Ragusa: il Consorzio di Bonifica fa acqua da tutte le parti, manca il personale, e i soldi per gli stipendi

Quando si capirà che il Consorzio di Bonifica di Ragusa non ha le forse ne economiche ne di personale per gestire l’emergenza idrica nel territorio sarà sempre troppo tardi.

Fino ad allora i problemi continueranno e bisognerà solo dire grazie al personale che con uno sforzo sovrumano e con turni massacranti cerca di risolvere la situazione. 

L’ultimo problema che si è verificato lasciando gran parte del territorio di Ragusa e di Modica senza acqua potabile riguarda il potalizzatore che fa parte dell’Acquedotto rurale di Santa Rosalia.

Circa un anno fa sono stati appaltati ad una ditta esterna i lavori per la manutenzione straordinaria del potalizzatore, lavori che dovevano terminare a novembre, ovvero prima che il cambiamento climatico richiedesse da parte della popolazione un consumo triplicato di acqua, ed invece sono terminati a giugno.

Questo ha comportato tantissimo disagi che sono ricaduti sul Consorzio ed in particolare sui 10 lavoratori specializzati per questo tipo di intervento ovvero il personale che sa produrre l’acqua, che sa riempire le vasche (ci vogliono almeno 2/3 giorni a vasca) e poi rimetterle in funzione.

Un lavoro lunghissimo, sopratutto perché l’acquedotto copre una rete di circa 500Km.

I lavoratori stanno cercando di coprire turni h24 ma sarebbero necessari complessivamente 24 operai specializzati per portare avanti celermente il lavoro.

E così ovviamente intere zone restano senza acqua per giorni e giorni ed il problema è ancora più grave per chi non ha delle cisterne proprie. Ma è impossibile che il Consorzio possa garantire giornalmente il rifornimento di acqua.

Pare che in settimana cercherà di rimediare a questa situazione, assumendo il personale specializzato che manca, ma non si possono continuare a mettere pezze ad un sistema, che è proprio il caso di dirlo, fa acqua da tutte le parti.

Il Consorzio è sottodimensionato rispetto alle funzioni che svolge. Pensate che è l’unico consorzio in Sicilia che oltre ad occuparsi degli acquedotti ad uso agricolo si occupa anche di quelli ad uso potabile.

Una mole di lavoro ricoperta da un Consorzio che complessivamente manca di 50 unità ma che non riesce a garantire gli stipendi nemmeno al personale esistente.

Fra l’altro ogni lavoratore svolge delle funzioni specifiche e non può essere sostituito da chi non ha esperienza nel settore.

Quindi non possono alternarsi tra loro. La soluzione? I comuni dovrebbero occuparsi della gestione degli acquedotti. In particolare quello in questione riguarda una parte del territorio che ricade su Ragusa e la gran parte su Modica, e capiamo bene che se la soluzione dovesse essere quella di affidare la gestione al Comune i problemi peggiorerebbero vista la situazione economica in cui versa quello di Modica in particolare.

Che fine hanno fatto ci chiediamo i fondi del PNRR che in Sicilia dovevano anche essere utilizzati per ammodernare la rete idrica?

Pensate che la Sicilia potrebbe usufruire di ben 239 milioni e 621 mila euro di finanziamenti che riguarderanno diversi progetti riguardanti lavori di completamento, adeguamento e manutenzione straordinaria di alcune importanti dighe, nonché interventi per potenziale il sistema idrico.

Ciò che preoccupa sono i tempi. 

I progetti, infatti, dovranno rispettare le tempistiche definite dal Pnrr, ovvero l’aggiudicazione dei lavori dovrà avvenire entro il 30 settembre 2023 e il completamento delle attività entro il 31 marzo 2026.

Siamo a giugno del 2022 e tutto tace…

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