma la ricordano soprattutto per il suo essere donna raffinata, umile e amante dell’arte in generale, amore ereditato dalla famiglia, il padre infatti italo inglese era pittore e scultore, e la madre olandese, musicista.

Quando veniva a Modica, ricorda ancora il Sovrintendente Cannata, non perdeva un appuntamento culturale, che fosse una mostra, uno spettacolo e soprattutto un concerto. Era appassionata ma anche grande intenditrice di musica.

Si dice che in realtà un artista resta immortale nel ricordo di ciò che ha lasciato con la sua arte, certamente lo stesso vale per Carla, che lascia anche un ricordo delicato, dolce e mai ostentato del suo essere donna.

Per questo motivo ci piacer riportare un suo scritto sullo spettacolo Rosel dove affrontò un tema molto delicato come quello della Violenza sulle Donne: “E’ stato uno spettacolo che ho portato in giro per quasi diciassette anni, anche all’estero, ed è stato senz’altro lo spettacolo più grande della mia vita. Alice si meraviglia, invece, era un mio sogno nel cassetto e per realizzarlo spesi tutti miei i risparmi. Era un lavoro in parte autobiografico. Raccontava in maniera fiabesca e magica, ci tengo a sottolinearlo, tutte le molestie che ho subito dai tre ai cinquantotto anni. Non sono mai stata stuprata o violentata, ma ho subito molestie sessuali, come il tipo che si appiccica dietro in autobus o quello che si masturba davanti a te quando passi o ti spinge contro un muro cercando di abusare di te, oppure l’amico di famiglia che ti salta addosso in cucina durante una festa. Non c’era nulla di scabroso, tutto veniva raccontato con eleganza e parlava della quotidianità di molte donne. Ho creduto e credo ancora molto in questo spettacolo, al punto di produrlo da sola, perché non c’è stato nessun produttore disposto a finanziarlo giacché nel cast non c’era nessun “nome commerciale”. Basta una sola fiction per diventare famosi. Le serie televisive permettono di entrare in quella scatola che arriva direttamente alla testa della gente. La bravura è tutta un’altra cosa.”

Ritornando a Modica, Carla Cassola aveva recitato già agli inizi degli anni 2000 con Andrea Tidona al Teatro Garibaldi e successivamente nella rappresentazione teatrale “Nazarena” ( Prima assoluta), nel gennaio del 2004, poi replicata il 24 gennaio 2004 al teatro Sant’Annibale Maria Di Francia, a conclusione della prima giornata dei lavori sul convego ““Madre Nazarena Majone nel mondo al di là delle cose”.

Lo spettacolo con l’attrice Simonetta Cartia nel ruolo di Madre Nazarena, per la regia di Giovanni Spadola, ha visto la partecipazione straordinaria di Carla Cassola appunto nel ruolo di Sant’Annibale Maria di Francia, fondatore dell’Ordine.

Attraverso la “preghiera teatrale”, si legge nella presentazione, della straordinaria interprete, prendono vita le parole del fondatore della Congregazione e si fa al contempo memoria storica: così come la testimonianza viva di Madre Nazarena diventa azione scenica, la preghiera si fa poesia e la voce dei protagonisti melodioso inno di lode all’Altissimo”.

Dal direttore Gianni Contino e da tutta la redazione del Domani Ibleo le nostre più sentite condoglianze ad Andrea Tidona e al figlio per la perdita di una donna così straordinaria.

Andrea Tidona, Giovanni Spadola, Lillo Contino, Nazarena, Sant'Annibale Maria di Francia, Simonetta Cartia

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