Pezzi a posto e scacco matto, il piccolo Giorgio Grienti vice campione italiano di scacchi a squadre

“E’ un gioco molto bello che aiuta a ragionare. Fa bene alla memoria e ti fa incontrare tanti amici”.

Giorgio Grienti, classe 2013, romano di nascita ma radici modicane, maglietta rossa dell’ASD Frascati Scacchi, indossa al collo la medaglia di vice campione italiano a squadre Under 10 appena conquistata ad Acqui Terme e imbraccia la coppa che è quasi più grande di lui.

“E’ stato emozionante quando abbiamo cantato l’inno nazionale. Bellissimo. Insieme ai miei compagni di squadra Nicolas Nassa, Maddalena Corvi e Valerio Richichi ci siamo impegnati tanto e alla fine i nostri sforzi sono stati premiati”.

Un traguardo sportivo importante raggiunto dopo un anno intenso di allenamenti e ricco di appuntamenti che hanno visto Giorgio guadagnarsi il titolo under 8 di campione provinciale di Roma, campione regionale del Lazio nel torneo Fsi di Fiuggi, ottavo al Campionato italiano giovanile individuale di Salsomaggiore Terme.

Sebbene il campo da gioco siano sempre le stesse 64 case bianche e nere, ogni torneo è un’esperienza unica che ti lascia qualcosa. Così tra le 16 coppe che Giorgio ha guadagnato in questi anni, un posto speciale ha quella del 5° Chess Festival di Agrigento-Trofeo di Vigata per la categoria under 8, promosso dall’ACSD “Leonardo” di Favara, vinta nell’agosto 2019: il suo primo torneo giocato in Sicilia, dove per altro molto probabilmente nell’estate del 2022 sarà ospitato il prossimo Campionato italiano giovanile individuale.

Sede dell’appuntamento dovrebbe essere Terrasini, in provincia di Palermo.

La prima volta che Giorgio ha toccato una scacchiera aveva a quattro anni.

“E’ stato mio papà a insegnarmi come muovere i pezzi” dice. Al resto ci ha pensato Rosario Lucio Ragonese che con la moglie Carla Mircoli condividono la passione per gli scacchi e i giovani talenti. Istruttori e maestri ad honorem della Fsi, la Federazione scacchistica italiana, hanno seguito Giorgio sin dai suoi primi passi sulla scacchiera gigante che utilizzano per avviare al nobil gioco i più piccoli.

Poi sono arrivati i tornei di circolo e quelli scolastici, le gare provinciali del Centro sportivo italiano e i tanti momenti di crescita sportiva promossi dall’ASD Frascati Scacchi: dall’Internazionale con Mosca ai pomeriggi con il grande maestro cubano Lexy Ortega all’opportunità di conoscere la pluricampionessa italiana Daniela Movileanu. Tutte occasioni importanti, sempre sotto lo sguardo attento di Ragonese, anch’egli siciliano di Linguaglossa, e di Carla Mircoli da anni in prima linea sul fronte ludico-sportivo.

Oggi gli scacchisti preferiti di Giorgio sono quelli che hanno scritto la storia di questo sport olimpico: Mikhail Tal, detto il mago di Riga, e Bobby Fischer, protagonista nel 1972 della “partita del secolo” con Boris Spassky, il giocatore sovietico che in passato ha fatto tappa proprio a Frascati, polo europei della ricerca scientifica, dove trovano posto i laboratori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, dell’Enea, dell’Esa, del CNR, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica e meta scacchistica di piccoli e grandi campioni.

Una città della scienza che ben si coniuga con gli scacchi, anche se nello zainetto di Giorgio non manca mai una barretta di cioccolata modicana.

Anche durante il lockdown, il movimento scacchistico non si è fermato continuando a giocare online. Un tempo sospeso che ha visto grandi e piccoli scacchisti, tra cui Giorgio, giocare sulle piattaforme, prima di ritornare a mettere i pezzi a posto sulle scacchiere fisiche.

“Quando giochiamo in presenza è più bello, perché tra un turno e l’altro continuiamo a divertirci insieme” spiega Giorgio. “La regola del nostro circolo è che a scacchi quando vinci sei felice e gioisci, ma anche quando perdi impari sempre qualcosa. Ecco perché è come se non si perde mai”.

Una regola coniata proprio da Ragonese. Al di là dello sport, infatti, gli scacchi restano una metafora, quella della vita, dove si vince, ma anche si perde e ci si rialza. Come nel film Qualcosa di meraviglioso che racconta una storia vera in cui vincono l’amicizia, l’accoglienza, la giustizia, il talento e l’amore per uno sport sano che insegna prima di tutto il rispetto delle regole e dell’avversario.

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