Lettera di una mamma che ha perso la casa all’asta: “a mia figlia di sei anni non ho potuto raccontare la verità”

Giunge oggi in redazione, una lettera di una giovane mamma che ha vissuto sulla propria pella la vendita della sua casa all’asta ad un prezzo vile. Mentre si è concluso lo sciopero di Fabrizio Licitra, la testimonianza di questta mamma, riporta all’attualità tutta la vicenda. Potrebbe essere il messaggio autentico da portare al Prefetto e alla classe politica.

Leggendo l’articolo sul sig Licitra e sulla sua protesta mi sono vergognata. Perché credo che se ognuno di noi avesse fatto la propria parte adesso non saremmo rimasti senza casa“.

“Sono una giovane mamma che ha dovuto spiegare alla sua bambina di soli sei anni perché aveva dovuto lasciare la casa dove era nata, la cameretta con i suoi giochi, il suo giardino dove correva spensierata nelle belle giornate di primavera.

Non le ho potuto raccontare la verità, perché non è facile nemmeno per noi adulti riuscire ad affrontarla e accettarla, succede infatti che oltre a subire la perdita si deve anche affrontare il senso di colpa per non avercela fatta.

E credetemi è davvero difficile convivere con questo peso, sopratutto lo leggo negli occhi di mio marito che con tanto sacrificio aveva realizzato la casa dei suoi sogni dove vivere con la sua famiglia e che purtroppo ha dovuto rinunciare a lottare perché non si può lottare contro un sistema come quello delle banche che da una parte sembrano volerti aiutare concedendoti prestiti impossibili da onorare e che poi si riprendono tutto con gli interessi.

Ma questo io a mia figlia non lo posso spiegare, ha soltanto sei anni, a lei abbiamo detto che la casa che conta è quella fatta dalle persone, che ovunque saremmo andati la casa saremmo stati noi.

Nei fatti è vero però la casa contiene i ricordi di una vita, ogni stanza è stata pensata per essere vissuta.

Svuotarla è stata un po’ come svuotare la propria anima e vederla vuota è stato come tornare al giorno in cui siamo entrati per la prima volta e li abbiamo cominciato la nostra vita prima come coppia poi come famiglia.

Ma l’abbiamo fatto con dignità o meglio piangendo di nascosto e facendo immaginare a nostra figlia che sarebbe cominciata una nuova avventura in un nuova casa, in un nuovo quartiere.

È già passato un anno da allora ma ogni tanto vedo gli occhi della mia bambina diventare tristi e allora le chiedo a cosa stai pensando: “Alla nostra casa…” ed è in quel momento che penso che forse avrei dovuto fare qualcosa in più per evitarlo, forse avrei dovuto lottare, denunciare come sta facendo questo signore a Ragusa, ed è triste vederlo da solo quando sappiamo bene che siamo in tanti ad aver attraversato questo inferno ma nessuno è riuscito ad aiutarci concretamente.

Nella vita si può sbagliare, lo ha fatto certamente mio marito anche se avendo un’ impresa il rischio si mette sempre in conto ma c’è sempre una possibilità di recupero ad esempio saremmo potuti rientrare da affittuari e riprenderci la casa una volta finito di pagare, certamente se non fossimo riusciti a mantenere i patti allora si che saremmo stati costretti ad andare via.

Un giusto compromesso per salvare la propria casa a cui però nessuno ha mai pensato, perché?

Perché come sempre c’è chi deve lucrare dietro le disgrazie altrui e pensare che ci sia chi ogni mattina controlla se il prezzo della tua casa si è abbassato per potertela togliere da sotto il naso è davvero triste.

Non credo che riuscirei a vivere in una casa che è stata strappata ad un’altra famiglia, a prescindere da ciò che mi è accaduto.

Questa lettera so già che resterà inascoltata come mi dispiace dirlo accadrà alla protesta del sig Fabrizio perché non credo che la politica possa comprendere la reale situazione, per tutti siamo solo dei falliti ma in realtà non si rendono conto che a farci fallire sono stati loro”. 

Foto: tratta dal web

Fabrizio Licitra, Prefetto Ragusa

Commenti (1)

  • Buonasera, è veramente vero quello che conta è la famiglia unita ma a volte succede la tempesta è ti rovina tutto. E’un dolore come un mare aperto non si riesce a colmare , è bruttissimo dire ma fa più male della morte,li mi rassegno qui non riesco.Lunica cosa che penso non siamo riusciti a salvare la casa.

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