Funerale e polemiche: Il Vescovo vieta a don Bonincontro di celebrare il rito funebre dell’on.le Borrometi

L’avv. Carmelo Ruta, ex sindaco di Modica, lamenta la modesta presenza degli avvocati del foro di Modica

Purtroppo capita che spesso la morte, sopratutto di persone in vista, provochi delle polemiche.

È successo anche ieri prima e dopo i funerali dell’Avvocato Antonio Borrometi che certamente hanno avuto una attenzione mediatica importante.

Questo ha fatto sì che venissero fuori delle polemiche e lamentele che certamente non ci saremmo mai aspettati anche se diciamo che è stato palese agli occhi di tutti che qualcosa non andasse durante la celebrazione.

Tra i tanti preti sull’altare c’era, come ovvio e scontato don Umberto Bonincontro, con tutto il rispetto, un prete noto e stimato, attivo da decenni nel centro storico di Modica.

Chi conosce bene, infatti, l’on Borrometi e la sua famiglia non poteva non sapere del forte legame con Padre Bonincontro che pur presente alla celebrazione delle esequie, non è stato come molti si aspettavano l’officiante principale.

A contendersi questo ruolo diciamo che c’erano nomi più importanti nella gerarchia ecclesiastica da una parte il Vescovo di Noto Mons Staglianò e dall’altra parte l’Arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice. Peccato che entrambi per impegni istituzionali non siano stati presenti.

A questo punto sarebbe stato scontato che il Vescovo non potendo partecipare avesse concesso a Padre Bonincontro la possibilità di celebrare i funerali dell’Avvocato ma così non è stato.

E così padre Bonincontro usando i social ha scritto, a ragione, sul suo profilo una lunga riflessione che in realtà, è un chiarimento, ma principalmente è un attacco duro e diretto alla Chiesa ed in particolare al Vescovo di Noto.

Padre Umberto scrive che la famiglia Borrometi gli aveva chiesto in nome dell’amicizia e della stima che lo legava all’Avvocato di presiedere l’Eucarestia.

Per questo motivo si legge nel post di don Umberto aveva messo a punto una celebrazione curata nei minimi particolari.

Poche ore prima della messa però padre Bonincontro riceve una chiamata dal Vescovo che gli riferisce che il figlio del defunto, Paolo, gli avesse chiesto che fosse lui a presiedere e che non potendo farlo in prima persona avrebbe mandato il suo Vicario.

Ma la cosa peggiore in tutta questa storia è che non solo il Vescovo non ha voluto ascoltare padre Umberto nella sua richiesta di seguire la volontà della famiglia ma non ha rispettato nemmeno la famiglia stessa che pochi istanti prima della celebrazione venuta a conoscenza del cambio di programma aveva fortemente insistito con il Vicario affinché fosse rispettata la loro volontà.

La risposta del Vicariò ha lasciato tutti senza parole: “ Io sono mandato dal Vescovo e mi tocca obbedire” e così Don Umberto si chiede al termine di questo lungo sfogo:”È questo il modo di esercitare il potere della Chiesa?”

Una domanda che facciamo nostra e che dimostra ancora una volta come spesso la Chiesa risponda ad interessi che poco hanno a che fare con la religione come ricorda il messaggio del Papa riportato dallo stesso don Umberto all’inizio del suo messaggio in cui si invita la Chiesa a riscoprire la sua identità originaria con il potere esercitato non alla maniera umana come obbedienza ma come servizio.

Un messaggio simile a quello che è stato più volte ripetuto in Chiesa nei ricordi di chi ha veramente conosciuto l’Avv.Borrometi che visse per servire le istituzioni e non per servirsene.

Un principio che dovrebbe valere per tutti specialmente per chi ha un compito così importante come quello di guidare una diocesi.

Ovviamente non sono mancate le reazioni a quanto scritto da Padre Umberto Bonincontro. Come quella di Giovanni Avola già segretario provinciale della Cgil “ Non mi avventuro in valutazioni che riguardano la vita interna della diocesi. Scrive Avola. Tuttavia penso che dinamiche simili a quelle che caratterizzano tutti i corpi sociali allignano anche nella Chiesa ed i suoi ministri subiscono le stesse mortificazioni degli altri esseri umani. Comprendo la tua amarezza spirituale e la tua delusione anche se so bene che la tua forza interiore ed il tuo equilibrio supereranno anche questo spiacevole incidente. Tu resti una persona speciale e di grandi risorse.” 

E purtroppo non è stata sola questa l’unica nota stonata della celebrazione.

Contemporaneamente allo sfogo di padre Bonincontro, un’altro caro amico di Antonio Borrometi ha affidato ai social il suo sfogo.

Si tratta dell’ex sindaco di Modica Carmelo Ruta che ha voluto sottolineare un aspetto più legato alla professione che alla politica. Scrive l’Avv. Ruta:“Ho provato tanto sconforto nel vedere che alla celebrazione erano presenti appena una decina di colleghi. Perché mai? Che fine ha fatto la tanta declamata solidarietà professionale del foro modicano ? Ma in quale società viviamo, ormai ? Possibile che non si senta il bisogno di tributare un ultimo doveroso saluto ad un collega che è stato un valido, leale, apprezzato professionista ed un sincero, rispettoso e rispettabile amico ? Che sconforto !!!” 

Non esprimiamo alcun commento perché diciamo che certe cose si commentano da sole possiamo solo affermare con certezza che ieri dentro la Chiesa di San Pietro c’erano pochi avvocati molti politici e troppi preti( presenti e assenti)

Antonio Staglianò, Carmelo Ruta, don Umberto Bonincontro, giovanni avola

Commenti (3)

  • Purtroppo, già troppe volte, abbiamo assistito al comportamento anomalo di preti e suore che danno modo di essere definiti quali veri e propri “mestieranti” delle Sacre Scritture !!! Vero è che sono, come noi, esseri umani ma, contrariamente a noi, comuni cittadini, hanno scelto la vita ecclesiale per praticare e divulgare la parola di DIO. Peccato che, di tali e tanti uomini e donne, pochissimi siano in buona fede, dato che il principale fine appare essere la carriera ed il potere che si acquisisce dalle alte cariche, nell’ambito delle Curie di ogni dove ! Costoro riacquisterebbero la compromessa dignità spogliandosi dell’abito talare, nel minor tempo possibile e cercare
    un lavoro utile alla società e al loro sostentamento.

  • Mi pare che una questione del genere sia veramente fuori luogo per l’addio ad un cristiano cattolico. In pratica si andrebbe ad un funerale in chiesa cercando il privilegio di una chiesa prescelta, di un prete prescelto, di una predica e di una omelia di proprio gusto ,di un confessore di fiducia ecc ecc .
    Ma in tutte queste opzioni il ruolo del Signore quale dovrebbe essere? Una comparsa senza alcuna importanza? Nulla questio sugli avvocati ma sui preti e sulla scelta io credo che il vescovo e la gerarchia abbiano le loro ragioni. Tutto il resto superbia ed invidia umana degna di ben altre faccende

    • Ecco perché di tanto in tanto sarebbero necessari per tutti, in particolare per coloro che per vocazione si sono votati all’umiltà di cuore, un “cambio di passo”.

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