Acqua non potabile in alcuni quartieri di Marina di Ragusa, PD e M5S chiedono chiarimenti e soluzioni

Ragusa – A seguito dell’ordinanza emessa dal sindaco Peppe Cassì relativa al divieto dell’utilizzo di acqua ai fini potabili, alimentari e d’uso per pratiche di igiene personale in alcuni quartieri di Marina di Ragusa, il segretario del PD di Ragusa Peppe Calabrese e il presidente dell’associazione “Pericentro” Pietro Pace, alzano la voce e chiedono all’amministrazione come intende agire per porre fine al problema.

“Prendiamo atto dell’ordinanza sindacale che il primo cittadino ha emesso per vietare l’utilizzo dell’acqua per scopi potabili, alimentari e d’uso per pratiche di igiene personale a Marina di Ragusa perché dalle analisi effettuate sulla rete di distribuzione idrica cittadina, per quelle zone della città, si sono riscontrate difformità sui parametri di potabilità – dichiarano Calabrese e Pace – Non possiamo, però, fare a meno di pensare che questa scelta si sarebbe potuta evitare se il Comune avesse messo a regime l’acquedotto di Camemi che dovrebbe portare l’acqua fino ai serbatoi di Marina di Ragusa. Nonostante la sindrome da bulimia comunicativa che affligge questa Amministrazione su numerosi temi fin dal suo insediamento, compresi gli annunci riguardanti l’acquedotto di Camemi – continuano Calabrese e Pace – la verità è che ad oggi non si è riusciti ad immettere un solo litro d’acqua nell’acquedotto. Una infrastruttura che nasce proprio con l’idea di portare l’acqua potabile in tutte le contrade a monte di Marina di Ragusa e di provvedere ai fabbisogni del quartiere rivierasco sia nel periodo estivo quando c’è siccità e il consumo d’acqua aumenta vertiginosamente per l’elevato numero di persone che lì vanno a risiedere sia, come in questo caso, quando si verificano episodi inquinamento delle acque. Insomma, sarebbe sufficiente, girando un rubinetto, stoppare l’immissione dell’acqua contaminata e immettere nell’acquedotto che fornisce Marina di Ragusa l’acqua che arriva dalla Diga di Santa Rosalia. Certamente non possiamo puntare il dito sull’Amministrazione per l’inquinamento dell’acqua, ma per l’assenza di una soluzione che, in quattro anni, si sarebbe potuta trovare facilmente. Tutto ciò – concludono – è dimostrazione evidente dell’incapacità di un’Amministrazione comunale che ha fatto riunioni nelle contrade annunciando che avrebbe messo in moto il potabilizzatore senza riuscirci, quando queste azioni andrebbero ascritte nella ordinaria amministrazione”.

Anche il M5S interviene sul problema che affligge la frazione balneare ragusana e attraverso il capogruppo al consiglio comunale Sergio Firringieli chiede di sapere cosa sta succedendo e quali soluzioni l’amministrazione vuole adottare per la risoluzione definitiva.

“Mercoledì – sottolinea Firrincieli – è stato il momento della comunicazione ufficiale da parte del Comune; oggi, invece, è il giorno delle domande da parte nostra. Vorremmo comprendere che cosa è accaduto, come mai si è arrivati a questa ulteriore segnalazione di mutazione del livello di inquinamento delle falde. Nello specifico, chiediamo chiarimenti all’assessore al ramo anche per capire quali le soluzioni che si stanno definendo nell’immediato allo scopo di fare rientrare i valori dell’inquinamento e, soprattutto, per fare in modo che questo disservizio non si verifichi più. Sia chiaro, si parla di salute pubblica e l’interesse principale non è quello di polemizzare sull’accaduto quanto quello di trovare immediate soluzioni per fare rientrare la criticità. Per questo, vogliamo capire che cosa sta succedendo”.

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