Caos Camere di Commercio, Nino Minardo (Lega): “E un passaggio intermedio, Ragusa e Siracusa torneranno insieme”

La decisione di unire le camere di Commercio di Ragusa e Siracusa a quella di Trapani, Agrigento e Caltanissetta ha suscitato non poche polemiche.

Ci si chiede infatti quale potrebbe essere il legame fra territori così diversi fra di loro.

Lo storico Uccio Barone affida ad un post sulla sua pagina Facebook questa riflessione: “Con decreto del ministro Giorgetti la ex Camera di commercio di Ragusa viene “spacchettata” da quella di Catania ma viene “accorpata”  insieme a Siracusa a quelle di Trapani ed Agrigento. Province lontane, tessuti produttivi diversi, territori culturalmente non omogenei sono “cuciti” a forza per mera convenienza burocratica, sacrificando le loro storie e le rispettive economie. Non so se questa cervellotica aggregazione sia meno umiliante della precedente subalternità a Catania. Associazioni ed imprese iblee, sindacati e classe politica, tuttavia, hanno pesanti responsabilità per aver passivamente accettato l’ingloriosa fine del ‘modello Ragusa’. Una sconfitta amara, subita senza neppure combattere” .

Fortemente contraria l’associazione Confronto di Modica. In una nota a firma del suo presidente Enzo Cavallo, scrive: “Non poteva finire peggio. Dopo che i rappresentanti della Camera di Commercio di Ragusa, pensando e parlando dell’aeroporto di Catania, si sono svenduti all’Ente Camerale di Catania, è venuto fuori un provvedimento mirato a scompaginare gli equilibri catanesi ma che nei fatti colpisce e penalizza le provincia di Ragusa (ma anche quella di Siracusa) le cui imprese, fra le più produttive di tutto il meridione e con primati di assoluta avanguardia, se hanno bisogno di interloquire con la loro Camera di Commercio dovranno recarsi a Trapani. Semplicemente assurdo, sconvolgente. E non solo, coloro che in Parlamento si sono avventurati a presentare, con uno specifico emendamento, la proposta per arrivare a questo penalizzante e mortificante epilogo, hanno pure il coraggio di dichiarare la loro soddisfazione e di parlare di una soluzione che favorisce le imprese del sud est”.

Ciò che lascia perplessi è che questa decisione porta la firma, in primis della parlamentare siracusana Stefania Prestigiacomo e anche del parlamentare ragusano Nino Minardo, insomma i rappresentanti dei due territori che sarebbero maggiormente penalizzati da questa scelta ma in realtà tutto questo è stato fatto per un motivo ben preciso quello di liberare Ragusa e Siracusa da Catania non potendo ottenere l’aumento del numero delle Camere di Commercio e quindi non potendo di fatto creare un’unica realtà che mettesse insieme Ragusa e Siracusa.

La parlementare Prestigiacomo, in un comunicato, infatti scrive: Le Camere di commercio di Siracusa e Ragusa sono state associate ad una piu grande ‘a cinque’ che riunisce anche le province di Trapani, Agrigento, Caltanissetta. Massimo Conigliaro – annuncia Stefania Prestigiacomo – è stato nominato commissario della Camera di Commercio “a cinque” mentre Giuseppe Giuffrida guiderà la CamCom di Catania. Da questo momento decadono tutti gli organi che gestivano le Camere di Commercio commissariate, compresi i revisori dei conti.

Quando abbiamo avanzato questa richiesta, ci spiega l’on Nino Minardo, non potendo aumentare il numero delle Camere di Commercio, le uniche strade percorribili erano o lasciarci fagocitare da Catania oppure percorrere una strada alternativa. Una strada che però non è definitiva. Infatti a livello regionale c’è una proposta di revisione delle Camere di Commercio che ha come obiettivo quella di mettere insieme territori omogenei tra di loro, che abbiano affinità economiche, garantendo pari dignità ai territori.

Insomma una decisione cuscinetto per liberarsi dell’egemonia catanese.

Eppure l’on Nino Minardo non esclude che in futuro ci possa essere un riavvicinamento con il territorio catanese che, a suo dire, ha molte affinità con il territorio ibleo purché, dichiara Minardo, “si mettano dei paletti necessari affinché un territorio non prevali su un altro ma ci sia piuttosto una collaborazione per il bene dei cittadini e delle imprese.”

Insomma un’apertura nei confronti degli amici catanesi con cui il territorio ibleo ha già trovato un accordo sul sistema aeroportuale che era stato uno dei motivi di tensione. 

Nino Minardo, Stefania Prestigiacomo

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